Capitolo 6

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Quando una delle solite mattine di dicembre mi svegliai, fui colto da un piccolo imprevisto. Dagli infissi della finestra della mia camera, sfilavano sulla parete gocce d'acqua. Una dopo l'altra, senza sosta. Chissà, forse con i miei pianti dei giorni precedenti avevo fatto deprimere la finestra, che sembrava piangere come me. Non esitai a chiamare mio padre, che ovviamente, con la sua buona volontà e grande saggezza riuscì a sistemare il danno. Quel giorno decisi di non bere il solito caffè per colazione, fui più creativo. Sporcando l'intera cucina, riuscii a cucinare una meravigliosa ciambella al cioccolato. Una volta sfilata dal forno, ne tagliai una fetta e la addentai con tutte le mie forze. Mentre il mio palato si gustava quella golosa squisitezza, fissavo il vuoto. Pensavo a ciò che mi aveva detto Gaia, non aveva ancora preso la sua decisione. Presi il cellulare con le dita ancora bollenti e scrissi un messaggio a Gaia.

ANDREA

Ciao Gaia. Non mi hai più dato una risposta. Non puoi tenermi in questo modo sulle spine. Ho bisogno di una risposta netta, SI o NO.

Come di mio solito, mi vestii, infilai lo zaino sulle spalle, indossai le scarpe ed uscii per andare a scuola. Al suono della campanella mi diressi in classe, presi posto e sistemai le mie cose. La professoressa di italiano entrò in classe con molta svogliatezza. Quello giorno, a differenza di altri, non avevo voglia di ascoltare la lezione. Sfilai dal mio astuccio una penna, strappai un foglio ed iniziai a scrivere. Questo fu ciò che scrissi: 

Io mi chiedo perché la scuola è tanto odiata? La scuola dovrebbe essere un punto "amato"dagli studenti. Invece... è definita un inferno. Oggi ci si chiede perché sono pochi gli alunni che si dedicano allo studio. Beh, ve lo dico io. Gli studenti sono costretti ad essere seduti 5 ore su una sedia, pretendendo che loro siano interessati. Come può un alunno essere interessato stando fermo su una sedia, circondato da professori che lo minacciano, dicendo di mettergli un brutto voto. In questo modo non si cattura l'attenzione di un giovane. Quando si prende un bel voto ci viene detto "puoi fare di meglio", e quando prendiamo il voto massimo ci dicono "Non è del tutto guadagnato". Perché dalla scuola non si può mai avere una piena soddisfazione? Perché costringono ogni studente a completare maree di compiti senza dargli del tempo libero per poter coltivare le proprie passioni? Beh, sono tante altre le domande che mi pongo.

La campanella dell'ultima ora risuonò in tutta la scuola. Dai corridoi si potevano osservare i colorati zaini dei ragazzi che sfrecciavano nei corridoi. Presi l'autobus e tornai a casa. Arrivato fui accolto dal mio cagnolino Leo, un Labrador dal pelo color miele e gli affettuosi occhi azzurri. Con la sua lingua umidiccia mi leccò l'intera faccia. Una volta entrato in casa, tolsi il giubbotto e feci un sospiro di sollievo.

-Ciao ma'-

Dissi rivolgendomi a mia madre.

-Cos'hai fatto a scuola?-

Continuò.

-Nulla...-

Quella era la mia solita risposta quando mi faceva una domanda del genere. Pranzai con mio fratello e i miei genitori. Una volta finito di gustare la pasta, mi diressi in camera. Gettai lo zaino nell'angolo della stanza e mi stropicciai gli occhi. 

Una lunga giornata di studio mi aspettava inquieta. Svolsi tutti i miei compiti nel modo più veloce che potessi. Finii di studiare alle 6:00 in punto. Avevo abbastanza tempo per scrivere almeno un capitolo del mio romanzo. 

Ma semplicemente non ne avevo voglia. Rimasi incollato al telefonino, il quale attaccato alla presa della corrente, mi teneva inchiodato come un cane al guinzaglio. Tra i vari TikTok, trovai quello di una ragazza che parlava di un sito web, un sito web dove poter postare le proprie storie capitolo per volta. Non esitai a visitare quel sito web. Dopo averci riflesso un po' su, mi decisi a postare il primo capitolo del mio romanzo. Sentivo un calore immenso dentro di me, avevo un brutto presentimento. E se la mia storia non fosse piaciuta? Beh, l'importante era avere speranza. Passai il pomeriggio intero a scrivere, senza fare i compiti. Il mio entusiasmo era talmente grande che passai anche l'intera serata a scrivere, fino a mezza notte. Quando chiusi il computer la luna era alta e luminosa in cielo. Potevo intravedere la sua luce oltre le tende. Dopo aver fatto una bella doccia, indossai il pigiama e mi infilai sotto le coperte. Percepivo la freschezza ed il profumo del mio piumone. La lista dei pensieri nella mia testa era sempre più varia, una nuova giornata si era conclusa.

La mattina dopo, una fitta luce penetrò nelle mie occhiaie. Preferii indossare gli occhiali per andare a scuola. Quando raccontai ai miei amici della storia che stavo pubblicando, fecero una faccia piuttosto disgustata. A loro non piacevano né i libri né la scrittura. Tutti disprezzarono il primo capitolo, tranne Asia, che invece lesse la prima parte del mio racconto con passione. Nemmeno i commenti sul sito erano positivi, pochi i like e tante le considerazioni negative. Le 5 ore a scuola sembrarono più lunghe del solito. Avevo il presentimento che la mia vita sarebbe cambiata a breve. A fine a giornata, sentii il bisogno di riflettere. Con Leo, il mio cagnolino, mi diressi verso il belvedere della mia città. Un rosaceo tramonto mi accolse caloroso. La luce trapassava le mille sfumature del sole. Con una mano accarezzai il pelo di Leo, lui rispose leccandomi con la sua lingua umidiccia. Cosa sarebbe successo? Quali guai si sarebbero intromessi ancora? Tutto sembrava andare per il peggio in quel periodo. L'unica cosa che poteva tirarmi su era l'aria natalizia che si respirava nella città. Una volta tornato a casa, qualcuno picchiò alla porta. Quando mia madre aprì, una ragazza dai capelli biondi e qualche lentiggine sul viso si presentò:

-Ciao! Sono Cris! La nuova vicina di casa, mi sono trasferita da poco. Piacere di conoscervi-

-Ciao! Piacere, sono felice che tu sia venuta qui per fare conoscenza-

Disse mia madre.

-Ciao-

Dissi io un po' timido.

Iniziammo a parlare del meno e del più, lei ci raccontò del suo trasferimento e della sua vita. Una ragazza sincera e semplice. Proprio mentre parlava, una fitta mi trapassò lo stomaco. Oh no, forse stava per succedere proprio quello che non volevo accadesse. Una nuova e probabilmente devastante cotta... 

Prima O Poi Sorgerà Il SoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora