Era un solito sabato sera, le mie dita picchiettavano sulla tastiera del computer come al solito. Tra mille idee continuavo a scrivere la mia storia, misteri e dubbi si nascondevano in quel romanzo. I miei brani preferiti aumentavano la mia ispirazione, mi sembrava di vivere a pieno ciò che scrivevo. Scrivendo potevo avere in mano il destino dei personaggi. Potevo controllarli con le dita, proprio come delle marionette. Ma soprattutto potevo far incarnare le mie emozioni in loro. Ma propio mentre facevo ciò che amavo fare, mia madre entrò e disse:
-Cosa vorresti per cena?-
-Mamma, non ne ho idea, adesso esci, sono impegnato!-
-Non sono la tua serva!-
-No, sei mia madre ed hai il compito di prenderti cura di me. È una cosa ancora più impegnativa, ma soprattutto bella-.
Se volevo, io potevo tirare fuori il meglio di me, soprattutto in situazioni come quelle. Mi sorrise, aveva capito che la trattavo in modo sgarbato solo perché ero stato preso da un attacco d'ira.
Erano molte le volte che usavo un atteggiamento sgarbato con mia madre, venivo avvolto dal nervoso che distruggeva la mia pazienza. Subito dopo uno dei soliti scatti d'ira mi sentivo molto in colpa, come se le avessi fatto un grosso taglio al cuore. Infondo sono molti gli errori che commette un adolescente dopo un brutto periodo.
Terminai di scrivere l'ennesimo capitolo alle 3:32 di notte, veramente tardi. Quando scrivevo non pensavo più a nulla, non mi importava dell'ora o di ciò che accadeva attorno a me.
Dopo aver completato la routine notturna, mi infilai dentro il piumone fresco di pulito e socchiusi gli occhi. Avevo lo sguardo sfocato immobile sul soffitto, nel momento in cui ero nel mio letto pensavo ai miei sogni. Pensavo a tutto ciò che volevo si realizzasse, creavo il mio film mentale e mi abbandonavo alle sue scene.
Una delle tante cose che preferisco, è proprio pensare ai miei desideri. Tutti abbiamo bisogno di distaccarci dalla realtà e trasferirci per poco nei nostri pensieri, ci può aiutare a motivarci nel fare le cose. Subito dopo aver finito le riprese del mio film mentale, chiusi gli occhi. Nel sonno non avevo il controllo della mia immaginazione, potevo solo vivere il momento.
Le mie poche ore di sonno passarono all'apparenza in fretta, alle 9:00 in punto ero già uscito di casa. Prendendo l'autobus arrivai nel centro della città, mi fermai in un bar, ordinai un cappuccino, indossai le cuffie e con il mio computer iniziai a scrivere. La storia filava avanti senza scrupoli, scrivevo senza sapere quale fosse il destino della fine.
L'unica cosa che sapevo, era che sarebbe finita nel miglior dei modi.
Sorseggiavo il mio cappuccino con calma e tranquillità fino a quando non intravidi dalla vetrina del bar Gaia, ma 'sta volta non era sola, con lei c'era quello che sembrava il suo nuovo ragazzo.
Era riuscita a dimenticarmi in così poco tempo, per lei io non ero stato nulla. Lei si sarebbe fidata del primo ragazzo che avrebbe incontrato. Era così ingiusto, pur trattando male le persone, lei era sempre amata, ma non davvero.
Quello che lei pensava fosse amore per gli altri era tutta finzione, era una stupida. Ma mi ero promesso di non dover più ripensare a lei, dovevo scollarla dalla mia testa. Non volevo più soffrire, non volevo più perdere le speranze di felicità.
Passando davanti al mio tavolino accennò uno sguardo, io mi voltai dall'altra parte. Lei alzò gli occhi al cielo e cambiò direzione. Il cappuccino mi andò di traverso, non riuscivo a controllarmi in situazioni di imbarazzo. Bevvi in fretta e furia ciò che rimaneva del mio cappuccino, misi le cose a posto e me ne andai.
Mentre ero seduto su un sedile dell'autobus, arrivò una chiamata, era Asia.
-Andrea! Ti prego vieni a casa mia, sono a pezzi!-
-Che succede!? Vengo subito!-.
Cambiai autobus ed arrivai a casa di Asia. Suonai il citofono, la porta si aprì. Davanti a me trovai il volto di Asia sporco di mascara sciolto.
-Asia!-
Esclamai.
-Vieni entra...-
-Cosa succede?-
-Il mio ex...-
-Ah...ci risiamo...Cos'ha combinato stavolta?-
-Vedi questo? Me lo ha fatto lui-
Disse scoprendo un braccio, aveva un enorme graffio sanguinante.
-Oddio! Dobbiamo disinfettarlo-
Esclamai.
Non esitai a prendere bende ed acqua ossigenata. Il sangue colava dalla ferita senza sosta, sentivo i suoi gemiti di dolore. Mentre con cura medicavo la ferita, chiesi ad Asia:
-Raccontami come ti ha fatto ciò!-
-Beh... stavamo litigando, lui dice che sono stata troppo crudele con lui. Dopo una lunga discussione mi ha spinto, sono caduta a terra ferendomi e se ne è andato-.
Era una situazione terribile, non avevo mai visto la mia amica così preoccupata. Continuavo a riflettere sull'accaduto. Provavo tanta rabbia per la persona che aveva fatto una cosa del genere alla mia amica. Stava soffrendo doppiamente, non si meritava un atto violento. Tra le lacrime ancora abbondanti disse:
-Io non gli ho fatto nulla! Forse sono davvero brutta...-
-Asia... io non ti dirò che sei bella, perché dicendo ciò non ti aiuterei a crescere. Devi imparare a superare anche la verità, anche io sono abbastanza brutto, ma ho imparato che la bellezza non è quella esteriore. Sono sicuro che un giorno troverai una persona che ti ama per quel che sei-.
Mi sorrise, la cosa che mi faceva stare meglio era vedere le persone sorridere. La felicità degli altri riusciva ad influenzare anche la mia.
Dopo circa un'ora Asia stette meglio, presi le mie cose, uscii dalla casa della mia amica ed iniziai a camminare.
Mentre aspettavo l'autobus alla fermata, per puro caso una canzone venne riprodotta dalla mia playlist, la canzone che ascoltavamo sempre io e Gaia. Mi rinchiusi nei miei ricordi, ritornarono alla mia mente tutti i ricordi dell'estate scorsa. Erano belli quei momenti sotto il cielo color corallo, quei momenti a farci scherzetti con l'acqua, quei momenti che passavano a prenderci a schiaffi. Beh, era tanto il tempo che avevo passato con quella persona.
Ma quando tornai alla realtà, avevo perso l'autobus. Fui costretto a tornare a casa, avvolto dall'umidità. Proprio mentre camminavo spensierato sulla strada, mi accorsi della bellezza del mondo. Erano belli i girasoli nei campi, erano belle le nuvole che ovattavano il cielo, era bello il venticello che trapassava i campi, era bella la brina che rivestiva le foglie degli alberi.
Pian piano creavo la lista delle cose che erano belle, infondo è tutto bello, dipende dal punto di vista con cui osserviamo qualcosa.
È possibile apprezzare il mare anche se è agitato, è possibile apprezzare un dolce anche se è morso, è possibile apprezzare un fiore anche se è spoglio.
Mi sentivo felice, riuscivo a sorridere anche alle nuvole grigie, riuscivo a sorridere al freddo che mi spaccava la pelle.
L'importante era avere il buon umore.
STAI LEGGENDO
Prima O Poi Sorgerà Il Sole
RomanceAndrea, un ragazzo di 17 anni, si imbatte con il primo amore, che non sembra andare per il meglio. Decide di inseguire il suo sogno, quello di scrivere un romanzo. Con i preziosi aiuti dati dalla sua precedente maestra delle elementari, cerca di aff...