The Empress - Reylo

Per chi suona la campana

Ore 7:15
Base logistica Alpha
Atzerri, sistema di Atzerri

L'Imperatrice Palpatine voleva che si svolgesse all'aperto.

L'Imperatrice Palpatine voleva che l'esecuzione si svolgesse all'aperto, e così ora Armitage Hux si trovava sulla pista di atterraggio delle navicelle e urlava a gran voce ordini e sollecitazioni perché tutto fosse pronto per lo spettacolo.
Schiena dritta, mani dietro la schiena e un luccichio sinistro negli occhi di ghiaccio. Gridava ordini agli stormtrooper davanti a lui ed eventualmente batteva le mani o sparava colpi di pistola a vuoto per incitarli.

Marcus Delroy gli si fece vicino, sulle labbra un sorrisino soddisfatto.
- Gli stendardi? - chiese.
- Li stanno prendendo proprio ora - rispose Hux senza guardarlo in volto.
- Dove sarà posto il plotone d'esecuzione? - chiese nuovamente Delroy.
- Lì - disse Hux e indicò un punto davanti a sé. - Davanti al seggio dell'Imperatrice -.
Delroy rise di gusto e diede una pacca sulla spalla ad Armitage, il quale lo guardava con un sorriso compiaciuto sulle labbra.
- Così quella puttana sarà costretta a guardare il suo cagnolino durante l'esecuzione - commentò il Generale.
Hux annuì.

Non era casuale tutto ciò. Ci aveva pensato, e anche a lungo. Perché la morte di Kylo Ren doveva essere perfetta. Un'opera teatrale più che un'opera d'arte. Una tragedia, ecco la parola giusta.
Hux già immaginava la scena.
Il prigioniero sarebbe stato scortato lì, dove ad attenderlo ci sarebbe stato il plotone d'esecuzione. Di spalle. Sarebbe stato fucilato mentre dava le spalle ai suoi esecutori. Avrebbe cercato gli occhi dell'Imperatrice. Poi l'ordine, e dodici raggi di blaster lo avrebbero colpito. E Rey Palpatine non si sarebbe potuta sottrarre a quella vista, a quella tragedia. Ma lui, con gli ultimi barlumi di vita, avrebbe allungato una mano e avrebbe cercato la sua donna, in un ultimo gesto plateale. Poi Hux avrebbe tolto la sicura alla pistola, si sarebbe avvicinato a lui e gliel'avrebbe puntata alla tempia. - Scacco matto - avrebbe detto, poi avrebbe premuto il grilletto.
Fine ultimo atto.
Sipario.
Applauso.

- Tutti lo vogliono morto - aggiunse il Generale Delroy, distogliendo Hux dai propri pensieri.
- Già - assentì Armitage.

Entrambi guardarono gli stormtrooper che trascinavano gli stendardi cremisi lungo la pista di atterraggio.

- Sarà un bello spettacolo - disse Marcus Delroy.
Hux non poteva essere più d'accordo.

* * * 

Qualcuno bussò alla porta. Due colpetti con le nocche delle dita, niente di più.

- Mia signora, è sveglia? -.

Rey si rigirò nel letto e si coprì il volto con il lenzuolo.
Certo che era sveglia. Era sveglia da tutta la notte. Come avrebbe potuto dormire sapendo che il giorno dopo sarebbe stata il boia e avrebbe ucciso l'uomo che amava?
Come avrebbe potuto dormire con quel peso opprimente che la soffocava e quei pensieri terribili che la facevano a pezzi?
Come avrebbe potuto dormire sapendo di avere un potere inimmaginabile ma di essere del tutto impotente davanti a quella situazione e incapace di trovare un'altra strada?

Si può?
Si può ordinare la sentenza di morte per l'uomo che si ama, poi andare a letto, infilarsi sotto le coperte e abbandonarsi tra le braccia di Morfeo, così, come se nulla fosse?
Si può ordinare la morte dell'uomo che si ama, e poi ignorare  tranquillamente le fitte dolorose al petto e la consapevolezza di star uccidendo anche una parte di se stessi?
Si può?
Rey non aveva idea se ciò fosse possibile, ma desiderava ardentemente essere in grado di farlo.

Non poteva sottrarsi a quella situazione. Non poteva: sarebbe andata contro la sua stessa dottrina.
Era l'Imperatrice, cazzo. Poteva fare qualunque cosa le passasse per la testa. Nelle sue vene scorreva il sangue dei Palpatine, di Darth Sidious. Apparteneva al Lato Oscuro e il Lato Oscuro apparteneva a lei. Lei non possedeva l'oscurità: lei era l'oscurità.
Eppure non poteva salvare l'uomo che amava. Che tragedia. Che grande presa per il culo. Che grande beffa del destino.