Capitolo 34

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-A-Andrea, noi...-

Balbettò mio padre.

-Dove hai preso quella?!-

Esclamò mia madre.

Io aggrottai le sopracciglia, la guardai negli occhi e dissi:

-Beh, tu sai dove-.

Lei si portò le mani nei cappelli. Non sapeva cosa fare, glielo si leggeva negli occhi. Ciò che avevamo fatto era davvero inaspettato da parte loro. Chissà se forse tutto ciò sarebbe servito a dare una giusta spiegazione alla nostra fuga.

-NON É IL MOMENTO DI PARLARE DI QUESTO-

Esclamò mio padre molto arrabbiato. I miei occhi erano Luciano e non riuscivo a vedere se lo erano anche i suoi.

Si avvicinò a me e tento di strapparmi il documento dalle mani. Io ritrassi la mano facendolo fallire nel suo intendo.

-Non provarci nemmeno-

Sussurrai con tono di sfida, poi mi voltai e mi diressi diritto in camera mia. Diego mi seguì. Quando entrai in camera sbattei la porta. Mio fratello tentò di aprirla ma io lo fermai.

-Diego ho bisogno di stare solo!-.

Con il dorso della mia mano mi asciugai le lacrime sul mio volto. Non potevo fare altro che piangere in silenzio, mi sentivo impotente davanti ad una situazione del genere. Mi appoggiai con la schiena alla porta per impedire a chiunque di entrare. In quel momento mi arrivo un messaggio da Asia.

ASIA

Andrea? Tutto bene. Siete arrivati?

ANDREA

Ci hanno scoperti.

ASIA

CA**O

ANDREA

Mia madre non mi ha voluto dare una spiegazione al documento.

ASIA

Mettiti nei suoi panni e prova a capirla.

ANDREA

Come posso mettermi nei suoi panni se lei non capisce nemmeno perché ho fatto un atto del genere.

ASIA

Mantieni la calma, dopo devi parlarle.

ANDREA

Non me la sento.

ASIA

Devi!

ANDREA

Io faccio fatica anche a guardarla in faccia, è tutto così strano. Non so se glielo perdonerò.

ASIA

Andrea, non farti prendere dall'ira. Comunque stai dando per scontato che sia tu quello adottato.

ANDREA

Sì, l'ho dato per scontato. Insomma... non ho una spiegazione logica ma ho paura di poter essere io.

ASIA

Andrea, facci caso. Quello più diverso in famiglia è Diego.

Asia aveva ragione, Diego era quello più diverso in famiglia. L'ansia dentro di me diminuì. Tuttavia sarebbe rimasto ferito Diego. Lui probabilmente è più maturo di me, e sa gestire meglio le sue emozioni. Sono sicuro che lui la prenderebbe meglio.

ANDREA

Asia, hai ragione. Comunque ora vado, ho bisogno di pensare.

Forse Asia aveva ragione, c'era il bisogno che io parlassi con mia madre e mio padre. Sarebbe stato difficile...ma ne sarebbe valsa la pena. Tuttavia avevo ancora bisogno di stare un po' da solo. Mi era persino passata la fame. Ormai ero disperato, in balia di tante preoccupazioni. Non riuscivo a credere al fatto che ero vissuto per anni nella menzogna, e quello che pensavo fosse mio fratello carnale in realtà non lo era. Forse dovevo ancora metabolizzare, forse l'avevo già accettato. Non riuscivo a capire i miei sentimenti. Mi buttai sul letto e socchiusi gli occhi, avevo bisogno di riposare, avevo bisogno di distaccarmi dal mondo esterno e pensare ad altro. L'unico pensiero positivo nella mia testa era quello che avrei pubblicato un libro. Mi faceva sentir bene sapere che stavo per realizzare un sogno, che desideravo avverare sin da quando ero bambino. Chissà se avrebbe avuto successo, chissà se sarebbe piaciuto alla gente. Volevo scacciare via i pensieri negativi, volevo pensare al meglio. Senza che me ne accorsi mi persi nel sonno.

Quando mi risvegliai erano le 4:00, forse era arrivata ora, ora di parlare con mia madre. Mi alzai dal letto e mi stropicciai gli occhi violentemente. Sentivo i piedi caldi che toccavano il pavimento gelido. Aprii delicatamente la porta della mia camera e finalmente ne uscii. Trovai mia madre in salotto che si massaggiava con una mano la tempia. Aveva un'aria disperata. Da un lato mi dispiaceva vederla così. Mi faceva sentire un po' in colpa. Difronte a mia madre vi era Diego, aveva la testa bassa.

-Ti stavamo aspettando-

Disse mia madre con tono severo.

Io mi avvicinai e mi sedetti su una poltrona.

-BENE, penso sia arrivato il momento di spiegare tutto precisamente-

Disse mia madre.

Noi le raccontammo tutto l'accaduto, nei minimi dettagli. Non avevamo mancato nulla. Dopo aver pensato un po', mia madre si alzò e iniziò a camminare per la stanza.

-Adesso tocca a te-

Dissi io seccamente mostrandole il frammento del documento. Lei fece un respiro profondo, poi con tono calmo disse:

-Ragazzi, io non me la sento di affrontare questo argomento, l'adozione...voi...sono cose che sono state difficili per me. E preferisco parlarvene quando sarete più grandi e anche più maturi-

-Ma noi lo siamo!-

Esclamai.

-Dopo quello che avete fatto non penso siate molto maturi-

Rispose.

-Prova a capirci per una volta...-

Disse Diego.

-Ho detto NO. Per ora-

Rispose con tono alto mia madre.

-Ragazzi, siate comprensivi. Per me è difficile quanto lo è per voi. Io non mela sento di dirvelo così-

Continuò.

-COME ALLORA?-

Esclamai io.

I suoi occhi si fecero lucidi, stava per scoppiare.

-Va bene, va bene-

Disse Diego cercando di tranquillizzarla.

Poi continuò:

-Forse hai ragione, per ora dovremmo lasciar stare questo argomento, e magari metabolizzare-.

Io annuii come per acconsentire.

Poi mia madre allargò le braccia come per invitarci ad una abbraccio, noi ci buttammo tra le sue braccia e la stringemmo forte. Mi sentivo meglio, non avevo avuto le risposte che cercavo, ma avevo chiarito con mia madre, e questo era l'importante.

Prima O Poi Sorgerà Il SoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora