The Empress - Reylo

Ritorno

Quando Armitage Hux fece il suo ingresso nella sala del trono, non fu sorpreso nel vedere che l'Imperatrice era già lì, ad attenderlo.
La tentazione di afferrare la pistola dal fodero e puntargliela contro era grande, ma scosse la testa e cercò di eliminare quel pensiero.

- Mia signora - disse invece, chinando la testa. Era difficile tenere a bada l'odio che provava e che ribolliva nelle sue vene. Contro ogni previsione, Rey Palpatine aveva risparmiato la vita a Kylo Ren, e questo Hux non glielo avrebbe mai perdonato, nonostante il fatto che, in fondo, nemmeno lui desiderava la morte del Sith, anche se non lo avrebbe mai ammesso né a se stesso né a qualcun'altro.

Vide l'Imperatrice alzare lo sguardo e incontrare il suo. Vide due occhi che sembravano appartenere ad un animale selvatico, ad un predatore, ma oltre a ciò non vi era niente nel suo sguardo che lasciasse trasparire qualche emozione. Hux non riusciva a cogliere niente da quello sguardo. Forse noia. O magari rabbia. Era difficile a dirsi.

- Comandante Supremo Hux - rispose l'Imperatrice, concedendogli appena un'occhiata, niente di più.

- Numerosi incrociatori stellari sono stati predisposti per l'attacco contro il pianeta di Ryloth - annunciò Hux. - La flotta e l'equipaggio sono pronti. Ritengo opportuno attaccare il prima possibile per... -.

- No. Non ancora - rispose l'Imperatrice.

Armitage aprì di nuovo la bocca per protestare, poi ci ripensò.
- Posso chiedere il motivo dietro una tale richiesta, mia signora? - chiese, nascondendo tutto il suo disappunto con una smorfia.

- La Forza ha guidato il mio sguardo - rispose Rey, - e mi ha mostrato un quadro preciso, ma incompleto. Non è ancora giunto il momento di attaccare -.
- Con tutto il rispetto, mia signora - intervenne Hux, - ma non credo sia opportuno fare affidamento su delle visioni piuttosto che sul nostro esercito, o sul nostro giudizio -.

- Visioni? - ripeté l'Imperatrice.

- Esatto. Visioni - disse Hux scandendo ogni sillaba. - Nulla di concreto -.

- Trovo insopportabile la tua mancanza di fede - commentò Rey, fulminandolo con un'occhiata fredda e minacciosa.

- Fede? - le fece eco il Comandante Supremo, - Non si tratta affatto di fede, ma di numeri, di strategia, di guerra -.  

- Allora parlami di questi numeri, di questa guerra, Hux - disse l'Imperatrice, spregevole.

Hux inspirò profondamente cercando di tenere i nervi ben saldi. Da troppo tempo ormai l'Impero, e il Primo Ordine prima di esso, faceva affidamento esclusivamente sulla Forza, le sensazioni e le visioni, e altre baggianate simili. Il Primo Ordine non aveva fatto molti passi su un percorso del genere, e se ne avesse fatti di più Hux era certo che sarebbe stato smantellato dall'interno. Lui non credeva nella Forza, e né tanto meno tentava di capirla. Lui possedeva ciò che, a suo dire, non possedeva nessun altro nell'Impero, ed era la razionalità. Hux non viveva di scommesse, opinioni, o assurdità mistiche legate alla Forza. Lui aveva sempre uno schema preciso, una strategia vincente, tutte le carte in tavola favorevoli. Lui vedeva la realtà, e la vedeva pura, denudata di ogni sorta di soggettività. Per questo motivo lui era l'unico che avrebbe potuto guidare l'Impero verso la grandezza, se solo ne avesse avuto la possibilità. Ed era per questo motivo che voleva il trono, e lo avrebbe ottenuto in un modo o nell'altro. 

- Disponiamo di tre incrociatori stellari, i quali da soli spazzerebbero via l'intero pianeta - iniziò ad elencare Armitage, tutto fiero. - Numerose navi ammiraglie per formare un blocco attorno a Ryloth, infine le forze di terra, che non mi accingo ad elencare poiché confido nella conoscenza da parte sua della potenza dei nostri mezzi terrestri. Dovremo attaccare il prima possibile se vogliamo intascare subito la vittoria e sventare la minaccia-.