Capitolo 10

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Ero finalmente a casa, potevo dedicare un po' di tempo a me stesso. Mi ricordai del libro della maestra Francesca, lo sfilai dalla mia libreria e lo aprii. Le mie dita scivolavano su quella copertina gelida, iniziai a leggere misteriosamente il contenuto. Ciò che vi era scritto mi aveva del tutto stupito, la mia bocca rimase aperta leggendo quelle parole.

Non persi altro tempo, presi il libro, infilai il giubbotto, gettai il cellulare in tasca ed uscii. Presi il solito autobus che mi portava a casa della Maestra. I miei pensieri si accavallavano uno sopra l'altro, ero confuso, non riuscivo a credere ad una cosa del genere.

Volevo spiegazioni, ero felice di ciò che aveva scritto, ma mi sembrava tutto così assurdo. La pioggerella cadeva lieve sui vetri dell'autobus, il giallo del veicolo metteva in risalto l'atmosfera.

Ero arrivato, scesi i gradini dell'autobus in fretta e furia. Il mio zaino sbatteva impetuoso sulle mie spalle, mi diressi verso il palazzo della maestra Francesca. Arrivato all'uscio del portone, suonai il citofono, la solita voce robotica rispose. Il portone si aprì.

Feci sgattaiolare le mie gambe su quelle scale, non pensavo più a nulla. Mi fermai per la stanchezza, appoggiai le braccia sulle gelide ginocchia, lasciai la mia testa penzolante.

Quando rialzai il capo, trovai davanti a me una persona che non immaginavo di poter trovare lì, Asia.

-Asia? Cosa ci fai qui!?-

Dissi stupito.

-Beh... sono venuta a fare quattro chiacchiere con la maestra, non la vedo da tanto e...-

-Ah, ho capito... beh... dai entriamo-.

Bussammo al portone, la maestra Francesca ci accolse con il suo caloroso sorriso.

-tesori miei!-

Esclamò stupita.

-Ciao maestra-

Dicemmo in coro io ed Asia.

La maestra ci fece accomodare sulle poltroncine che aveva in salotto, ci preparò la solita squisita bevanda con latte e caffè ed iniziammo a parlare.

-Beh, a quanto pare io ed Asia abbiamo bisogno delle tue parole...-

Dissi.

-Già, abbiamo proprio bisogno di quattro chiacchiere-

Continuò Asia.

-Forse cinque-

Affermai.

-Maestra, sono stupita dalla persona che pensavo mi amasse. Mi ha ferito, e non solo il cuore...-

-Asia, questa persona è un gas velenoso per te, e ricorda, che una donna non ha bisogno di un uomo per essere speciale. Una donna brilla come un pianeta in cielo, a prescindere dal satellite che le gira attorno-.

Disse la Maestra Francesca.

Con quelle parole riusciva ad abbagliare i nostri pensieri, possedeva questa specialità.

-Grazie, beh, io dovrei andare, è molto tardi...-

Concluse la mia migliore Amica.

Afferrò il cappotto, lo indossò e se ne andò.

-Beh, torniamo a noi...-

Sorrise la maestra.

-Già, ho trovato questo...sulla tua mensola...-

Dissi mostrandole il libro in pelle che le avevo preso.

Lei accennò un sorriso, non sembrava stupita.

-Sapevo che l'avessi preso tu, immagino tu sia curioso...-

-Si!-

Affermai in fretta.

-Ho raccontato la nostra storia, non potevo non scrivere un'avventura così meravigliosa-

-Ma la cosa assurda...è che...-

Stavo per dire che avevo iniziato il mio libro con le stesse parole, ma la maestra non sapeva del romanzo che stavo ideando.

-Qual'è la cosa assurda?-

Chiese.

-Io sto scrivendo un romanzo in anonimo, e...-

-Aspetta cosa?-.

Rimase a bocca spalancata, anzi slogata.

-Ma la cosa strana è che il mio romanzo inizia con le stesse parole con cui inizia il tuo!-.

La maestra annuì stupita.

"Sapete, anche le piccole cose possono diventare enormi"

La frase che dava inizio a due storie, anzi una sola storia ma vista da due punti di vista diversi. Dopo aver discusso un po', capimmo che avevamo entrambe scritto la storia di come noi due avevamo stretto un rapporto magnifico. Entrambe i libri narravano i fatti più importanti del corso delle nostre vite incrociate.

Tutto ciò era assurdo, è molto difficile da spiegare con le parole. Avevamo raggiunto un punto di telepatia, tanto da scrivere due storie molto simili. Dopo esserci capacitati dell'accaduto, ci guardammo negli occhi, nei suoi vedevo il mio viso stupito. Scoppiammo in una risata di massimo stupore.

-Abbiamo scoperto una cosa che non si sente tutti i giorni-

Disse.

-Wow, non ho le parole per descrivere questo momento-

-Abbiamo rivoluzionato il rapporto tra maestra e alunno...-

-Abbiamo cambiato il punto di vista delle persone, abbiamo tolto lo stereotipo della maestra cattiva e dell'alunno svogliato-

-Siamo...siamo unici!-

Conclusi.

Tornai a casa, mi ero tolto un enorme dubbio dalla coscienza, ma ancora una domanda incombeva su di me: Perché il simbolo della "F" nel libro mi sembrava familiare anche se non l'avevo mai visto? I misteri per me non erano ancora finiti.

Una volta tornato a casa, mi precipitai al computer, andai a visitare il sito su cui avevo pubblicato la mia storia. Quello che avevo davanti a me mi faceva stare malissimo. Decine e decine di commenti negativi erano incollati sotto i capitoli del romanzo. Una lacrima si fece strada sul mio viso, ero di nuovo distrutto. Tutto sembrava andare per il meglio all'inizio dell'anno, eppure in quel momento mi ritrovai in lacrime. L'unico complimento era fatto da un profilo con un nome composto da numeri, non sapevo minimamente chi fosse, l'unica cosa che sapevo era che mi stimava molto.

La nottata passò in fretta, la prima cosa che mi venne in mente appena sveglio, fu andare dalla maestra Francesca. Sentii il bisogno di dire ciò che provavo all'unica persona che riusciva a capirmi.

-Raccontami tutto...-

Disse la maestra pazientemente.

-Quel romanzo che ho scritto... è odiato dalla maggior parte dei miei lettori-

-Ascoltami bene, la vita non è composta da rose, fiori e quadrifogli, la vita non è mai perfetta. Devi dare importanza alla minor parte dei commenti, quelli positivi. Propio come hai scritto all'inizio del tuo romanzo:"Sapete, anche le piccole cose possono diventare enormi".

Quindi non lasciare insignificante quel piccolo commento che un girono potrà diventare enorme. Ah e ricorda... che dopo la notte prima o poi sorgerà il sole-.

Le sorrisi timidamente, era riuscita a farmi trovare il senso della vita in pochi minuti. Forse aveva ragione, sarebbe sorto il sole, sarebbe arrivato il momento di felicità dopo la notte di tristezza. 

Prima O Poi Sorgerà Il SoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora