Poe Dameron

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Una stanza spaziosa, illuminata dalla luce che filtrava da una finestra attraverso le tende mosse appena dal vento primaverile. Il profumo era lo stesso di quando si scarta qualcosa di nuovo: un misto di inchiostro fresco, plastica e profumo per ambienti alla lavanda.

C'erano due uomini e un bambino attorno alla scrivania. Seduta su una sedia, con un'aria assorta e il mento poggiato sulla mano, c'era una donna di una bellezza straordinaria.

Il suo volto era sciupato, aveva delle  borse violacee sotto gli occhi e la corporatura molto minuta, tuttavia agli occhi del bambino nella stanza sembrava bellissima.

I due uomini parlavano con la donna velocemente, a tratti con voce un po' bassa, come a non volersi far sentire dal bambino, che invece non era del tutto interessato alla conversazione.

Le cose che dicono i grandi sono noiose, pensava il piccolo, e così piuttosto giocava con il laccio dei pantaloni. Avrebbe tanto voluto uscire da quella stanza e girovagare piuttosto nei corridoi o all'esterno, dove sembrava ci fossero cose più interessanti da vedere. Se si fosse spostato appena appena più a sinistra sarebbe riuscito a vedere il sole nel cielo terso e gli alberi in fiore fuori dalla finestra, ma uno dei due uomini aveva poggiato una mano sulla sua spalla e non sembrava volerla togliere da lì. Sarebbe stato difficile divincolarsi da quella presa e scappare via, però il bambino moriva dalla voglia di provarci lo stesso. Tutto ciò a cui riusciva a pensare era che a separarlo da quella finestra c'erano pochi metri, tre adulti e parole di cui non conosceva il significato.

- Quindi l'esito della missione? - chiese la donna.

- Negativo, generale -.

- Oh, capisco... E questo bambino? -.

- È il figlio, generale - rispose l'uomo accanto al bambino, stringendo la presa sulla sua spalla.

- Entrambi i genitori, avete detto? - chiese conferma la donna. I due uomini fecero un cenno affermativo con il capo. Il bambino ridacchiò perché quei due erano serissimi mentre la donna sembrava totalmente assorta da altri pensieri.

- Bene, è una nostra responsabilità adesso - fu il verdetto finale.

L'uomo che stringeva la spalla del piccolo lo spinse di pochi passi in avanti.

- Forza, di' il tuo nome - lo esortò.

- P... - fece il bambino.

- Alza la voce, e non ti vergognare - lo rimproverò uno dei due al suo fianco.

- Poe -.

- Poe e basta? - continuò l'uomo al suo fianco con un bisbiglio.

- Poe Dameron - sbuffò il bambino, seriamente contrariato. Dopotutto, gli avevano chiesto solo il nome, quindi perché erano tutti così tesi e arrabbiati con lui?

- Poe Dameron, generale - gli suggerì l'altro, dandogli un colpetto sulla nuca.

- Ahia! Ma non è giusto! Perché io devo dire il mio nome se non so il suo? - si lamentò Poe e indicò la figura davanti a sé.

La donna si alzò in piedi e tese un braccio in avanti, mentre gli altri due uomini si irrigidirono.

- Sono Leia Organa - gli disse.
Poi ammiccò e lo invitò a stringerle la mano.

The Empress - ReyloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora