Capitolo 23

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Non avevo mai notato quel simbolo sul bracciale, ma la domanda era... come mai usava così spesso quel simbolo? Cosa aveva di così importante?

-Beh...ci vediamo domani-

Dissi distogliendo lo sguardo.

-S-si, io vado-

Disse Gaia un po' intimidita.

Poi si voltò ed io rimasi con lo sguardo su di lei, il mio cuore sorrise. Uno tsunami si rivoltò nella mia pancia, avrei voluto provare quella sensazione migliaia di volte.

-Scommetto che sei innamorato...-

Mi sussurrò una voce proveniente da dietro di me.

Io mi voltai di scatto, degli occhi color miele di una signora di mezza età erano addolciti su di me. Io arrossii, aveva capito perfettamente ciò che provavo, sembrava che mi conoscesse da anni. Io abbassai lo sguardo, poi tornai nel mio palazzo.

Ero di nuovo sui libri, come una routine infinita che si ripete. Ma un pensiero unico era fisso nella mia mente e disturbava la mia attenzione... Avevo il presentimento che Gaia mi nascondesse qualcosa, si comportava in modo troppo strano, quella doppia personalità che aveva mi incuriosiva molto, così come quella volta che non si era presentata all'appuntamento ma l'avevo vista salire sull'autobus che portava dall'alta parte della città. Erano davvero troppi i misteri. Le ore passarono, le occhiaie sul mio volto erano sempre più definite, definite dallo studio.

Erano le 8:00 in punto quando terminai di cenare, non avevo parlato molto con la mia famiglia, l'unica cosa che mi avevano detto era che ci saremmo trasferiti la settimana dopo. La casa a Londra era già pronta, mancavamo solo noi.

Non avevo ancora detto nulla a Gaia e Asia. Infondo per i miei compagni di classe il mio trasferimento sarebbe stato indifferente, mi odiavano, sono sempre stato il ragazzo timido con i felponi, nascosto all'ultima fila dei banchi.Sono sempre stato sottovalutato da tutti.

Mi feci una doccia, indossai il pigiama e mi infilai nel letto avvolto dal calore dai miei sogni. Ma non bastava sognare, bisognava anche realizzare ciò che si desiderava. Presi il mio computer ed iniziai a scrivere la solita storia, erano così belli quei momenti in cui viaggiavo con la fantasia. Anche in quel modo il tempo passò e si fece tardi.

Appoggiai la testa sul mio cuscino e feci scivolare una lacrima sul mio viso, non ero triste avevo solo bisogno di piangere, di sfogarmi, di far esplodere le mie emozioni. Poi socchiusi gli occhi e mi persi in me stesso.

Quando la mattina mi sveglia un caldo sole riscaldava Milano, mi sentivo felice, pronto per una nuova giornata, ma soprattutto mi sarei tolto i miei dubbi parlando con Gaia.

Caffè, rinfrescata ai denti, vestiti, scarpe, zaino ed ero pronto per affrontare quel sabato. Mi incamminai a piedi verso la scuola, decine di ragazzi seguivano la mia stessa direzione come soldatini. Quando entrai in classe salutai Asia ed iniziammo a parlare.

-Oggi scoprirò qualcosa...-

Affermai sicuro.

-Riguardo cosa?-

Chiese.

-Poi lo scoprirai...-

Dissi.

-Odio quando mi trattieni così sulle spine!-

Esclamò.

Le sorrisi e poi guardai la professoressa che aveva già iniziato la sua lezione, sembrava arrabbiata.

-Andrea ed Asia...volete anche un caffè e dei biscotti?-

Esclamò l'insegnante con tono indignato.

Io annuii ed Asia alzò le sopracciglia accennato una risatina.

La lezione continuò noiosamente...ma proprio mentre la professoressa continuava a blaterare parole stranissime il mio sguardo cadde su Gaia, come al solito aveva cambiato personalità ed aveva un'aria acida. Odiavo vederla in quel modo.

La campanella dell'ultima ora finalmente suonò, e decine di leoni in gabbia furono liberati. Io uscii dalla scuola e mi incamminai verso casa, come avveniva spesso, avevo perso l'autobus e dovevo contare sulle mie gambe.

Quando rientrai a casa trovai mio fratello che al posto dei riccioli d'oro aveva mucchi di farina.

-Che hai combinato?!!?-

Esclamai confuso.

-Ma io volevo solo le pancake!-

Rispose lui gesticolando con le braccia.

Io portai le mani alla fronte e scoppiai in una risata.

La cucina era un completo disastro, delle uova erano schiacciate sul piano cottura, e del latte era rovesciato sul tavolo. La mamma sembrava stesse per avere un esaurimento nervoso, continuava strofinare le pezze ovunque.

-Tuo fratello ha messo il dentifricio nel microonde-

Esclamò arrabbiatissima la mamma.

-Così non dovevo lavare i denti quando mangiavo le pancake!-

Si giustificò Edoardo.

Presi una pezza e ceraci di aiutare la mamma.

Quando la cucina fu lucida come un bicchiere di cristallo la mamma iniziò a cucinare cibo che non fosse una pancake con del dentifricio.

Come al solito mangiai con molta svogliatezza, poi, con stanchezza mi diressi in camera. Chiuso in quell'involucro che mi mascherava dal mondo. Presi il mio computer ed iniziai a scrivere...

"Che palle! Questo è quello che mi viene da dire ogni singolo giorno. Tutto si ripete monotonamente, sempre la stessa routine, mai nulla di nuovo. Beh, infondo sto passando un brutto periodo, non una brutta vita. Capita a tutti di star male, capita a tutti di avere quei periodi "NO" in cui vuoi solo rimanere buttato sul letto a pensare. Ma non ne vale la pena, nel bene o nel male bisogna vivere, con la speranza che un giorno sorga il sole".

Chiusi il mio computer e guardai fuori dalla finestra, tutti sembravano così felici lì fuori...

Improvvisamente il treno dei miei pensieri portò nella mia testa il ricordo che quella sera sarei dovuto uscire con Gaia. Ma se volevo avere un appuntamento con lei dovevo studiare, non volevo che lo studio soffocasse il rapporto con una persona.

Presi i miei libri e li aprii, fu lì che misi in atto i due segreti per studiare, la buona volontà, ma soprattutto la fame di sapere.

É difficile da trovare la "fame" di sapere, ma quando si è curiosi nulla può impedire la scoperta.

Le ore passarono, e mi ritrovai davanti al Duomo di Milano. Come al solito in lontananza intravidi Gaia, con tutta la sua dolcezza e la sua delicatezza.

-Ciao-

Sussurrò sorridendo.

-Ciao, devo parlarti...-

Dissi.

Gaia annuì e abbassò lo sguardo. Avevo l'impressione che lei sapesse ciò che le stavo per chiedere.

-Gaia...tutto ciò che sta succedendo è molto strano. Improvvisamente sei diventata dolce con me. Quando ci davamo un appuntamento tu non ti presentavi e poi ti vedevo salire su un autobus che portava dall'altra parte della città. Voglio spiegazioni!-

Dissi deciso.

-Ecco...io...sapevo che prima o poi avrei dovuto dirtelo Andrea...-.

Prima O Poi Sorgerà Il SoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora