41. Non ti lascerò mai

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Non è possibile. Era tutto soltanto un incubo, soltanto un incubo.

Tolgo il braccio di Kevin da sopra di me e mi tiro su lentamente cercando di non svegliare nessuno dei miei amici che stanno dormendo. Scendo attentamente dal letto e prendo il telefono dal comodino, entro nella rubrica e cerco il suo nome e lo chiamo.

Uno squillo.

Due squilli.

Tre squilli.

《 Andiamo Lore, dai. Rispondi. 

Quattro squilli.

"Pronto...?" risponde lui assonnato.
"Pronto? Lorenzo? Stavi dormendo?" bisbiglio cercando di non svegliare nessuno.

"Si Angelika sono le 4 del mattino."

"Ooh, okay...ehm, scusami allora..."

"No, aspetta..." fa uno sbadigli e sento dei rumori in sottofondo, segno che si sta muovendo nel letto "Sei ancora in camera dei ragazzi?"

"Si. Cioè... non so bene di chi sia la camera in realtà," dico guardandomi in giro "ma sono accanto a quella di Naylah, Claire e Anna."

"Esci arrivo subito." dice lui poi attaccando. 

Metto il telefono in tasca, mi rimetto le scarpe che sono da qualche parte nella camera ed esco cercando di fare il più piano possibile. Mi appoggio al muro e aspetto Lorenzo. 

Appena sento dei passi avvicinarsi a me dal corridoio a sinistra mi giro e corro verso di lui, gli salto letteralmente fra le braccia e lui mi afferra. All'inizio resta rigido, probabilmente non si aspettava ciò, ma il mio sogno era talmente brutto e reale che ho davvero avuto paura che gli fosse successo qualcosa. Non riesco a controllare le mie emozioni e quando che anche lui mi stringe a se alcune lacrime scendono dai miei occhi bagnando la sua felpa. 

"Hey, hey Angel...che succede? Stai bene?"
Non gli rispondo e continuo a stringerlo a me.

"Angelika? Sssh, va bene. Stai tranquilla." mi dice mentre mi accarezza i capelli e io sprofondo di più nella sua felpa che profuma come lui. Lentamente allenta la stretta su di me e mi prende il viso tra le mani, mentre le lacrime rigano ancora il mio viso e lui me le asciuga subito.

"Vieni con me." dice prendendomi per mano e portandomi giù verso le scale che portano alla reception, ma che nessuno usa. Mi fa cenno di sedermi e mi dice che tornerà subito. Obbedisco e lo aspetto, quando torna con un bicchiere di acqua in mano e me lo porge.

"Tieni, bevilo e calmati." annuisco e faccio come mi viene detto.

"Stai un po' meglio?" mi chiede lui e io annuisco di nuovo tirando su col naso.

"Te la senti di dirmi cosa è successo?"

"Ho solo avuto un incubo..." dico io piano sicura che mi prenderà per una matta per averlo svegliato alle 4 per una cagata del genere. 

"Non mi sembra che fosse un incubo qualsiasi... è successo qualcosa di così brutto da farti piangere così tanto?" annuisco di nuovo.

"Pensi di dirmi cosa è successo o devo continuare a parlare da solo?"
"Ho sognato te...noi. Stavamo scappando da qualcuno."

Sempre davanti a meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora