Le ombre dell'Impero

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Non appena il sole sorse su Ryloth tra mille nuvole sfumate d'arancio, i ribelli sospirarono sollevati infine dal peso della notte appena trascorsa.

Le ampie distese rocciose per lo più desolate e i piccoli villaggi che si stagliavano all'orizzonte ancora non avevano visto l'ombra distruttrice dell'Impero; il cielo così chiaro da sembrare di vetro non era stato ancora oscurato dagli Star Destroyer nemici.

I soldati ribelli avevano allentato la presa sulle armi, i loro occhi chiedevano riposo per la notte passata in bianco, il loro cuore finalmente tornò a battere ad un ritmo regolare.

Reyna aveva passato la notte in uno stato d'animo di continua agitazione. Le sue mani avevano perso la solita fermezza e tremavano prese da spasmi incontrollabili. Senza accorgersene spesso stringeva il blaster, si rannicchiava al suolo e si mordeva il labbro inferiore.

Alle prime luci del giorno, proprio come una fiamma a lungo soppressa ma mai svanita ora esposta ad un vento famelico, si accese in lei la consapevolezza di non essere pronta a morire.

Stringeva tra le dita il comlink e aspettava pazientemente di ricevere qualche notizia da Poe. La loro ultima conversazione l'aveva lasciata ferita e delusa, anche se non poteva che incolpare se stessa per questo. Tra i ribelli di Ryloth c'erano tanti volti nuovi e tanti occhi che sembravano riuscire a vederla per ciò che realmente era e a giudicarla per il suo passato. In quel momento avrebbe davvero desiderato avere Poe, anche se la loro ultima conversazione aveva messo una distanza tra loro.

Era trascorsa ormai più di un'ora dall'ultima comunicazione del pilota, in cui aveva chiesto il permesso di rientrare per mancanza di carburante. Reyna non poteva evitare che un'ombra si impossessasse dei suoi sensi. Aveva una brutta sensazione, era preoccupata, e non riusciva a parlare perché ogni parola le si congelava tra le labbra. In bocca un sapore amaro, sulla pelle brividi e in testa un unico terribile scenario.

Ed infine tutte le ombre nella sua testa si concretizzarono in una marcia inarrestabile e distruttrice che portava il nome dell'Impero.

Sotto il sole del mezzogiorno le ampie distese brune furono circondate da ogni parte da alte fiamme cremisi affamate ed inarrestabili, mentre il cielo fu oscurato da una nuvola di caccia-TIE rombante e minacciosa.

Ed infine, ultimo tra le ombre, apparve l'esercito imperiale. Era preceduto da una fila compatta di Camminatori, i cui movimenti sollevavano polvere e terra fino quasi a coprirli interamente. Ad accompagnarli c'erano un centinaio di assaltatori a bordo degli speeder. Al seguito file compatte di soldati che marciavano con l'unico intento di distruggere tutto ciò che incontravano, ed infine cannoni ionici puntati sulla minaccia ribelle.

Le grida concitate dei ribelli, il suono continuo della campana d'allarme, il boato causato dai colpi dei Camminatori giunsero ovattati alle orecchie di Reyna. Rimase come paralizzata al proprio posto, incapace di muoversi, con gli occhi sbarrati puntati verso la minaccia che guadagnava terreno ogni secondo. Quasi non si accorse che i suoi compagni già si preparavano alla difesa, schierati come meglio potevano tra i relitti rocciosi di quel pianeta. Le parole frettolose e impregnate di paura, gli sguardi congelati, le dita pronte come da comandamento a togliere la sicura dai blaster, i passi frettolosi accompagnati da imprecazioni o preghiere: Reyna non si accorse di nulla di tutto ciò.
Però il tempo l'aveva percepito. Aveva sentito chiaramente lo scorrere del tempo arrestarsi di colpo e scivolarle addosso per poi bloccarsi. Si chiese se anche gli altri ribelli si fossero paralizzati nel vedere l'esercito nemico e se anche per loro la minaccia fosse sfumata e la loro vita gli fosse  trascorsa davanti in un battito di ciglia. È sempre così quando la morte si concretizza e ha il volto del nemico?

Qualcuno la scosse per le spalle e Reyna si ritrovò libera dalla paura. Si guardò attorno e tutto ciò che vide fu terra e polvere e rocce. Strinse a sé la propria arma e raggiunse gli altri ribelli oltre uno spuntone roccioso.

- Come possiamo abbattere i Camminatori? -.
- Non possiamo senza i nostri Ala-X. Dobbiamo evitarli per quanto possibile -.
- Felo sta già organizzando un attacco sul lato sinistro. Tenetevi pronti -.
- Non possiamo farcela. Avete visto che artiglieria? È impossibile -.
- Impossibile... a meno che non tagliamo la testa al serpente -.

- L'Imperatrice? - chiese Reyna evidentemente stupita. - Volete scherzare, spero -.
- Nient'affatto -.
- E quale sarebbe il piano? - domandò la donna con una punta di ironia nella voce. - Vi avvicinerete facendo una sfilata tra tutte quelle fila di assaltatori, prenderete il blaster e glielo punterete alla testa? Sarete fortunati se riuscirete a sopravvivere all'ansia, figurati all''Imperatrice -.

- Hey, voi! - interruppe la conversazione un Twi'Lek da dietro un'altra copertura nella roccia. - Felo vuole dei volontari per abbattere gli speeder -.
- Vado io - disse Reyna, e si allontanò dal gruppo.

Il Twi'Lek le si avvicinò e la trascinò al riparo dietro un'altra sporgenza.
- Felo vuole che ti illustri il piano. Allora... - iniziò a dire ma fu interrotto dalla donna.
- Non ho bisogno dei vostri piani. Avete un blaster più potente e con un raggio più ampio? -.
- Sì, ma... -.
- Bene. Dammelo -.
- Certo, non appena ci raggiungeranno gli altri volontari -.

- Ho detto che vado io. Da sola - e sottolineò le ultime due parole. Il suo interlocutore sgranò gli occhi e tentò di protestare ma Reyna gli strappò di mano il blaster, si alzò e si diresse a passo svelto deciso verso sinistra. Il Twi'Lek provò a chiamarla indietro ma in risposta ricevette solo il dondolio della sua treccia bionda sulle spalle.

- È il mio turno adesso - mormorò Reyna, e strinse forte la presa sul blaster mentre si avvicinava all'esercito imperiale.









Angolo autrice
Ciauuu😊
Mi scuso per questo capitolo così corto. La sua funzione è quella di "cuscinetto" per ciò che avverrà nel prossimo.
Enjoy ❤

The Empress - ReyloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora