Capitolo 17

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...l'ora esatta in cui il bidello impancato entrò in classe e disse:

-Presto tutti in cortile! C'è stato un otturamento nel bagno delle ragazze e adesso la scuola è sommersa dall'acqua!-.

Asia mi guardò e mi fece l'occhiolino, era stata lei ad otturare il lavandino nel bagno delle ragazze per creare il panico nella scuola. Tutti si alzarono ed iniziarono a correre verso l'uscita, le scarpe dei ragazzi schizzavano nelle pozzanghere della scuola. Io ed Asia approfittammo del momento di panico. Al posto di uscire fuori come gli altri, noi eravamo diretti nell'ufficio del preside.

-Prendi questi!-

Disse Asia porgendomi dei copri-scarpe che ci avrebbero aiutato a non bagnarci. Li infilai in fretta e furia e continua la mia corsa verso l'ufficio. Tra urli e "splash" nei corridoi arrivammo finalmente all'uscio della presidenza. Io spinsi delicatamente la porta e trovai il preside voltato di spalle che sembrava impegnato a telefono con un idraulico. Io e la mia amica ci abbassammo immediatamente e ci infilammo sotto la scrivania, il preside si voltò ed iniziò a guardarsi attorno sospettoso. Dopo qualche minuto di attesa prese delle carte dalla scrivania, diede un'ultima occhiata alla stanza ed uscì. Io ed Asia eravamo finalmente soli. Uscimmo dal nostro nascondiglio. Una strana sensazione mi trapassò il corpo, come uno spiffero di vento nella spina dorsale.

-Lì sono racchiuse tutte le registrazione delle telecamere-

Disse Asia indicando uno starno aggeggio.

-Ho portato tutti gli attrezzi per prelevare le registrazioni-

Sussurrai.

Dal mio zaino estrassi dei cacciaviti ed altri arnesi. Iniziai a lavorare un po' lo strano aggeggio. Feci scricchiolare le viti che tenevano fermo un disco. Bastava un solo sbaglio per distruggere tutte le registrazioni. Con una chiave inglese svitai un bullone e con tutta la delicatezza del mondo sfilai il disco contenente la nostra vendetta.

Frugai un po' nel mio zaino e sfilai il mio computer, inserii il disco ed iniziai a smanettare qua e la su quell'aggeggio. Finalmente trovai il file delle registrazioni, le quali erano tantissime.

-Ricordi il giorno in cui sono avvenuti i fatti?-

Chiesi dubbioso alla mia amica.

-Si-

Affermò.

Con le sue dita tremanti digitò la data giusta. Spuntarono finalmente le registrazioni che mi sarebbero state utili. Mi affrettai a scaricare il file su una penna USB. Il download era lentissimo, dovevamo aspettare più di mezz'ora. Proprio in quell'istante sentimmo dei passi provenire dal corridoio. Asia fece appena in tempo a nascondersi dietro un armadio, io invece presi il computer e mi infilai dietro la porta. Il preside entrò nella stanza, in quel momento imploravo il computer di completare il salvataggio. Le mie mani emettevano gocce di gelido sudore e dei brividi impetuosi mi trapassavano il corpo. Il preside con una mano prese il cellulare che aveva lasciato sulla scrivania, si guardò sospettoso attorno ed uscì. Subito dopo venimmo allo scoperta anche io ed Asia. I minuti in quell'ufficio sembravano non passare mai, mi sentivo intrappolato dal tempo e dai suoi inganni. Quei trenta minuti li passai con gli occhi fissi sul PC. Finalmente il download venne completato.

-Dobbiamo mettere tutto in ordine prima che ci scoprano-

Confermò Asia con voce bassa.

Il computer emettete degli strani suoni ed io estasi il CD, lo riposi al suo posto, riavviati tutti i bulloni e tutte le viti e rimisi tutto a posto. Presi il mio zaino ed uscimmo da quella maledetta stanza. Percorremmo quei corridoi con tutta l'euforia del mondo. Finalmente giungemmo all'uscita da dove potevamo intravedere li sguardi preoccupati dei nostri professori e degli alunni. Quella volta l'avevamo combinata davvero grossa, ma probabilmente ne era valsa la pena. Ci facemmo strada tra la folla ed arrivammo nel gruppo della nostra classe. I minuti passarono, la scuola fu dichiarata inaccessibile per i prossimi giorni.

Mentre per correvo con Asia la strada per tornare a casa le dissi:

-Credo che tu abbai un po' esagerato, la scuola ha subito gravi danni... Come hai fatto?-

-Beh, Andrea...non ho solo otturato il lavandino, non era mia intenzione, le cose mi sono sfuggite di mano-

-Cavolo, Asia!-

Esclamai.

Il freddo si scontrava contro le mie guance rossissime. Improvvisamente, dal torbido della nebbia spuntò il sole. La luce di quei raggi solari mi sfiorava gli occhi, una sensazione che mi faceva sentire abbandonato in quello spettacolo.

-Andrea...i tuoi...occhi...sono...-

Esclamò Asia.

-Sono cosa?-

Chiesi.

-Tu solitamente hai gli occhi marroni che sembrano quasi neri giusto?-

-Si-

Affermai.

-Ora sono...sono di un colore stranissimo, un color miele che sfiora il verde-

-Com'è possibile!-

Esclamai.

Asia mi diede il suo specchietto portatile e guardai il mio riflesso. Asia aveva ragione, il colore dei miei occhi era cambiato molto. Aveva la stessa tonalità del miele e sembrava che delle sfumature di verde lo accarezzavano con timidezza. Rimasi incantato, perso nel riflesso dei miei stessi occhi. Ma non solo, mi sentivo bello. Mi piacevo un sacco, quel piccolo dettaglio mi aveva reso sicuro di me.

Il sole si nascose di nuovo dietro le nuvole e lo spettacolo del mio sguardo sparì.

Improvvisamente Asia si fermò bruscamente e mi guardò preoccupata.

-Andrea...hai cancellato i filmati in cui noi entravamo nell'ufficio del preside vero?-

Rimasi in silenzio cercando di metabolizzare ciò che mi aveva chiesto, per fortuna mi ero ricordato di cancellare quei filmati.

-Si, non te l'ho detto ma l'ho fatto-

Dissi sorridendo.

Asia fece un sospiro di sollievo ed alzò lo sguardo al cielo.

Improvvisamente mi rinchiusi nei miei pensieri, come avevo potuto fare una cosa del genere alla scuola? Un po' mi sentivo in colpa e quel peso sul mio cuore diventava più pesante al solo pensiero. Che cosa avevo fatto? Ero un mostro, tutto ciò era incredibile, eppure io l'avevo fatto. Non riuscivo a capire se ciò che avevo compiuto era giusto o no. Mi sentivo cambiato, la persona che aveva organizzato tutto questo non era Andrea, cosa mi era preso? Non era quello il modo leale di mettere a posto le cose. Non mi sentivo giusto, un enorme senso di pentimento mi trafisse il cuore e mi fece sentire improvvisamente strano. Ma non riuscivo a capire cosa mi fosse preso, era tutto così strano. Avevo bisogno di pensare, riflettere sulle cazzate che avevo appena fatto. Un lato di me diceva che tutto ciò era giusto, mentre un altro lato di me bisbigliava che era il passo sbagliato da fare.  

Prima O Poi Sorgerà Il SoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora