Capitolo 11

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Una noiosa mattinata come le altre, feci la mia solita colazione e mi vestii. Le vacanze stavano per finire, erano passate troppo in fretta per me. L'unica cosa a cui pensavo quella mattina era Cris, non ero riuscito ancora a capire se io le piacessi. Non sapevo nemmeno se tra noi avrebbe funzionato. Eppure avevo la strana sensazione di provare ancora qualcosa per Gaia. Avevo la testa confusa e non riuscivo a capire me stesso.

Andai al parco, infilai le cuffie ed inizia a far risuonare nella mia mente i miei brani preferiti. Solo la musica riusciva a farmi prendere le giuste decisioni, ma di certo non sarei riuscito a chiarire le idee in fretta. Avevo bisogno di stare un po' con Cris per distinguere i miei sentimenti. La chiamai e la invitai al parco.

Mi raggiunse in poco tempo dato che il posto era molto vicino alle nostre case. Appena la vidi le sorrisi, mi fece tornare il buon umore. Era bello poter passare del tempo con lei, aveva una delicatezza che non possedeva Gaia, Cris aveva un viso così sincero, di lei mi sarei potuto fidare.

-Ti è mai capitato di innamorarti?-

Chiesi.

-No, e sinceramente ho paura che succeda-

-Purtroppo non è una cosa che puoi controllare, succede e basta-

-A te è capitato?-

-Purtroppo si-

-Dovrebbe essere una cosa bella innamorarsi...-

-È bello solo se ti innamori della persona giusta, altrimenti ti cade il mondo addosso-

Conclusi.

Dal telefono di Cris arrivò una notifica, feci in tempo a leggerla. Proveniva da un ragazzo, vi era scritto "TI AMO". Guardai negli occhi Cris e dissi:

-Sei innamorata?-

-Si...-

-Perché non me lo hai detto?-

-Non lo so...è ora di andare...-.

Prese le sue cose e mi abbandonò in quello stupido parco. Era stata con me pochissimo tempo e mi aveva già lasciato solo. Rinfilai le mie cuffie e me ne andai accompagnato dalla pioggia. Forse era anche Cris la persona sbagliata, io provavo ancora qualcosa per Gaia. Non riuscivo a togliermela dalla testa, eppure provavo ancora molta rabbia per lei. Lei mi vedeva solo come un amico, probabilmente nessuna persona si sarebbe mai innamorata di me. Dovevo rassegnarmi sul fatto che non sarebbe stato possibile trovare il giusto amore.

Quando tornai a casa, dopo aver pranzato la prima cosa che feci fu prendere il mio computer ed iniziare a scrivere. Solo in quel modo, rinchiuso nella mia camera, con le mani sul computer riuscivo a togliere i pensieri di dosso. Mentre facevo parlare le mie emozioni attraverso le parole, mia madre entrò in camera ed urlò:

-Stai sempre con questo computer-

-Ma...mi aiuta molto...-

-Non ha senso scrivere-

-Ma il mio sogno nel cassetto è...-

-I sogni nel cassetto sono quelli che non si avverano mai!Se cerchi di raggiungere obbiettivi troppo alti non sarai mai felice-.

Dopo avermi detto ciò, uscì dalla stanza e sbattette la porta. Mi aveva distrutto con quelle parole, forse non sarei riuscito a realizzare il mio sogno.

Mi buttai sul letto in lacrime, pensavo che mia mamma fosse una delle poche persone ad incoraggiarmi. Speravo in una mamma fiduciosa in me, invece l'unica cosa che era riuscita a fare, era buttarmi a terra con tutte le sue forze. Ritenevo giusto tutto ciò che diceva, perché l'unica cosa che avevo imparato in tutti gli anni della mia vita era ascoltare quello che mi dicevano le persone attorno a me.

Tra le lacrime che offuscavano i miei occhi, afferrai il mio cellulare. Aprii il sito su cui avevo pubblicato la mia storia, un solo commento positivo in più.

Decisi di telefonare Cris, non sapevo il perché l'unica cosa che sapevo era che avevo bisogno di sentirla.

-Ciao-

Dissi triste.

-Ciao-

-Come va?-

-Male...-

-Per colpa mia?-

-No, non solo...-

-Io quando sono giù leggo-

Disse.

-Cosa leggi?-

-Una storia bellissima online, ti invio il link per leggerla...-.

Quando aprii il link che mi aveva inviato rimasi a bocca aperta, era la mia storia.

-Devo andare, ciao-

Dissi.

Chiusi la telefonata e portai le mani alla testa, ero lo scrittore preferito di Cris e lei non lo sapeva. Era incredibile, forse era lei a lasciare i commenti positivi sul romanzo. Il mio respiro si fece sempre più profondo, chiusi gli occhi e strinsi il cuscino a me. Cercai di metabolizzare la cosa mentre delle fitte mi trapassavano lo stomaco.

Avevo bisogno di dormire anche se erano le 7 del pomeriggio ed avevo passato ore a piangere e non me ne ero accorto.

Appoggiai il capo sul cuscino e chiusi gli occhi, ogni volta che il mio cuore faceva una pulsazione io trovavo una preoccupazione per cui star male. Mi sentivo la persona più inutile della terra, forse mi sbagliavo, il problema è che me ne accorsi troppo tardi.

Passarono i giorni, uno più triste dell'altro. Mi svegliai una mattina pensando che fosse come le altre, ma non mi accorsi che erano finite le vacanze. Feci appena in tempo a prepararmi ed uscire. Quando entrai in classe con gli altri, il mio sguardo penetrò in quello di Gaia, tentai in tutti i modi di evitarlo. Presi posto, sistemai le mie cose ed abbassi gli occhi. La professoressa entrò in classe ed iniziò la solita lezione. Presi appunti e svolsi gli esercizi assegnati. Tutto sembrava normale fino a quando non fui chiamato alla lavagna.

-Svolgi questa espressione!-

Urlò.

Svolsi al più presto l'espressione ottenendo il giusto risultato, guardai la prof e lei iniziò ad urlare:

-Ti sembra decente quello che hai fatto? L'espressione è sbagliata! Non sei in grado nemmeno di fare un espressione, in 62 anni di vita non ho mai visto una persona così stupita!-

-Veramente l'espressione è corretta-

Disse una voce proveniente dai banchi, era Asia.

-L' espressione è sbagliata! Non contradditemi! É sbagliata! É sbagliata, punto e basta!-.

Mentre la professoressa faceva uscire dalla sua bocca rugosa quelle parole, prese la sua borsa con le borchie e me la gettò addosso facendomi cadere a terra come una delle torri gemelle. Quella borsa pesava più di 20 chili. Mi faceva molto male la testa, guardai il braccio su cui mi aveva colpito, si erano creati due enormi lividi violacei.

Persi i sensi e socchiusi gli occhi.

Prima O Poi Sorgerà Il SoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora