Con le mani tremanti presi il cellulare, cliccai sulla notifica e si aprì la chat.
GAIA
Ehi, ciao. Scusa per l'altra volta, non mi sono presentata. Voglio rimediare... ti andrebbe di uscire domani sera?
ANDREA
Okay, alle sette ci troviamo a "PIAZZA DUOMO".
GAIA
Va bene, buonanotte.
Avete presente quando le giornate passano in modo talmente veloce che non avete nemmeno il tempo di riposarvi un po'. Beh, a me successe proprio quel giorno. Le ore erano passate sui libri, tra quaderni, interrogazioni ed ansie. L'unico momento in cui riuscii a respirare fu solo quando dovetti uscire con Gaia.
Erano quasi le sette, ed io ero davanti al Duomo. Il tramonto spiccava tra la nebbia ed un venticello freddo faceva a lotta con i miei capelli. Mi voltai, vidi Gaia. Una strana piccola sensazione di scintilla mi trafisse il petto.
-Ciao...-
Dissi.
-Ehi Ciao-
Disse Gaia abbassando lo sguardo.
-Mi mancava uscire con te-
Ridacchiai.
-Beh...in un certo senso anche a me-
Sorrise.
-Ah...ho portato una cosa carina...-
Continuò.
-Cosa?-
-Beh, seguimi-.
Seguii Gaia, sembrava diversa, sembrava fuori di se. Camminammo per qualche minuto, ci fermammo davanti un palazzo con una grande vetrata. Proprio sul muro era appoggiata una bici bianca.
-É tua?-
Chiesi.
-É nostra...-
Sussurrò Gaia guardandomi.
-Nostra?-
-Ora si...-.
Salimmo in due, quella bicicletta aveva un sedile che poteva essere occupato da due persone.
Io mi sedetti avanti e Gaia dietro.
Lei con le sue braccia si strinse forte a me ed appoggiò la sua testa sulla mia spalla. Posizionai i piedi sui pedali, e con un po' di forza iniziai a pedalare. L'aria, seppur inquinata era piacevole, dava un enorme senso di libertà. Era una cosa molto bizzarra, un po' mi metteva in imbarazzo ma mi divertiva.
La gente attorno a noi ci osservava stupita. Non riuscivo a trattenere le risate, Gaia sembrava esser divertita più di me, questo mi faceva sentire bene.
Voleva dire che lei era felice con me, quando c'è felicità c'è casa. Dopo tantissime pedalate arrivammo finalmente nel mio posto preferito, un semplice parco.
Semplice all'apparenza, anche un piccolo angolo verde di una città può essere un piccolo angolo di ricordi. Da piccolo passavo ore ed ore seduto su una di quelle panchine a scrivere, era diventata per me un'abitudine.
Le emozioni che provavo da piccolo in quel parco le provai in quel momento con Gaia. Ci sedemmo su una panchina, quella su cui mi sedevo da piccolo. Gaia mi guardò, io ricambiai lo sguardo. Il colore del suo sguardo verde si riflettete nei miei occhi che al sole avevano cambiato tonalità. Provai un'emozione stranissima, avevo la sensazione che due magneti ci tenessero uniti.
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Prima O Poi Sorgerà Il Sole
RomansaAndrea, un ragazzo di 17 anni, si imbatte con il primo amore, che non sembra andare per il meglio. Decide di inseguire il suo sogno, quello di scrivere un romanzo. Con i preziosi aiuti dati dalla sua precedente maestra delle elementari, cerca di aff...