Draco's pov
Lei se ne era andata, e non c'era nulla che io potessi fare per riportarla indietro.
Nemmeno nel mondo dei maghi è possibile convincere la morte a restituirci chi ha già portato via.La realtà intorno a me sembrava essersi congelata.
Vedevo le persone attorno a me muoversi lentamente, le vedevo parlare senza che io riuscissi davvero a distinguere alcun suono. Non sentivo più nulla, a parte il dolore, e il suono assordante del silenzio del mio cuore.Molti osavano anche insinuare che avessimo vinto la Battaglia di Hogwarts, ma era davvero andata così?
Certo, Voldemort era stato distrutto e i suoi tirapiedi dispersi o catturati, ma quanto era stato alto il prezzo?
Non ero stato l'unico ad aver perso qualcuno quella sera.
Sono certo che come me, molte persone non si sentissero affatto dei vincitori, avevo perso più di quanto potessi sopportare.L'unica vittoria fu la liberazione della mia famiglia dal giogo del Signore Oscuro e la grazia ottenuta da Potter per mio padre.
Ma per il resto?
Avevo perduto l'altra metà della mia anima, condannato così a dover crescere da solo una figlia a cui sarei stato costretto a spiegare come la madre si fosse sacrificata coraggiosamente per lei e per un bene superiore.Alhena...
Come avrei fatto senza Elanor?
Non mi ritenevo assolutamente all'altezza di crescere da solo una creatura così meravigliosa.
Nel profondo del mio animo sapevo che lei senza dubbio avrebbe fatto un lavoro migliore del mio, anzi lo avremmo potuto fare insieme.Quando infine riuscirono ad allontanarmi dal corpo di El, rimasi a fissare il vuoto per un tempo interminabile, con le lacrime che si seccavano sul mio volto pallido.
Mi accorsi ad un tratto che stavano trasportando il suo cadavere al ministero, per poi restituircelo per i dovuti funerali.
Non mi era permesso seguirli, così decisi di smaterializzarmi nell'unico posto in cui si trovava ancora una parte intatta della mia anima.
Atterrai in ginocchio di fronte a casa Tonks, il frastuono della mia materializzazione attirò fuori di casa Andromeda, armata di bacchetta.
"Draco? Mi hai spaventata! Cos'è quella faccia? Abbiamo perso non è vero?"
Chiese titubante abbassando la bacchetta.Scossi lentamente la testa e, non riuscendo a trattenere le lacrime, affondai il viso tra le mani.
"Abbiamo vinto quindi, ma non sembra affatto così. Chi è morto?"
Chiese allora, anche lei sull'orlo delle lacrime.Decisi che prima sarebbe stato meglio informarla della morte della figlia e del di lei marito, anche se non mi ritenevo la persona più adatta per farlo.
"Ninfadora... tua figlia e suo marito non ce l'hanno fatta."
Sussurrai alla fine.Andromeda Tonks chinò leggermente la testa e un improvviso dolore sembrò attraversarle il corpo, ma in quel momento mostrò il grande contegno e orgoglio della casa Black.
Alzò la testa e la tenne alta mostrandosi nobile pure nel suo immenso dolore, tuttavia però non riuscì ad impedire che una lacrima solitaria sfuggisse al suo controllo."Chi altri?"
Chiese con voce rotta.Cominciai allora a fare un elenco sommario delle vittime che ricordavo ma lei mi bloccò.
"Dov'è Elanor?"
Chiese, già sospettando la risposta.Quando udii il suo nome non ce la feci e piansi ancora.
Allora Andromeda venne da me cercando di consolarmi o perlomeno condividere il nostro dolore, proprio come una zia farebbe con il nipote.Mi fece sedere su una poltrona verde e nera e mi lasciò in salotto ad aspettare.
Quando scese nuovamente le scale, in braccio portava un piccolo fagotto scalciante."Penso che adesso più che mai abbiate bisogno l'uno dell'altra."
Disse semplicemente, adagiandomi Alhena tra le braccia.Appena riconobbe il mio volto sorrise e mi prese il naso tra le mani, lasciando che vagassero su tutto il mio volto.
Non appena le sue piccole manine si bagnarono a causa delle mie lacrime, lei le ritrasse e prese a guardarle con fare interrogativo.
Allora smise di sorridermi e, quasi come capisse che in quel momento tutto ciò che contava per me era lei, si accoccolò vicina al mio petto e si addormentò tra le mie braccia.
Rimasi commosso da quella scena, e così anche Andromeda.Era l'unica cosa che mi era rimasta, l'ultima parte di El che ancora potevo stringere e proteggere.
"Ha pianto molto dopo che ve ne siete andati, sono riuscita a farla smettere solo dopo averla messa a giocare con Teddy. Quel burlone si divertiva a cambiare colore di capelli per farla ridere."
Mi disse Andromeda per tirarmi un po' su il morale."Come sta il piccolo Teddy?"
Chiesi pensando a quel povero bambino e adesso non aveva altri al mondo se non sua nonna."Sta bene, si sono addormentati quasi nello stesso momento."
Quel bambino infondo era anche lui sangue del mio sangue, e non m'importava se mia madre aveva deciso di tagliare i rapporti con quel ramo della famiglia.
In quell'istante decisi che ci sarei stato per Teddy Lupin, che avrei fatto tutto quanto in mio potere per aiutare Andromeda a crescerlo.Il tempo sembrava passare velocemente, ma il terrore e il dolore sordo che la battaglia aveva causato non accennavano a diminuire.
Era il giorno dei funerali di molte delle vittime, tra cui la mia Elanor.
La cerimonia si tenne nei giardini di Hogwarts, proprio accanto al lago che aveva sempre amato da bambina.Mi trovavo tra le prime file accanto a Potter, Granger e Weasley, e tra le braccia tenevo Alhena che non smetteva di indicare la foto della madre adagiata sulla sua bara.
Tutti coloro che avevano perso persone care durante la battaglia vennero chiamati a fare un discorso in loro memoria.A parlare furono Weasley, Potter, Andromeda e tante altre persone.
Alla fine venne il mio turno.
Non ero molto entusiasta all'idea essendo che il dolore era per me ancora troppo vicino, e non me la sentivo di fare un discorso pubblico.
Andai comunque, porgendo Alhena alla Granger."Non so cosa vi aspettiate che io dica oggi, perché non c'è nulla che io possa dire per esprimere ciò che ho provato e che continuo a provare tuttora. Voglio solo dare un avvertimento a tutti coloro che avranno l'intelligenza di ascoltarmi. Nel corso della mia vita non ho avuto molte occasioni di fare una scelta, sono spesso stato costretto da chi era più in alto di me a fare qualcosa che non avrei voluto fare. Non ho avuto scelta per gran parte della mia vita, e non sarebbe cambiato nulla se una meravigliosa donna non avesse lottato caparbiamente per salvarmi. Ma a tutti voi dico che una scelta in realtà l'abbiamo sempre. Possiamo sempre decidere da che parte agire, se nel bene o nel male. Io avevo inconsapevolmente scelto di agire nel male, non perché lo volessi ma perché avevo paura. Avevo paura della morte, della mia morte e di quella di coloro che amavo. Sono stato egoista forse. Adesso ho realizzato a cosa ha portato la mia scelta inconsapevole di agire nel male."
Annunciai indicando Alhena."Mia figlia è l'esempio, la portavoce di ciò che accade quando scegliamo di agire dalla parte sbagliata. Contribuiamo a causare guerre e carneficine che possono avere solo il dolore come risultato. Col mio egoismo ho contribuito a portarle via sua madre, così come l'egoismo di tutti coloro che perpetrano e auspicano la guerra ha portato via le famiglie di molti altri bambini, di molte altre persone. Io prego che mi ascoltiate, prego che nessuno faccia più i miei stessi errori."
Conclusi, sfoderando la mia bacchetta per un ultimo gesto d'affetto nei confronti di Elanor."Amor Incantatio!"
Urlai al cielo sereno sopra le nostre teste che sembrava quasi farsi beffe del nostro dolore.Un mormorio stupefatto e commosso si fece strada tra i presenti.
Come in una scena già vissuta, il cuore sprigionatosi dalla mia bacchetta scese lentamente verso di noi come una piuma.
Cercò a lungo ed invano la sua metà, per poi adagiarsi sulla bara di Elanor e appassire lentamente.
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Amor Incantatio
FantasyDraco Malfoy è sempre stato un concentrato di odio e pregiudizi, frutto di un retaggio familiare discutibile. Ma forse esiste un rimedio, una cura a questi malanni imposti dalla società in cui ha sempre vissuto, ed è lei. Lei lo aiuterà a crescere...