Duello dei destini

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Rey alzò un braccio in alto, mentre con gli occhi abbracciava tutto ciò che vedeva, le sue truppe, la terra di nessuno, i ribelli, Ben Solo davanti a lei che fremeva impaziente di battersi con lei. Al suo gesto i suoi soldati si arrestarono, immobili, e un silenzio agghiacciante scese tra le fila ora scomposte di soldati senza volto.  Rimase ferma così per un istante, poi abbassò il braccio e strinse la presa sull'elsa della sua spada laser. Rigirò l'arma, la passò da una mano ad un'altra, assaporandone la potenza, percependo l'instabilità del cristallo kyber all'interno. 

Guardò negli occhi l'avversario, e lo trovò pronto e impaziente di battersi. Ne rimase piacevolmente colpita, e fece un cenno con la testa di farsi avanti. Ma Ben rifiutò l'invito e mantenne la distanza tra loro, muovendo solo qualche passo di lato. Rey si lasciò scappare un sorriso compiaciuto. Dopotutto, era da tanto che non le si presentava davanti un avversario non solo degno di un duello, ma anche di egual abilità e potente nella Forza. 

Fu Ben il primo ad attaccare. Si lanciò in un affondo, ma Rey lo respinse senza nemmeno alzare un dito, e lo allontanò con la Forza di pochi passi. L'uomo non sembrò affatto sorpreso, e ritentò con maggior convinzione la stessa mossa, ritrovandosi di nuovo dopo pochi istanti al punto di partenza. 

- Non andarci piano con me, ti prego - gli disse Rey ridendo.

- Mi sto ancora riscaldando - fu la risposta di Ben.  

Rey azzerò la distanza tra di loro e costrinse Ben con un fendente della sua spada laser  ad indietreggiare. L'uomo fece affidamento sulla gamba sinistra per non perdere l'equilibrio e schivò agilmente il fendente successivo portandosi in una posizione stabile per contrattaccare. Strinse con forza l'elsa della sua spada, conscio di non essere in grado di schivare il prossimo colpo di Rey. L'Imperatrice optò per un colpo sul lato, che Ben bloccò con la propria spada laser, e dopo cercò di colpirlo con molteplici fendenti.  Ben bloccò l'attacco con la Forza, riuscì a portarsi indietro di qualche passo e piantò i piedi per bene a terra, pronto a contrattaccare. 

Ma Rey si era già stancata di giocare secondo quello schema. Voleva spingere Ben ad attaccarla senza seguire uno schema, senza pensare, mosso solo dal desiderio di ucciderla. Per quanto ancora avrebbe continuato a schivare, bloccare e indietreggiare? E così attaccò ripetutamente, mettendolo alle strette, costringendolo a smettere di pensare. Si mosse velocemente, la spada laser leggera tra le sue mani. Con uno scatto felino gli era già addosso e gli aveva bloccato ogni via di fuga. Attaccò su entrambi i lati, lo disorientò con i suoi colpi continui e incessanti, mirò alla mano non dominante per metterlo in difficoltà e per un attimo vide l'espressione sul volto di Ben cambiare completamente. 

Non gli ci volle molto per capire che Rey stava attaccando non per vincere, né per vivere, ma per divertirsi. 

La respinse con la Forza e passò la spada laser da una mano all'altra.

- Fatti avanti - le disse.

Rey ridacchiò soddisfatta, mentre i suoi occhi, gli stessi occhi dei Syth, mandavano scintille. 

Si lanciarono l'uno contro l'altra, assetati del sangue dell'avversario, schivando e colpendo. I movimenti di Ben erano minimi, studiati, ogni sua mossa era ben ponderata, i suoi attacchi erano potenti e il rapporto tra la sua forza e la sua velocità era bilanciato dagli anni di allenamento in cui aveva imparato a combattere. I movimenti di Rey, al contrario, erano veloci, improvvisi, continui e potenti, non c'era alcuno schema nei suoi attacchi e la velocità con cui si spostava non era comparabile alla forza che metteva nei colpi di spada. 

- Credimi, non volevo arrivare a tanto - urlò Rey al di sopra del rumore causato dall'incontrarsi incessante delle due spade. Gli attacchi di Ben si facevano sempre più veloci e persistenti, e difendersi da questi le impediva di entrare in contatto con la Forza. 

- Non ti avrei mai appoggiata nella tua follia - le urlò di rimando l'avversario respingendo lei e i suoi fendenti. Respirava affannosamente, aveva i lunghi capelli neri appiccicati al viso e le dita gli dolevano a furia di stringere con forza l'elsa della spada. 

- Ma sei stato tu a trascinarmici, in questa follia - replicò lei sogghignando.

- Non ho mai voluto niente di tutto questo - disse Ben. - Volevo solo che tu fossi mia -.

- Dimmi, Ben - lo chiamò Rey, - non era bello quello che avevamo? Io e te, solo noi, a governare la Galassia... dimmi, non era forse un sogno? Io ero tua, tu eri mio. Non era forse ciò che più desideravi? -.

- Ciò che più desidero è che tu ritrovi la luce -.

- Allora uccidimi, e facciamola finita - lo sfidò Rey.

Ben si lanciò su di lei, veloce e terribile, l'attaccò su entrambi i lati senza lasciarle via di fuga e quando trovò un punto scoperto lo colpì con la spada laser per poi indietreggiare. Vide Rey  piegata in avanti, con una mano sul fianco dove la lama di Ben l'aveva scalfita. 

- Quando abbiamo iniziato a distruggerci a vicenda? - disse Ben avventandosi nuovamente su di lei. Ma, concentrato com'era nell'avventarsi sul fianco di Rey già colpito, permise a quest'ultima di colpirlo con un fendente laterale. Riuscì a deviarlo all'ultimo, ma la lama lo colpì ugualmente al braccio. A questo punto perse la posizione stabile dei piedi e il suo attacco fu facilmente deviato da Rey.

- Non siamo fatti per stare insieme - fu la risposta di Rey. 

L'Imperatrice attaccò nuovamente, feroce e assetata di sangue. I suoi colpi erano troppo veloci e imprevedibili, e Ben, intento a bloccare i fendenti, non potè evitare di essere nuovamente colpito. La lama nemica gli si conficcò in un'anca, gli scalfì il fianco destro e il petto. Ben si piegò in avanti, accecato dal dolore, esausto e con il fiato corto. Rey, al contrario, sembrava più forte di prima.
Se prima si era sentito forte e non più solo, ora non era poi tanto sicuro di avere una possibilità di vittoria contro di lei. 

Rey lo accerchiò nuovamente, e veloce come il vento lo colpì con la spada laser dietro i polpacci. Ben si morse il labbro per il dolore fino a farlo sanguinare. Cadde con le ginocchia a terra, ormai incapace di mantenersi in piedi. L'Imperatrice, come un predatore che guarda la preda struggersi nel dolore prima di infliggere il colpo di grazia, lo guardava estasiata con gli occhi che le brillavano di un piacere perverso. 
- E così cadde l'ultimo degli Skywalker - mormorò. 

Ben la guardò mentre si avvicinava a lui roteando la spada. Non poteva alzarsi per le ferite ricevute, e da quella posizione non sarebbe certamente riuscito a difendersi. Così con il cuore appesantito al pensiero di non essere riuscito a salvare la donna che amava, accettò la sconfitta, allontanò la propria arma, alzò il capo e chiuse gli occhi attendendo la morte. 
Non aveva paura, non tremava, non sembrava provare alcuna emozione. C'era un certo contegno nella sua figura mentre con orgoglio manteneva il capo alzato verso il proprio boia. 

Il silenzio si fece più intenso e pesante, il sole di Ryloth scomparve all'orizzonte e tutto fu preda all'improvviso di ombre. L'aria era piena di polvere e terra, i corpi immobili al suolo sembravano star guardando il cielo e i soldati senza volto per un attimo smisero di respirare. 
Fu Rey infine a rompere quel silenzio opprimente:

- Non ti ucciderò, Ben Solo -, e gettò la propria spada ai piedi dell'uomo. 

Ma poi un soldato imperiale, perplesso e furioso e confuso e assolutamente deciso ad uccidere il nemico, sollevò lentamente il proprio blaster all'altezza del cuore, puntò con il mirino con molta precisione in direzione di Ben e senza un attimo di esitazione premette il grilletto.

Ben non si accorse del soldato, del blaster che puntava alla sua tempia, del rumore di una sicura che veniva tolta e infine del grilletto premuto. Non si accorse di nulla di tutto ciò, perso com'era tra i mille pensieri che gli avevano affollato la testa all'udire le parole di Rey. Guardava l'Imperatrice mentre gli dava le spalle, l'esile figura che respirava piano e i capelli ormai sciolti mossi dal tiepido vento di Ryloth. Non si accorse di nulla.

Fu Rey a sentire che qualcosa non stava andando. Percepì un movimento, un rumore, uno squilibrio nella Forza ed infine una terribile sensazione si impadronì di lei. E prima ancora di accorgersi di cosa stesse accadendo, il suo corpo si era già mosso. 


The Empress - ReyloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora