Tutti si girarono a guardarmi, la prof era stecchita a terra, io sconvolto. Presto arrivò l'ambulanza che la trasportò in ospedale facendo squillare la scuola di preoccupazione. All'entrata avevo mille occhi puntati su di me, ero soffocato dagli sguardi agguerriti della gente che mi stava attorno. Le lezioni proseguirono angosciose una dopo l'altra, i miei pensieri, le miei preoccupazioni si accumularono una sopra l'altra come la torre di mattoncini costruita da un bambino. Delle nocche picchiettarono sulla porta della mia aula, oltre la porta intravidi la preside.
Povero me, ma ormai quel che è fatto è fatto.
Pensai.
-Può seguirmi nel mio ufficio Andrea Sulanni?-
Disse in tono severo.
-Si, sono io-
Confermai.
-Seguimi gentilmente-.
Iniziai a far strusciare i piedi sul pavimento mentre seguivo la preside nel suo ufficio. Arrivati davanti una porta in legno chiaro mi lanciò un occhiata severa, entrai e mi guardai attorno. Vari trofei erano posizionati uno dopo l'altro su scaffali impolverati. La preside mi invitò a sedermi sulla sedia.
-Oggi è accaduto un equivoco a quanto pare...-
Disse.
-Beh, si, sono andato a sbattere involontariamente contro una professoressa...-
-Ah, quante volte ho detto che non bisogna correre lungo il marciapiede della scuola!-
-Scusi, ma ero in estremo ritardo ed ero piuttosto confuso-.
Le mie mani iniziarono a sudare seppur gelide. Il mio respiro si fece sempre più profondo, ed il mio sguardo diventava sempre più intenso nell'incrocio con quello della preside.
-Per ora provvederò ad una sospensione! La tua professoressa si è rotta un braccio ed una gamba! Cosa alquanto grave!-
Disse facendo risuonare la voce tempestosa nella satnza. Ero terrorizzato alla sola idea di dover tenere sulla coscienza una cosa del genere.
Sentii il bisogno di dire ciò che mi passava per la testa...
-Lei non sa più cosa vuol dire essere un adolescente, che emozioni si provano, quali problemi si devono affrontare. Lei non fa altro che comandare a bacchetta, infondo è l'unica cosa che lei sa fare. Ma non importa, le mie parole voleranno via come neve al vento. Non riuscirete mai ad affrontare i problemi della società di oggi in questo modo ottuso-.
Gli occhi della dirigente si catapultarono su di me in modo devastante.
-Cerca di non peggiorare le cose, nessuno ha chiesto il tuo parere!-.
Queste furono le sue parole.
Mia mamma fortunatamente capì che non era mia intenzione e che ci tenevo alla mia condotta scolastica, quindi ricevetti solo un piccolo rimprovero. Nella scuola ero diventato noto come il "distruggi prof".
Il primo giorno di sospensione lo passai terribilmente steso sul letto a pensare. Ma non ero preoccupato per la mia prof, ma per ciò che era successo prima dell'incidente. Gaia continuava ad essere disgustata da me, perché dovevo soffrire per una persona che mi riteneva troppo brutto. Iniziai di nuovo a inumidire il cuscino cristallizzandolo di lacrime salate sul mio viso. Iniziai a stringere forte a me le lenzuola tenendole strette al mio petto. Afferrai il cellulare dal comodino e guardai le storie di Instagram, la prima che mi capitò fu quella di Gaia che baciava un ragazzo. Gettai il telefono tra le coperte ed iniziai a disperarmi. Si erano purtroppo già creati i nodi nella mia vita, forse troppo in fretta, forse troppo presto per un 14enne.
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Prima O Poi Sorgerà Il Sole
RomantizmAndrea, un ragazzo di 17 anni, si imbatte con il primo amore, che non sembra andare per il meglio. Decide di inseguire il suo sogno, quello di scrivere un romanzo. Con i preziosi aiuti dati dalla sua precedente maestra delle elementari, cerca di aff...