Capitolo 32

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Riprendemmo a camminare verso il taxi, dovevo pensare, pensare, pensare senza sosta fino a quando non avrei trovato la risposta a tutto. Probabilmente non bastava pensare, avevo bisogno di indagare. Ero deciso a trovare la verità, quella maledetta verità, che fa sembrare tutto così diverso.
Quando rientrammo nel taxi io rimasi in silenzio a fissare il vuoto, non avevo voglia di parlare. Stringevo quel frammento di documento tra le mie dita che ormai erano tremanti. Perché? Perché tutto ciò doveva accadere a me? Non potevo avere una vita normale come tante altre? Mi mancava il mio passato, la mia infanzia. Tornò la nostalgia per il vero me stesso, quello che ormai era perso, perso in qualcosa di non identificabile.

-sto prenotando i biglietti di ritorno a Londra-

Disse Diego con voce rauca.

Lui riusciva a controllare i suoi sentimenti così bene...
Lui poteva controllare la sua vita, la sapeva tenere sotto controllo, io no.
L'unica cosa che poteva calmarmi in quel momento erano i leggeri sobbalzi dell'auto.
Socchiusi gli occhi. Desideravo tanto non pensare a tutto ciò, ma dovevo. A volte la cosa migliore è non fare niente.
In men che non si dica arrivammo a casa di Asia. Per una notte saremmo rimasti a dormire da lei.
Scendemmo dal taxi e ci avvicinammo verso la porta d'ingresso.

Tutto sembrava così confuso. Ero stanco, gli occhi si appesantivano sempre di più.

Avevo bisogno di stendermi su un letto e riposare. Quella sensazione si faceva sempre più forte. Non era per niente piacevole. Ma infondo...dovevo fare alcuni sacrifici . Non sapevo il perché, ma il mio istinto mi diceva di lasciarmi trasportare da quelle che apparentemente erano le mie esigenze. Ero arrivato fino a Milano non solo perché volevo scoprire qualcosa sul mio passato, ma anche perché avevo il bisogno di staccare la spina della mia vita per un po'. Tornare nella mia città d'origine mi avrebbe aiutato a ricordare quella che era la mia vecchia vita, la vita che nonostante il mio grande sogno di vivere a Londra mi mancava. Beh, sapevo che avevo fatto la cosa giusta, sapevo che non me ne sarei pentito. Arrivare fin a Milano mi avrebbe portato probabilmente ad altri indizi sull'adozione.

Asia aprì la porta di casa, e con gentilezza ci incitò ad entrare. Noi ci togliemmo le scarpe ed entrammo con gli zaini in spalla.

-Siete fortunati... stanotte mia madre ha il turno di notte in ospedale-

Disse Asia sorridendo.

Dopo aver posato gli zaini a terra, Asia ci condusse nella camera in cui avremmo dormito, quella degli ospiti.

Era una camera molto semplice, ma funzionale. Vi era un letto matrimoniale, una scrivania e una sedia. Inoltre, vi era anche un bagno collegato. Per una notte sarebbe stata perfetta.

Proprio mentre stavo per buttarmi sul letto il mio cellulare squillò, era mia madre.

-Ciao, Mamma-

Dissi.

-Ciao Andrea, tutto bene? Avete cenato?-

-S-si, abbiamo cenato. Stiamo per andare a letto-

Mentii.

-Bene...Allora buona notte Andrea!-

-Notte-

Risposi sorridendo.

Ero davvero stanco. Mi feci una doccia veloce, asciugai i capelli, rimasi in boxer e mi infilai a letto. Ero davvero stanco morto. Socchiusi gli occhi delicatamente, poi come due calamite rimasero incollati. Rovesciai tutte le mie preoccupazioni nel sonno, nei sogni. Nulla era più bello della sensazione che provavo in quel momento. Il sollievo su di me era davvero indescrivibile. La notte calò su di me e sui miei pensieri in un batter d'occhio.

Quando finalmente arrivò la mattina aprii delicatamente gli occhi, ero DAVVERO molto più riposato. Avevo dormito molto bene. Quando mi voltai vidi mio fratello accanto a me che dormiva profondamente. Alzai gli occhi al cielo e sorrisi.

Mi sedetti sul bordo del letto spettando che mi passasse il forte giramento di testa che mi tormentava. Poi delicatamente mi alzai, presi un pantalone di una tuta e lo indossai. Rimasi a petto nudo per avere meno caldo. Mi diressi in cucina e vi trovaiai Asia che era già in piedi che mi aspettava per fare colazione.

-Buongiorno...-

Dissi sorridendo.

-Buongiorno...-

Disse ricambiando il sorriso.

-Ti ho preparato il caffè per la colazione...-

Sussurrò con voce ancora un po' assonnata.

-Grazie-

Risposi.

Con due dita afferrai la tazzina che era sul tavolo e iniziai a sorseggiarla con calma. Dopo qualche minuto entrò in cucina anche Diego, i suoi occhi erano davvero assonnati.

-Buongiorno-

Disse con voce rauca e profonda.

-Buongiorno orco-

Dissi ironicamente.

Lui sorrise, poi si stropicciò un pò l'occhio destrò e si sedette su una sedia.

-Comunque ho preparato il caffè anche per te-

Disse Asia.

-Grazie, e comunque buongiorno-

Disse Andrea.

-Si scusa, buongiorno. Sono solo un po' preoccupata. Mia madre tornerà tra mezz'ora dal turno di lavoro-

Disse Asia abbassando lo sguardo.

Io e Diego ci guardammo impacciati negli occhi.

-MEZZ'ORA!?-

Esclamai.

Non finimmo nemmeno di bere i caffè. Prendemmo tutte le nostre cose le gettammo freneticamente nello zaino, ci vestimmo e tornammo in cucina.

-Asia mi dispiace... non dobbiamo farci scoprire, dobbiamo andare...-

Dissi

Lei sorrise e si getto tra le mie braccia per darmi un caloroso abbraccio.

-Mi mancherai-

Dissi.

-anche tu-

Risposi dolcemente.

-Grazie di tutto-

Disse Diego.

Poi ci facemmo coraggio ed uscimmo di casa dandoci gli ultimi saluti.

Per fortuna Diego aveva già chiamato un taxi. Ci salimmo e mio fratello disse:

-Aeroporto, grazie-

Il tassista partì.

Una sensazione di sollievo si posò su di me. Ma nonostante tutto avevo uno strano presentimento, che non riuscivo ad interpretare. Forse era solo un po' di normale agitazione. Ma infondo sapevo che c'era qualcosa che non andava. 

Prima O Poi Sorgerà Il SoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora