6. Bellissima

38 3 0
                                    

"Ciao Angel...scusa se ti chiamo senza preavviso, ti disturbo? Hai da fare?" mi risponde qualcuno con una voce tremolante e leggermente imbarazzata.
"Ma no figurati, dimmi pure."
"No ti avevo chiamata per chiaccherare un po', per sentire come stai o come pensi sia andato il nostro primo giorno di scuola."
"Sto bene, non mi lamento, ma devo ammettere che è stata una giornata strana. Non mi aspettavo di conoscere un ragazzo nuovo questa mattina, è stata una piacevole sorpresa. Tu invece?"
"Si si sto benissimo. Guarda casa è successa la stessa cosa anche a me, non me lo sarei mai immaginato. Com'è il ragazzo nuovo? Simpatico, carino e affascinante?"
"Mah... per me se la tira troppo" dico ridendo "no scherzo, mi sembra davvero carino, anche perché è timido e si vede lontano un miglio."
"La tipa che ho conosciuto io invece è bellissima, rimani pietrificato appena la vedi e non è per niente timida, anzi, ti basta sapere che mi è venuta a parlare perché pensava che mi fossi perso. Invece io sapevo benissimo cosa fare, ho solo fatto in modo che fosse lei a venire da me."
Sentire le sue parole mi lascia in silenzio, forse per troppo tempo perché comincia a chiamami pensando che io abbia attaccato.
"Angel? Ci sei? Angelika? Sei lì?"
"Ehm.. si ci sono scusa..."
"Tutto bene?"
"Si certo benissimo... dicevi sul serio?"
"Sul fatto che sei bellissima?"
"Si"
"Certo!" dice praticamente urlando "perché dovrei mentire? Se vedo una ragazza bella glielo dico."
"Beh grazie..."
"Non penso che si la prima volta che te lo dicono. Avrai un sacco di ragazzi che ti vengono dietro."
Taccio di nuovo.
"Hei? Che succede perché questi silenzi? Non farmi preoccupare Angelika."
Continuo a rimanere in silenzio.
"Se non mi rispondi entro 3 secondi ti vengo a cercare!"
"1 "
Silenzio.
"2 "
Silenzio.
"3 "
"Aspetta! Ci sono! Fermo!" urlo nel telefono.
Questa volta è lui a non rispondere, quindi comincio a chiamare il suo nome.
"Lorenzo? Heii? Cosa stai facendo? Dove sei?"
Non faccio in tempo a fare altre domande che lo vedo dal balcone di casa mia.
"Lorenzo!? Che ci fai qui?"
"Ho contato fino a 3, mi sono preoccupato perché non rispondevi e mi sono precipitato sulla strada che mi avevi indicato prima."
Proprio quando sto per parlare passa una macchina e schizza Lorenzo con l'acqua di una pozzanghera.
"Merda!" urla lui appena sente l'acqua addosso.
Io mi metto a ridere per quanto sia divertente la situazione.
"Hei! Non ridere! Mia madre mi ammazza se torno a casa così!"
Lo guardo e mi fa anche pena ad essere sincera, quindi decido di fare la cosa giusta, o almeno credo sia la cosa giusta.
"Vieni su!"
Non aspetta un secondo e subito corre verso il cancello di casa mia, lo apre e si dirige verso la porta del palazzo. Apro la porta di casa e aspetto che arrivi, appena si aprono le porte dell'ascensore mi trattengo per non ridere, è completamente zuppo dalle scarpe fino ai capelli.
"Non puoi entrare così quindi ti togli le scarpe e le metti qui ad asciugare, poi puoi entrare."
Grazie a dio i suoi calzini non sono bagnati, ma comunque i pantaloni lo sono e allora come faccio a farlo asciugare? Mentre penso vedo che sta tremando quindi lo prendo per un braccio e lo faccio entrare.
"Senti aspetta qui vado a prenderti qualcosa con cui asciugarti."
"Si signora" dice con voce tremante.
Vado di sopra a prendere due asciugamani e li porto di sotto, glieli do in mano e vado in camera dei miei a cercare dei pantaloni e una maglietta di mio padre che gli possano stare. Trovati anche quelli torno da lui.
"Via la maglietta." gli ordino.
Ma lui si ferma e mi guarda con una faccia abbastanza confusa.
"Togliti la maglietta fra." ripeto più gentilmente.
"Non dovresti sapere il mio cognome prima di provarci con me?" mi chiede.
"Togliti la maglietta così puoi asciugarti e metterti questa!" gli dico mostrandogli la maglietta che ho in mano e indicando l'asciugamano che tiene lui. Lui capisce e si toglie la maglietta, si asciuga e poi si mette la maglia che ho io in mano. Non sto a squadrare il suo fisico anche perché non mi importa così tanto.
"Ora i pantaloni."
"Eh no, quelli non li tolgo davanti a te."
"Allora vai in bagno e ti cambi." gli dico passandogli i pantaloni di mio padre. Gli indico la strada e dopo circa due secondi torna asciutto con un asciugamano in testa, con il quale si asciuga i capelli.
"Sono indecisa se sembri più un pulcino bagnato o un cane bagnato?" dico scherzando. E finalmente ride anche lui.
"Grazie per avermi aiutato. Se fossi tornato in quello stato mia madre mi avrebbe ucciso."
"Ma figurati è stato un piacere."
"Lo dici solo perché hai potuto assistere ai miei bellissimi addominali."
"Assolutamente sì." e dopo la mia affermazione ci guardiamo e scoppiamo a ridere; e lui si siede accanto a me sul divano.
"Sei simpatica Angelika con la k."
"Grazie Lore." dico con accento milanese e ridiamo di nuovo.
"Adesso veniamo a noi e al vero motivo per cui sono qui. Cosa è successo? Perché hai reagito così quando ti ho detto di essere bella? Non dovevo dirlo per caso, perché se è così ti chiedo scusa non volevo che ci rimanessi male, se vuoi ti dico che sei brutta, la più brut..."
"Stai zitto un secondo!" gli urlo senza accorgermene "Scusami... non volevo urlare è solo che... non sono abituata a queste cose..."
"A sentirti dire che sei bella?"
Annuisco.
"E come mai se posso chiedere?"
"Sono sempre stata presa in giro gli anni passati e non ho molta autostima di me stessa, faccio la finta dura, ma in realtà non lo sono. Questa mattina quando ti sono venuta a parlare, per chiederti se ti eri perso, non so come ho fatto. Mi sono detta "Beh nuova scuola, nuovo inizio, nuova me!" e ho tirato fuori un po' di coraggio. Non sono come pensi che io sia... sono fragile ma non lo dò a vedere."
"Okay ho capito, quindi nessuno ti ha mai detto che sei bellissima?"
"Penso solo due persone al di fuori di mia madre e dei miei altri parenti. E dato come è andata a finire con quelle due persone, non so se stessero dicendo la verità."
"Io e te non ci conosciamo neanche da 24 ore ma posso garantirti che fino ad ora sei la più bella sconosciuta che io abbia mai conosciuto." mi dice guardandomi come se ci fosse davvero qualcosa di bello in me.
"Grazie è una cosa dolcissima da dire a una sconosciuta." rispondo con un mezzo sorriso e lo sguardo abbassato.
Lui mi tira su il mento con due dita e mi guarda sorridendo appoggiando poi la stessa mano sulla mia guancia per accarezzarla, a quel contatto mi sento il volto andare a fuoco. Alzo lo sguardo che si incontra con il suo, ma prima che possa succedere qualcos'altro mi squilla il cellulare.

~Spazio autrice~
Hey beautiful people, ecco a voi il capitolo 6.
Spero che vi piaccia perché ci ho messo il cuore nel scriverlo proprio perché quello che ho scritto è vero.
Sentirsi dire di essere belli da qualcuno non è cosa da poco, soprattutto se npn vi siete mai considerati tali. Non fatevi mai abbattere da nessuno e non permettere mai alle persone di farvi rattristare o farvi pensare che non siete abbastanza.
Perché voi valete e per quanto vi sentiate fuori luogo, ci sarà sempre qualcuno che vi farà sentire a casa.

Sempre davanti a meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora