Il trillo

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Il sole cocente lentamente scomparve dietro l'orizzonte tratteggiato da montagne e vallate, portando via con sé i colori del giorno, inseguito dalle ombre cremisi e violacee di un nuovo tramonto.
Le ombre che gettavano le alture e le case lentamente si impossessarono del territorio, abbandonando il resto sotto la debole luce lunare.

Si sarebbe potuta definire una serata come tante altre su Ryloth, con un cielo notturno cosparso di stelle e una brezza fresca in contrasto con la temperatura torrida del giorno, ma tra i rumori di un pianeta che si preparava a riposare si sentivano anche i rumori della battaglia che ancora doveva avvenire.

Nel silenzio della sera, avvolti dalle ombre crescenti e da sussurri appena udibili, gli unici rimasti di un'antica ribellione, quei soli che ancora si ergevano come antagonisti ad un regime distruttivo, si preparavano ad affrontare la morte con i blaster tra le braccia e una scintilla di ribellione che bruciava nei loro petti.

Nel silenzio della sera Reyna e Felo, entrambi al comando di un piccolo gruppo di ribelli, si preparavano al peggio, immaginando il peggior scenario possibile e valutando attentamente ogni minimo particolare e ogni possibile risoluzione dello scontro.

Più terribile del pensiero della morte era l'attesa. Tesi come un arco pronto a scoccare, con la mascella serrata e le dita fredde, scossi da tremiti o rigidi come pietre.

- Comandante Felo - ruppe il silenzio uno dei ribelli facendosi avanti, - abbiamo ricevuto il rapporto dai nostri piloti -.
- Portami il comlink - ordinò il Twi' Lek accompagnando le proprie parole con un gesto veloce della mano.
L'altro annuì brevemente, girò sui tacchi e sparì nella notte.

Reyna guardò Felo che girava il capo a destra e a sinistra fischiettando allegramente o intonando una canzone, accompagnandosi con degli schiocchi delle dita o battendo le mani. Sembrava rilassato, a suo agio, quasi come se stesse per partecipare ad una sagra, non ad una battaglia.
Per un attimo la donna fu investita da un moto di invidia e si chiese come ci si sentisse a non sentire in bocca il sapore amaro della morte a cui andavano incontro.

- Tutto bene, laggiù? - chiese il comandante interrompendo il suo fischiettare spensierato facendo un cenno nella direzione di Reyna.
La donna rimase per un attimo come pietrificata, poi si riscosse dai propri pensieri e fece di sì con la testa.

- Sei di poche parole, soldato - le disse Felo. Poi alzando le spalle aggiunse: - Non importa, vorrà dire che mi terrò alto il morale da solo -.
E riprese con la sua cantilena.

Reyna scosse la testa e poi gli diede le spalle, del tutto non interessata ad una conversazione con quel vecchio Twi' Lek.
Se si guardava attorno tutto ciò che vedeva le sembrava del tutto innaturale. Come potevano le persone attorno a lei parlare tra di loro con così tanta naturalezza, ridere e raccontare aneddoti della propria vita senza essere travolti dalla paura che quelle potessero essere le loro ultime parole? E come potevano sedere sulla terra polverosa con le armi al fianco senza sentire le tenebre della notte addosso?

Persa tra questi pensieri si ritrovò a scuotere la testa più e più volte mentre una parola, sempre la stessa, vorticava furiosamente dentro di essa: irreale.
Come avrebbe potuto descrivere quella situazione se non così?

- Cosa c'è? Quella pietra ti ha chiesto di uscire insieme? - le chiese Felo all'improvviso facendola sussultare, scoppiando poi in una grassa risata.
Reyna lo guardò con un punto interrogativo stampato in fronte e quando se ne accorse il vecchio si giustificò dicendo: - Dato che stavi scuotendo la testa con così tanta convinzione, pensavo che quella pietra laggiù ti avesse chiesto di uscire insieme -.

- Ah, sì, molto esilarante - fu il commento freddo della donna.
- Ehi, se non ridi adesso quando lo farai? Quando gli ATAT ti calpesteranno? Perché in quel caso sarebbe ben poco divertente - la rimproverò il Twi' Lek mettendo su un broncio finto.

The Empress - ReyloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora