Capitolo 44

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Draco's pov

Dopo l'imbarazzante incontro con Potter e Weasley, la giornata mi sembrò non terminare più.

Fortunatamente gli acquisti erano finiti e saremmo potuti tranquillamente tornare a casa, se non fosse stato per El che aveva insistentemente chiesto di prendere un gelato da Florean Fortescue's.

Elanor e mia madre avevano già preso posto ad un piccolo tavolo mentre io attendevo i nostri ordini.

Proprio mentre contavo le falci per pagare sentii qualcosa che mi gelò il sangue.

"Che faccia tosta quella ragazza, una traditrice del mondo magico. Gira con quel Malfoy. Ho sentito che il padre è stato incarcerato mesi fa a causa di quel brutto affare accaduto al Ministero. E pensare che quella era un'amica di Harry Potter, probabilmente è solo una spia dei Mangiamorte. Meglio tenere d'occhio anche lei, spero la arrestino insieme a quel che resta della famiglia Malfoy."
Udii due streghe borbottare indicando il tavolo dove erano sedute El e mia madre.

Di primo acchito rimasi come pietrificato.
E se anche il Ministero stesse sospettando di lei a causa della vicinanza con la mia famiglia?
Ciò avrebbe voluto dire che Elanor si trovava in pericolo, poteva davvero essere considerata una spia e di conseguenza imprigionata.

Sapevo com'era la vita ad Azkaban, i resoconti delle rare lettere di mio padre non lasciavano nulla all'immaginazione.
Era un luogo tetro e privo di qualsivoglia felicità, il tempo sembrava non passare mai e alla lunga ti stancavi di sentire sempre e solo i tuoi pensieri nefasti.
Per non parlare dei dissennatori che di tanto in tanto facevano irruzione nelle celle dei prigionieri.
Era come se un freddo glaciale e irrespirabile penetrasse fin dentro le ossa, e che quei piccoli residui di gioia procurati dai ricordi svanissero.

Non ebbi nemmeno il coraggio di immaginare Elanor in quell'inferno in terra.
Era una ragazza forte, bisognava riconoscerlo, ma non avrebbe mai sopportato la vita cupa di Azkaban.

Non potevo permettere che le accadesse una cosa simile, avrei fatto di tutto purché lei rimanesse lontana da quella terribile realtà.

Quando tornai al tavolo con i gelati il mio sguardo era perso nel vuoto, intriso delle terribili elucubrazioni che non lasciavano riposare la mia mente.

Non ci si poteva nemmeno scordare, anche se ovviamente davanti ad una tale e cupa prospettiva come Azkaban passasse in secondo piano, della reputazione della mia ragazza.
Nonostante i Serperverde fossero sempre stati guardati con diffidenza, lei era sempre riuscita a farsi amare da tutti gli altri studenti.
E poi, l'essere amica di Potter aveva anche i suoi vantaggi.
Il punto era che Elanor non aveva mai dovuto sopportare il peso di una reputazione che ti precede, la diffidenza con cui gli altri maghi ti guardano passare.

Non potevo fare a meno di pensare che tutto ciò fosse opera mia.
Era colpa mia se Elanor veniva additata dalla gente per strada, era colpa mia se veniva denigrata e posta al centro di sospetti che potevano risultarle fatali.

Mi chiesi se davvero fossi così egoista da permetterle di rovinarsi la vita per me.
Non avevo mai pensato, tra i tanti problemi affrontati, a questo aspetto della nostra relazione.

Elanor probabilmente notò la mia espressione infelice e corrucciata e si preoccupò.

"Draco cosa ti succede? Sembri in ansia per qualcosa."

Cosa avrei dovuto risponderle? Non me la sentivo di buttare un tale peso sulle sue spalle. E anche se l'avessi fatto lei avrebbe accantonato il problema con finta indifferenza per non ferirmi.

"Nulla, non devi preoccuparti. Siete pronte ad andare?"
Chiesi alle due donne.

"Si caro"
Rispose mia madre, che aveva anche lei certamente notato il mio strano cambiamento d'umore, ma non volle dir nulla per quel momento.

E così ci smaterializzammo nuovamente al Manor e, con la scusa di mandare El a cambiarsi per la cena, rimasi solo con mia madre.

Avevo maturato l'idea di chiederle consiglio in merito, infondo chi meglio di lei poteva capire le mie preoccupazioni? Lei stessa era stata accanto ad un mangiamorte per tutta la sua vita, e aveva dunque sopportato il peso del suo matrimonio.

"Madre, c'è una cosa di cui vorrei parlarti"

"Lo so Draco, ho visto il tuo sguardo impensierito e capisco che qualcosa ti turba grandemente. Cosa è accaduto?"
Mi chiese con tono dolce e apprensivo come solo le madri sanno fare.

Le raccontai ciò che avevo udito quel pomeriggio e i pericoli che la mia mente aveva stanato.
Lei sembrò soppesare per qualche momento la risposta.

"Figlio mio, hai una scelta davanti a te e io non ti consiglierò la strada prendere. Potrei dirti però che la scelta non è tanto tua quanto di Elanor, ma entrambi sappiamo che l'affetto che prova nei tuoi confronti potrebbe deviare il suo giudizio."
Disse sospirando per poi continuare.

"Tu hai sempre avuto la capacità di ragionare con mente lucida senza dar troppo peso alle circostanze. Puoi scegliere di continuare a stare con lei conscio del pericolo che corre, oppure puoi prendere la decisione più difficile per il tuo cuore e proteggerla."
Affermò guardandomi negli occhi.

"L'unica cosa che mi sento di consigliarti, Draco, è di fare ciò che ritieni sia più giusto."

Cos'era più giusto fare? Semplice direte voi, la cosa giusta sarebbe proteggere Elanor.
Ma chiunque sia stato innamorato può comprendere l'amara stretta al cuore che si prova quando si sta per perdere l'altra metà di te.
Come potevo allontanarla dopo tutte le difficoltà superate?
Era come sputare in faccia alla fortuna che avevamo avuto nel ritrovarci insieme nonostante tutto.

Ma alla fine, come vedrete anche in seguito, nonostante i miei innumerevoli difetti, finisco sempre per fare la cosa giusta.

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