Sine mora

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<< Sine mora >>
Senza indugio.


Rey voleva solo urlare.


Voleva solo urlare, dare libero sfogo alle sue emozioni, buttare a terra qualcosa, urlare a squarciagola a costo di farsi sanguinare le corde vocali, buttare tutto a terra, strappare qualcosa, buttarsi a terra, urlare, piangere, rompere la prima cosa a portata di mano, lanciare per aria tutto, urlare, sparare colpi alle pareti con i blaster, impugnare la sua spada laser, urlare, incenerire i suoi alloggi, spezzare in due un tavolo olografico, urlare, ridurre in pezzettini minuscoli tutti i soldati, prendere a calci e a pugni una parete, urlare, prendersi a pugni, rompere tutto, urlare...

Ma non fece nulla di tutto ciò.

Il Comandante supremo Hux la guardava immobile, aspettando una reazione da parte sua.
L'uomo si era lanciato in un accorato resoconto di ciò di cui era venuto a conoscenza, non aveva omesso nemmeno il più insignificante particolare e aveva arricchito infine il tutto con la propria opinione.

Rey all'inizio era rimasta indifferente alle parole di Hux, ma poi si era sentita mancare.
La terribile verità di cui Hux si faceva portatore l'aveva lasciata scossa, turbata fin nel profondo, e si era chiesta come mai non fosse stata in grado di presagire quanto stava avvenendo.

E poi, anche peggio, si era chiesta come avrebbe dovuto agire.

La testa cercava di riportarla al suo titolo, richiedendole di odinare l'esecuzione del traditore.
Il cuore invece si aggrappava ai ricordi e ai dubbi e le impediva di muoversi.

Trovava davvero difficile dubitare delle parole di Hux.
Per una ragione inesplicabile non trovava poi del tutto infondate le accuse del Comandante supremo, forse perché finalmente poteva dare adito alle proprie insicurezze e paranoici dubbi.

E ora che la situazione richiedeva di anteporre la ragione ai sentimenti, Rey si sentiva davvero divisa in due.
Una sensazione del genere lei non l'aveva mai provata prima, e questo un po' la spaventava e un po' la confondeva.

Avrebbe dovuto stringere a sé la sua spada laser e poi andare a cercare Kylo Ren, puntargliela alla gola e rinchiuderlo in un luogo ancora più interrato di quello.
Ma non riusciva a muoversi perché, per quanto ci provasse, e per quanto potesse essere paradossale, la sua parte più debole - e cioè quella il cui destino era finemente intrecciato con quello di Kylo Ren- era anche la più forte.

In quel momento Rey desiderò di poter scindere del tutto la ragione dai sentimenti, separarli completamente, ed essere in grado di scegliere uno tra i due cammini.
E invece la testa e il cuore si influenzavano a vicenda, non vi era uno predominante sull' altro, non c'era una scelta libera dalla presenza dell'uno o dell' altra, e tutto ciò non faceva che complicare la già dolorosa situazione.

Rey era l' Imperatrice, e dunque avrebbe dovuto lasciar andare colui che temeva di perdere, perché era la scelta giusta.
Ma Rey era anche umana, e conservava tutti i suoi difetti. Il suo egoismo le impediva di prendere una posizione, il suo amore per l'uomo che si era macchiato di tradimento non riportava le stesse macchie, non riusciva a prendere la decisione giusta.

In amore la scelta giusta è relativa, e saperla riconoscere una bellissima utopia.

Per questo motivo non poté fare altro che indugiare, persa nei propri pensieri mentre Hux cercava di indovinare quale sarebbe stata la sua prossima mossa.

Più volte, durante tutto quel tempo in cui lei e Kylo Ren avevano regnato assieme e si erano amati senza barriere né maschere tra di loro, si era chiesta cosa avrebbe fatto in una situazione del genere, se sarebbe stata in grado di anteporre la ragione ai sentimenti che la legavano a quell' uomo.
E più volte aveva allontanato quel pensiero, destinandolo ad un futuro meno prossimo o ad una Rey meno debole.
E ora che quel giorno era arrivato, terribile come una condanna a morte, dubitava davvero della propria capacità di affrontare una decisione del genere.

Non aveva mai messo in dubbio la propria capacità di giudizio, mai fino a quel giorno.

Cosa avrebbe dovuto fare?
Agire come tutti, lei compresa, si aspettavano non le suonava priva di dolore come opzione.
E agire come i suoi sentimenti la spingevano a fare nemmeno le sembrava giusto.
Ma purtroppo se dovessimo ogni volta fare una scelta in base a quanto dolore potrebbe portarci, finiremmo in un circolo vizioso in cui a pagare il fio non è mai il colpevole di tanto egoismo e debolezza.

Nella sua vita Rey non era mai stata una persona particolarmente virtuosa o dalla morale impeccabile. Aveva sempre evitato di trovarsi di fronte a scelte del genere, e quando era stata costretta aveva sempre anteposto se stessa a tutto e a tutti.
Non aveva mai avuto un concetto chiaro di cosa è giusto e cosa è sbagliato, forse perché aveva vissuto la sua infanzia e giovinezza su un pianeta in cui questi concetti venivano seppelliti sotto la sabbia. Il bene e il male non avevano avuto ruoli distinti e separati nella sua vita, ma si erano mescolati, influenzati, annullati a vicenda.
Non si era mai posta il problema di fare una scelta giusta per la maggioranza seppur ingiusta per lei.

Ma ora che si trovava costretta a prendere una decisione, la decisione, per la prima volta si chiese qual era il cammino giusto, o se ce ne fosse uno sbagliato.

In amore non ci sono cammini sbagliati, pensava.

In politica sì però.

Prima ancora che pronunciasse la sentenza, sembrava che Hux la sapesse già da tempo, da sempre, e che l'avesse già sentita, scritta e messa in atto.
Dopotutto, era l' unica scelta che l' Imperatrice potesse prendere, ma  non era l'unica per Rey.

- Trova Lord Ren - disse, la voce che le tremava. Doveva essere forte, forte abbastanza da fare ciò che suo nonno avrebbe fatto al posto suo.

A causa delle lacrime che le inumidivano gli occhi e che si sforzava di ricacciare indietro, non si accorse del sorriso compiaciuto di Hux.

- Trova Lord Ren - riprese a dire una volta trovata la sicurezza di cui aveva bisogno per non lasciar intravedere la tempesta di emozioni contrastanti che la stava dilaniando.
- Ti ordino, come tua Imperatrice - continuò, dando le spalle ad Hux perché questi non potesse vederla in volto, - di arrestarlo per tradimento e omissione ai danni dell' Impero -.

- Effetto immediato? - chiese Hux, impaziente di stringere le manette  ai polsi di Kylo Ren il più stretto possibile.
- Sì, Comandante -.
- Devo predisporre il documento della condanna a morte? -.
- Non ci sarà alcuna esecuzione - disse Rey mentre il suo cuore perdeva un battito.

Il pensiero di condannare a morte l'uomo della sua vita non l'aveva minimamente sfiorata.
Mio nonno lo farebbe. Darth Sidious lo ucciderebbe con le sue stesse mani, pensò.

Rey cercò di ricomporsi mentre si imponeva di respirare di nuovo.
- Per ora - aggiunse. - Non darò il mio consenso finché non ne sapremo di più -.
- Ai suoi ordini, Imperatrice - disse Hux, chinando la testa.

Mentre il Comandante supremo girava i tacchi per andarsene e lasciarla da sola con il proprio dolore, Rey lo fermò e, sempre dandogli le spalle per impedirgli di vederla in quello stato, gli disse: - Non lo portate nelle celle. Voglio che lo conduciate nel settore di isolamento -.

Hux annuì brevemente, si inchinò e poi uscì dalla stanza.

Non appena l'uomo varcò la soglia e sparì in uno dei lunghi corridoi, Rey crollò a terra, battendo i pugni sul pavimento, le lacrime che spingevano prepotenti per rigarle il viso.

Era ancora in tempo a cambiare idea. Era ancora in tempo a richiamare indietro Hux, magari ucciderlo e fare finta che non fosse accaduto nulla quel giorno.

Ma non fece né disse nulla.

Stava lì, raggomitolata sul freddo pavimento in acciaio, a desiderare la morte piuttosto che ordinare quella dell' uomo che amava.

- Senza debolezze - mormorò tra sé e sé, un sussurro appena udibile tra i tanti singhiozzi che la scuotevano.

- Senza indugio - disse.

Sperava solo di aver fatto davvero la scelta giusta.
Una lacrima le rigò una guancia, seguita poi da tante altre. Non sembravano avere fine, quelle lacrime.

- Senza indugio - ripeté.

Come suo nonno prima di lei, come il nonno di Kylo Ren, come il Leader Supremo Snoke.

Senza debolezze.
Senza pietà.
Senza indugio.

The Empress - ReyloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora