Restiamo così, a guardarci entrambi col fiato corto.
Il mio respiro torna quasi normale e anche il suo, siamo ancora sul letto, io sdraiata con le braccia alzate vicino alla testa e le mani proprio sopra, lui a cavalcioni su di me con le le braccia giù sui fianchi. Lui mi guarda fisso, squadrandomi un po' e io faccio le stesso. Non avevo mai notato quanto in realtà Lorenzo sia un bel ragazzo, in particolare come è carino quando sorride e gli si formano delle rughette vicino agli occhi e quando le noto sorrido un po'.
"Che c'è? Perché ridi?"
"Perché sei bello." gli rispondo senza neanche pensarci. 《 Beh, è vero! E io non ho nessun problema a dire queste cose.》
"Angelikaaa!" Esclama lui toccandomi una spalla come per spingermi più dentro al letto "Ma che dici?! Ma come ti salta in mente!?" questa volta mette le mani in viso come se fosse imbarazzato e volesse coprirsi.
"Che c'è? Tu me lo dici sempre che sono bella, se te lo dico io diventa un insulto?! Che c'è non ti senti più così sicuro di te Lore?" Mi tiro un pochino su, quel poco che posso dato che lui è ancora seduto sopra di me, e mi tengo su coi gomiti.
"Certo che lo sono, io sono bellissimo, lo so." Toglie le mani dal viso e si avvicina a me, senza però guardare me ma in giro per la stanza . "Solo che tu non me lo hai mai detto." ora guarda me "E poi," si avvicina poco di più "tu sei più bella."
Non so cosa dire, siamo molto vicini. Troppo vicini. Sento i suoi occhi su di me e mi sento bruciare, riesco a sentire persino il suo respiro, da quanto è vicino. Distolgo lo sguardo da lui e immediatamente interviene.
"Angelika guardami." Non lo faccio.
"Guardami." ripete lui, ma io non mi muovo continuando a guardare a destra in basso, non so cosa possa succedere se io alzassi lo sguardo.
"Angel..." bisbiglia lui più vicino al mio orecchio e lì sento i brividi e chiudo gli occhi. Ho la pelle d'oca e mi piace. Mi piace sentirlo così vicino a me. Mi piace la sensazione che mi sta provocando. Il suo respiro è così vicino che riesco a sentirlo sul collo. E poi... 《Aspetta! Ma che sto dicendo!? NO NO NO NO NO NO! Siamo amici! Siamo solo amici! E ABBIAMO ENTRAMBI UN RAGAZZO E UNA RAGAZZA! NO!》
"Lorenzo!" quasi urlo spingendolo di lato e lui cade di lato e rotola giù dal letto e cade a terra. Scoppio a ridere senza riuscire a trattenermi. "Oh mio dio! Scusami!" Continuo a ridere girando intorno al letto per andare da lui ad aiutarlo "Stai bene? Non volevo farti cadere."
Lui si accarezza il dietro della testa, la quale immagino abbia sbattuto.
"Ti odio lo sai vero!?" Mi dice lui guardandomi dal basso mentre cerca di tirarsi su con braccio solo.
"Ma stai zitto..." dico io mentre lo aiuto a tirarsi su e poi mi allontano un po' per appoggiarmi al mio tavolo. Lui, ora in piedi, continua a toccarsi la testa e mi guarda.
"Dai su smettila di fare il bambino e vai a prendere il tuo zaino di sotto che dobbiamo studiare fisica, non voglio un'altra insufficienza mi devi aiutare! Se prendo un altro brutto voto giuro che mi metto a piangere e non solo i miei mi uccideranno, ma tu mi avrai sulla coscienza per non avermi aiutata e poi, ah si giusto, poi uccideranno anche te!"
"Per niente esagerata." Mi sfotte lui mentre apre la porta e si avvicina alle scale per andare a prendere lo zaino. Nel mentre vado a specchiarmi e mi sistemo i capelli.
《 Angelika torna in te! Non è successo niente... Ma poteva succedere... Ma non è successo e ora basta! Pensa alla fisica non al tuo migliore amico fidanzato con una tua amica.》Lorenzo torna di sopra con lo zaino e io vado a prendere un'altra sedia dalla camera degli ospiti accanto e la metto vicino alla mia, mentre lui tira fuori i libri e io lo osservo, guardo ogni suo minimo movimento.
"Cominciamo con la teoria o gli esercizi?"
"Come scusa?" ho sentito la domanda, ma non stavo realmente ascoltando cosa stava dicendo.
"Ti ho chiesto da cosa vuoi cominciare. Esercizi o teoria?"
"Ah, si scusa..." mi alzo per prendere il quaderno dalla libreria "Ho già riguardato i teoremi questa mattina, quindi va bene se facciamo anche solo esercizi." lui annuisce e basta. " Inoltre non ho nessun problema con la teoria, la imparo abbastanza in fretta, ma gli esercizi! Zero! Non me ne viene uno!"
Lui ride. "Si lo so, lo vedo durante la lezione come sei concentrata a capire e chiedi anche a Valentina, poverina. Le avrai fatto una testa così a forza di chiedere a lei!"
"Ma non è vero! Lei adora aiutarmi, mi chiede sempre se mi serve una mano."
"Allora la prossima volta chiamiamo anche lei così magari ti aiuta lei mentre io vi guardo."
"Pervertito!" alzo la mano per colpirlo al braccio, ma lui mi blocca tenendomi il polso.
"No, non sono un pervertito è solo che quando vengo da te , preferirei non fare esercizi del cazzo di fisica, ma altro.
《EXCUSE ME WHAT? CHE STRACAZZO VUOL DIRE ALTRO!?》
"Che vuol dire altro?" chiedo molto ingenuamente.
"Dai Angelika..." mi guarda senza lasciare il mio polso "lo sai cosa intendo."
《Da dove esce questo tono così malizioso, tutto questo doppio senso che si sta creando non mi piace.》
"No non lo so! E ora per favore lasciami perché mi fai male!" dico seria strattonando il braccio dalla sua presa.
"Scusami non volevo, non mi sono accorto." sembra tornare ad un tono normale "intendevo solo dire che mi piace venire qui per stare con te, la mia migliore amica, " calza su queste parole "a parlare, ad ascoltare musica, stare insieme, come abbiamo fatto in questi mesi."
"Mhm..." annuisco io senza guardarlo aprendo il suo libro al capitolo giusto e il quaderno.
《Ma che cavolo sta succedendo qui dentro?! Che confusione. Non ci sto capendo niente.》
"Possiamo tornare agli esercizi adesso ,per favore?" domando sempre con lo sguardo basso.
"Si certo, scusami." dice lui mettendosi composto e aprendo il suo quaderno.~Spazio autrice~
Belle personee, ecco a voi il capitolo 13, spero che vi piaccia.
A voi è mai capitato di trovarvi così con qualcuno?
Fatemi sapere, un bacio.
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Sempre davanti a me
Teen FictionTutta questa fatica per trovare la persona giusta mentre a volte è proprio davanti ai nostri occhi. Angelika una ragazza di quasi 17 anni è costretta a trasferirsi a causa del lavoro dei suoi genitori. Deve salutare tutto e tutti, lasciare la picco...