Capitolo 13

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-Ciao mamma-

Dissi entrando in casa.

-Com'è andata a scuola?-

-Bene-

Dissi con lo sguardo basso.

Quando attraversai la soglia della cucina trovai sul tavolo una zuppa di carote fumante. Non era molto invitante, specialmente per il colore. Mi sedetti a tavola con la mia famiglia. Con il cucchiaio tra le mani iniziai ad assaporare quella poltiglia. Non era molto bella la sensazione che provava il mio palato, quella zuppa aveva il sapore di carote marce.

Finii al più presto il pasto per non dover percepire troppo a lungo quel gusto. Subito dopo mi diressi in camera mia con l'umore basso quanto uno gnomo. La prima cosa che feci fu prendere i miei libri ed iniziare a studiare. Odiavo dover avere il peso dello studio sulle spalle, specialmente quando c'è qualcosa che mi turba. Feci molta fatica a concentrarmi, era brutto non poter avere un punto di sfogo in momenti come quelli. Tra numeri ed equazioni tornò alla mia mente ciò che era accaduto in classe. Un'altra lacrima si fece strada sul mio viso. In quel momento mi sentivo libero di piangere, libero perché non avevo nessuno che mi derideva attorno a me. Mi sentivo intrappolato dalle mie emozioni, i miei sospiri di tristezza erano invisibili a tutti. Nessuno avrebbe mai percepito la frustrazione nelle mie lacrime, nessuno si sarebbe interessato ai gesti che mi erano stati fatti. In poco tempo i miei occhi erano simili a due cascate, cascate di dolore. Volevo raccontare ciò che mi era accaduto a qualcuno, ma avevo il timore di non poter essere compreso. In quel momento ero impotente.

L'unica cosa che poteva darmi la minima forza di poter andare avanti era scrivere.

Presi il mio computer ed iniziai a scrivere tutto ciò che mi passava per la testa. Attraverso le parole riuscivo a controllare i miei pensieri. Era incredibile che un aggeggio poteva capirmi più di una persona, il computer non mi avrebbe giudicato.

Decisi che non potevo passare l'intero pomeriggio a deprimermi. Improvvisamente mi venne in mente un'idea. Gaia passava interi pomeriggi uscendo con gli amici, per farla ingelosire avrei chiesto ad Asia di far finta di essere la mia ragazza. Non esitai a chiamarla.

-Ehi Asia!-

Dissi al cellulare.

-Ehi Andrea-

-Mi è venute un'idea pazzesca-

-Ovvero?-

-Voglio far ingelosire Gaia-

Dissi convinto.

-Ma non avevi detto che non eri più innamorato di lei?-

-Beh, diciamo che in testa ho un po' di confusione-

-Okay, ma in che modo la vuoi far ingelosire?-

Chiese.

-Tu sarai la mia ragazza! Per finta ovviamente...-

-fantasticooooo! Ci vediamo alle 6:00 in centro-.

Ero felice che Asia fosse diventata mia complice. Lei era una di quelle amiche che ti sostengono in qualsiasi momento. Inizialmente mi preoccupai per i compiti, ma poi pensai che gli avrei fatti la notte.

Alle 6:00 in punto io ed Asia eravamo pronti per la nostra missione.

-Ho appena visto le stories di Gaia, è qui vicino...-

Disse Asia.

-Perfetto! Andiamo-

Affermai.

Iniziammo a camminare mano nella mano, devo ammettere che era una situazione piuttosto imbarazzante. Ogni tanto ci sfuggiva una risatina di divertimento, sembravamo una vera e propria coppia. Entrammo nel locale dove si trovava Gaia, iniziai a guardarmi attorno in cerca della persona da far ingelosire. Asia mi strinse forte la mano e mi trascinò in un tavolo.

-Eccola-

Sussurrò la mia amica guardando un tavolo su cui erano seduti Gaia ed un ragazzo che non riconobbi perché era di spalle. Il ragazzo accanto a Gaia tentò di baciarla ma lei si scansò abbassando lo sguardo. Asia mi guardo a bocca aperta e disse:

-Cavolo, che friendzone-.

Gaia si era scansata da quel ragazzo, dentro di me godevo. Ero felice che Gaia lo avesse rifiutato, forse provavo ancora qualcosa per Gaia e non me ne ero ancora reso conto. È molto difficile dimenticare il primo amore, più di quanto pensassi.

-Matteo...non posso...-

Disse Gaia.

Quando sentii quel nome mi drizzai sulla la schiena. Il ragazzo accanto a Gaia si voltò verso di noi, non potevo credere ai miei occhi, Matteo, il mio amico.

Mi giro verso Asia e la guardo con la mia faccia sconvolta quanto la sua. Pensavo che Mattia non fosse più interessato a Gaia invece mi aveva mentito. Non capivo perché Matteo mi avesse detto una bugia, pensavo fosse sincero con me. Lui aveva tentato di baciare Gaia, mi ero fidato troppo di lui.

Dovevo agire, dovevo far ingelosire Gaia. Guardai negli occhi Asia, mi avvicinai sempre più lentamente al suo viso, i nostri battiti diventavano sempre più vicini e sempre più forti. Strinsi le mie mani nelle sue, le mie labbra stavano per sfiorare quelle di Asia.

Ma in quell'esatto istante qualcuno mi venne addosso e mi scaraventò a terra, era Gaia. Si era buttata su noi due per dividerci. Intravidi il volto stupito di Asia, eravamo entrambe a terra. Gaia mi porse una mano, io l'afferrai e mi tirai su. I nostri sguardi si incrociano, non era la prima volta che rimanevo incantato davanti quegli occhi. Le nostre mani erano ancora unite, come due magneti indivisibili. Stava proprio per succedere, non capii più nulla, una forte confusione mi trapassò la mente. Le sue labbra si avvicinavano sempre di più alle mie, si sfiorarono, in quel millesimo di secondo fummo scaraventati sul pavimento da un'altra persona, Matteo. Ero di nuovo a terra, steso nella confusione. Asia mi aiutò ad alzarmi e mi trascinò fuori da quel locale. La gente attorno a noi era totalmente sconvolta mentre assisteva alla scena.

-Stavi per baciarmi davvero!-

Dissi mentre entrambe camminavamo sul marciapiede.

-E tu stavi per baciare Gaia!-

-Non so cosa mi era successo-

-Dovresti ringraziare Matteo per quello che ha fatto, stavi per diventare di nuovo un sottone-

-Era solo geloso-

Conclusi.

Dopo dieci minuti di passo veloce ci trovammo davanti al duomo di Milano. Ci sedemmo propio a terra, senza un perché. Asia appoggiò la sua testa sulla mia spalla, la luna si intravedeva nell'oscurità della notte. I nostri fiati caldi si incontravano con il gelo, i nostri occhi si facevano abbagliare dalle bellezza di quel posto. Due migliori amici che avevano appena combinato un casino, sotto un cielo stellato, tra le luci di una metropoli. Tutto sembrava tranquillo, tutto sembrava nella massima calma, tutto era così bello e piacevole.

Ma quel momento fu interrotto da due passi che avanzarono verso di noi, mi dirizzai sulla schiena e mi voltai. Non potevo credere ai miei occhi... 

Prima O Poi Sorgerà Il SoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora