Crepe

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Kylo Ren camminava avanti e indietro lungo la sala, il rumore degli stivali sul pavimento che rompeva ritmicamente quell'orribile silenzio.

Rey invece sedeva per terra, in atteggiamento di meditazione, il cappuccio calato sul volto che nasconeva i suoi occhi.

Nessuno di loro due aveva intenzione di parlare per primo, anche se entrambi sapevano dell'imminente tempesta.
Era solo questione di secondi, e poi sarebbero implosi, distruttivi e instabili come non mai.

Fu Ren a parlare per primo, la voce metallica che veniva fuori dalla maschera.
- Che cosa ti è saltato in testa? - disse, freddo e distante, quasi di ghiaccio.
Rey sospirò pesantemente.
- Non vedi che sto cercando di concentrarmi? - rispose facendogli segno di lasciarla da sola.

Il Sith stette immobile al suo posto, lo sguardo fisso sull'Imperatrice. Egli sentì una rabbia sorda e vorace crescergli dentro e inglobare qualsiasi altra emozione.
Solo rabbia.

- Cosa diamine ti è saltato in mente, Rey? - ripeté, questa volta minaccioso fino all'indicibile.

- Non mi chiami più Imperatrice? - chiese Rey. La provocazione era evidente. Voleva costringerlo a confessare che in realtà per lui era difficile ammettere che fosse cambiata e comportarsi di conseguenza.

- Imperatrice, Rey... Non sai nemmeno tu chi sei - sbuffò l'altro. L'insofferenza di entrambi era palpabile.
- Giusto, perché invece tu lo sai benissimo, Ben - ringhiò l'altra, senza tuttavia spostarsi di un millimetro.

- Non chiamarmi in quel modo -.
- Non trattarmi così -.
- Come? -.

Come se ti importasse di me.

Come se mi volessi proteggere.

- Come se fossi pazza - ripose Rey.
Mille risposte le avevano attraversato la mente, e ancora una volta aveva scelto quella più conveniente per non esporre il suo cuore.
A furia di difendere i propri sentimenti, prima o poi si sarebbe distrutta.

- Vorresti insinuare che sei stabile? - ringhiò Kylo Ren. - Perché far giustiziare duecento soldati delle nostre fila per un capriccio non mi sembra affatto normale -.
- Era solo uno scherzo, va bene? - disse lei facendo spallucce.

Il Sith ora era fuori di sé dalla rabbia.

- Uno scherzo? - ripeté. - Duecento dei nostri soldati sono morti, morti, e tu ridi -.
- Cosa dovrei fare? Piangere? Provare pietà? Strapparmi i capelli e gridare alla Galassia intera che sono un mostro? - lo canzonò lei.

Non se ne rende nemmeno conto, pensò Ren.
Lei non si accorgeva della propria instabilità, delle condizioni in cui versava a causa del Lato Oscuro.

- Mi stai chiedendo cosa dovresti fare?- urlò Kylo Ren, fremendo di rabbia.
- Sì. E togliti quella maschera quando parli con me -.
Con un gesto fulmineo, la maschera cadde sul pavimento con un tonfo metallico e rotolò su un lato.

- Dovresti comportarti da Imperatrice, ecco cosa dovresti fare. Duecento dei nostri... Assurdo. Tu sei assurda - ringhiò Kylo Ren, sconsolato.
Si passò una mano sul volto, poi tra i capelli, mentre Rey lo guardava imperturbabile.

Dopo quello che parve un secolo, la ragazza disse: - Io sono l'Imperatrice Palpatine, io decido chi vive e chi muore -.
- No, questo non spetta a te... -.
- Ah sì? E allora a chi? Io ho il potere, io decido per chi deve giungere la morte -.
- L'hai fatto solo per soddisfare un tuo capriccio, non è così? - sputò Kylo, inviperito.

Non era tanto l'azione in sé che lo faceva andare in bestia, ma piuttosto il fatto che lei sembrava darci poco peso, e anzi ritenerlo addirittura uno scherzo.
Aveva condannato a morte i soldati del 24esimo distretto, era rimasta a guardare mentre delle vite innocenti venivano troncate, aveva provato piacere nel sapere che possedeva il potere per decidere chi vive e chi muore.

The Empress - ReyloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora