-Asia io...Oddio, non so come dirtelo...-
Sussurrai con gli occhi lucidi.
Poi feci un respiro profondo e dissi:
-Asia io...mi devo trasferire per un po' a Londra-
I suoi occhi verdi assunsero sfumature di tristezza.
-Ti prego dimmi che è uno scherzo-
Disse con voce debole.
Io abbassai lo sguardo e feci scendere un lacrima dal mio viso. Poi lei mi guardò intensamente e cadde tra le mie braccia stringendomi forte a se.
-Non lasciarmi...-
Disse in lacrime.
-Non è mai un addio-
Le sussurrai.
Mi strinsi ancora forte a lei, non avrei potuto vederla per mesi... non sapevo quando avrei potuto rivederla, l'unica certezza che avevo era che sarei tornato a passare bei momenti con lei.
I giorni passarono, uno dopo l'altro, uno più diverso dell'altro. Ma finalmente il grande giorno arrivò alle porte. La sveglia iniziò a suonare fastidiosamente quella mattina. Mi alzai e guardai fuori dalla finestra, che a breve mi sarebbe mancata. Entrai in cucina e trovai la mia intera famiglia indaffarata nel preparare tutto.
-Ciao-
Dissi rivolgendomi a tutti.
-Oggi si parte! E prendiamo l'aereo!-
Esclamo felice Edo.
Infondo anche io ero felice, avrei potuto dare una svolta alla mia vita monotona.
-Edo, porterai tutti i giochi con te?-
Chiesi rivolgendomi a mio fratello.
-Si! tutti tutti-
Rispose.
Dopo aver fatto colazione tornai in camera. Una stanza ormai vuota, dei brividi mi trapassarono la schiena, e quasi mi mancava l'aria vedendo quel posto così spento. Quella stanza era il posto in cui avevo passato una bellissima parte della mia vita, o quasi, avevo l'impressione che una parte della mia infanzia fosse stata vissuta da un'altra parte. Con la manica della felpa che avevo addosso mi asciugai gli occhi che erano diventati lucidi. Mi diressi in bagno feci una doccia fresca per prendere un po' di freschezza. Dopo poi essermi vestito presi le mie valigie, diedi un ultimo sguardo alla mia camera, poi feci un profondo respiro e la abbandonai dietro una porta chiusa. In salotto c'erano i miei genitori e i miei fratelli che mi appettavano. Uscimmo tutti di casa con le valigie in mano e gli zaini sulle spalle. Fu proprio in quel modo che iniziò un nuovo capitolo della mia vita.
Erano le 4:20 di mattina quando ci imbarcammo per il volo diretto a Londra. Appena salii sull'aereo presi il mio posto, che per mia fortuna era vicino all'ala. I passeggeri furono avvisati della partenza del veicolo. Si creò un vuoto nella mia pancia, poi con la delicatezza di una farfalla l'aereo si sollevò dal suolo e spiccò il volo.
Indossai le mie amate cuffie e feci partire la musica che avevo scaricato sul mio cellulare. Poi presi il computer che ovviamente avevo portato con me ed iniziai a scrivere, la mia storia, era l'ultimo capitolo che stavo scrivendo, avrei concluso a breve quel romanzo. Non mi importava delle visualizzazioni sul sito, l'unica cosa che volevo ottenere era la conclusione della storia, solo in quel modo mi sarei sentito completo al 100% a prescindere dalle persone che apprezzavano la mia storia.
Il tempo passò e finalmente l'aereo tornò a toccare terra. Slacciai le cinture, mi alzai, scesi dall'aereo e mi ritrovai nell'aeroporto di Londra. Prendemmo i nostri bagagli, poi uscimmo dall'aeroporto e chiamammo un taxi per arrivare a casa.
Attraversammo strade, viali fino a quando i miei occhi furono ipnotizzati dalle meraviglie della città. Il big ben svettava tra la nebbia, che leggermente sfumava i colori dell'alba all'orizzonte. Percepivo in me un nuovo inizio, una sensazione di libertà si fece sentire dentro di me.
Il taxi poi parcheggiò davanti un palazzo posizionato poco distante dal big ben. Scesi dall'auto presi le mie valige e mi diressi verso l'ingresso. Mio padre aveva un mazzo di chiavi in mano. Prendemmo l'ascensore e finalmente ci trovammo davanti il portone di ingresso del nostro appartamento.
Quando la porta si aprì rimasi a bocca aperta, da una lunga vetrata si poteva osservare il respiro di una metropoli. Potevo osservare da una lunga vetrata migliaia di luci che scorrevano lungo le strade. Era...fantastico. La casa era davvero mozzafiato, uno stile inglese che sfiorava quasi il moderno. Quello stile mi ricordava...Gaia. Ma Gaia ormai era solo un brutto ricordo.
-Ragazzi vi piace?-
Disse mio padre sorridendo.
-Papà ma è pazzescooo-
Esclamò Edoardo a mascella slogata.
-Venite, vi mostro le camere...-
Disse mio padre dirigendosi verso una stanza.
-Questa è quella di Andrea-
Continuò lui.
Anche lì rimasi a bocca aperta, la camera era fantastica, era molto più bella di quella a Milano. Posai le mie valigie ed iniziai a sistemare le mie cose.
-Ragazzi il camion con gli scatoloni arriverà domani, per stasera ci adatteremo, abbiamo l'essenziale-
Disse mia madre.
Improvvisamente il mio cellulare iniziò a squillare, era Asia.
-Ehi ciao-
Dissi.
-Ascolta mi sono alzata presto per poterti chiamare-
-Beh, Asia lo si vede dalla tua voce-
Dissi scoppiando a ridere.
-Beh si ahahahah. Com'è la nuova casa?-
-Asia, è bellissima-
Esclamai con voce sognante.
-Andrea, da come lo hai detto sembra veramente bellissima-
-Si è pazzesca! Lì tutto bene?-
Chiesi.
-Si, tutto bene. Beh...allora buona giornata...scusa se ti lascio subito ma torno a dormire. Ciao!-
-Ciao, a presto!-
Dissi sbadigliando.
Ero davvero distrutto dal sonno, mi ero svegliato prestissimo. Dopo aver terminato di sistemare le mie cose indossai il pigiama anche se erano le 5:30 di mattina e mi infilai a letto. Ero davvero distrutto, avevo bisogno di riposare. La notte scorsa non avevo chiuso occhio. Mi nascosi tra le lenzuola e tra i miei pensieri. Quali altri problemi mi sarei dovuto aspettare a Londra? Molti pensieri negativi si raggrupparono nella mia testa. Ma non volevo iniziare con il piede sbagliato. Volevo iniziare con un sorriso sul volto e pensieri positivi. Di sensazione brutte ne avevo abbastanza. Avevo ormai toccato il fondo, e non poteva andare peggio, adesso potevo solo migliorare.
Dal mio cellulare iniziarono ad arrivare tantissime notifiche. Era Gaia.
GAIA
Quindi mia sorella ti ha detto la verità?
Aprii la chat, ma non resistetti, le mie palpebre diventarono sempre più pesanti e caddi nel sonno. Perso tra sogni e domande.
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Prima O Poi Sorgerà Il Sole
RomanceAndrea, un ragazzo di 17 anni, si imbatte con il primo amore, che non sembra andare per il meglio. Decide di inseguire il suo sogno, quello di scrivere un romanzo. Con i preziosi aiuti dati dalla sua precedente maestra delle elementari, cerca di aff...