Capitolo 15

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-Cos'è quel tatuaggio che hai sul braccio?-

Chiesi.

-Non è nulla!-

Esclamò la maestra tentando in tutti i modi di nasconderlo.

Aggrottai le sopracciglia. Quel simbolo che si era tatuata era troppo familiare, era sicuramente associato a qualcosa. Continuai a sorseggiare la mia bevanda mentre la maestra cercava di distogliere lo sguardo.

-Beh, oggi Milano è propio bella con il sole...-

Disse per cambiare discorso.

-S-si-

Affermai balbettando per l'imbarazzo.

-Allora, la storia su quel sito online...-

Continuò.

-Terribile, sono sempre di più i commenti negativi. Non capisco cosa faccio di sbagliato, mi impegno tanto a scrivere...-

-Sai, il trucco è credere in se stessi, perché al posto tuo non lo fa nessuno. Ciò che ti sto dicendo ti potrà sembrare la cosa più scontata del mondo, ma non a caso è la più importante. Non importa quello che pensa la gente, è importante l'amore con cui fai una cosa-.

Una lacrima si fece strada sul mio viso facendolo riscaldare di emozione. Le sorrisi. Anche poche parole riuscivano ad emozionarmi.

-Sei molto bello quando sorridi-

Affermò.

-Non mi piace il mio sorriso... Sembro, una scimmia-

-É brutto il tuo sorriso o sono crudeli le persone che te lo giudicano?-

Disse.

-Sorriderò sempre, te lo prometto-

Sussurrai.

Mi alzai, mi avvicinai all'uscio della porta, guardai la maestra e le sorrisi in segno di saluto. Lei ricambiò. Aprii la porta ed uscii.

Mi guardai nello specchio dell'ascensore, sorrisi, in fondo non era così brutto il mio sorriso...anzi...lo adoravo, decisi di scattarmi una foto. Quella foto per me divenne molto importante, era molto semplice, ma era l'unica in cui mi piacevo, non perchè ero uscito bene, ma perchè ero finalmente riuscito ad accettare me stesso.

Tornai a casa, mi arrivò un messaggio da Asia.

ASIA

Come va il livido?

ANDREA

Bene, ho intenzione di pararne con qualcuno, la prof ha esagerato...

ASIA

NOOO!

ANDREA

Perché?

ASIA

Prima o poi lo capirai, ma non ora.

ANDREA

Asia so che mi nascondi qualcosa

ASIA

Per favore non dire a nessuno quello che è accaduto in classe, fidati di me.

ANDREA

Va bene...

Asia mi stava nascondendo un grosso segreto, me lo sentivo, non è da lei dirmi una cosa del genere. Sarebbe stata la prima ad incoraggiarmi a parlarne con qualcuno. Ma avevo il presentimento che aprendo bocca l'avrei messa nei guai. Per il momento preferii tacere, dovevo chiare le cose.

Un'altra notifica si fece sentire dal mio cellulare. Era Gaia, l'altra sera si era comportata poco bene con me, mi aveva evitato in tutti i modi, come mai mi aveva scritto un messaggio?

GAIA

Ehi, ti andrebbe di uscire tra un po'?

ANDREA

Si, ti devo parlare

GAIA

Ok ci vediamo davanti al Bar in centro

Come mai mi aveva chiesto di uscire? La sera in cui le avevo medicato le ferite era stata molto sgarbata, pensavo fosse arrabbiata con me. Sentivo però il bisogno di vederla, di passare del tempo con lei. Volevo tornare ai bei momenti in cui passavamo del tempo insieme, anche se io desideravo qualcosa di più.

Come al solito mi preparai, indossai un jeans, una felpa e delle scarpe abbinate.

Mi guardai allo specchio, sorrisi, mi sentivo in imbarazzo con quel sorriso. Ma mi ricordai delle parole della maestra Francesca. Dovevo avere fiducia in me stesso e combattere quella mia insicurezza.

Uscii di casa, feci un enorme sospiro e riempii i miei polmoni di aria. Mi diressi camminando a passo svelto alla fermata dell'autobus, mi sedetti sulla panchina, indossai le cuffie ed iniziai a scrivere su un taccuino le mie emozioni, semplicemente ciò che mi passava per la testa. Alzai lo sguardo e vidi Gaia salire su un altro bus, che però portava dall'altra parte della città. Non feci in tempo a salutarla dato che salì subito sul veicolo. Era molto strano, nel frattempo arrivò anche il mio autobus che mi avrebbe portato in centro. Salii i gradini e a testa bassa mi sedetti su un sedile. Guardai fuori dal finestrino, era tutto così monotono la fuori, tutti erano tristi e tutti caminavano senza un sorriso in faccia. Con un dito disegnai una faccina sorridente sul vetro appannato. Socchiusi gli occhi mi abbandonai agli sbalzi del veicolo. Mi sentii improvvisamente intrappolato dal sonno, non volevo più muovermi da quella posizione, volevo solo riposare e pensare.

PENSARE.

PENSARE.

Quando mi svegliai mi sentii confuso, guardai l'orologio e rimasi a bocca aperta. Erano passate ben due ore, avevo saltato l'appuntamento con Gaia. Mi portai le mani sul viso e mi stropiccia gli occhi. Appena il conducente si fermò io scesi. Guardai il cielo, era nuvoloso, stava per scoppiare un temporale. Per fortuna casa era vicina, avrei fatto il percorso a piedi. Ma proprio quando mi incamminai la pioggia iniziò a battere sulle mie spalle. Il freddo mi trapassava il corpo come una spada, non avevo scelta. Tolsi le cuffie ed ascoltai i rumori della città. Auto che sfrecciavano, vetrine illuminate e finestre delle case serrate. Ero solo, in quella strada. Tra tuoni e lampi mi arrivò un messaggio da Gaia.

GAIA

Come mai non ti sei presentato all'appuntamento?

ANDREA

Scusa, ho avuto un imprevisto. Ma... Io ti ho vista salire su un altro autobus.

GAIA

Ti sarai sicuramente sbagliato.

Eppure io ero sicuro di averla vista, avevo un strano presentimento. Il mio sesto senso mi diceva che c'era qualcosa che non andava, ed io mio sesto senso non si sbaglia mai. Ma per quale assurdo motivo Gaia mi dovrebbe mentire?

La pioggia mi faceva tante domande, le stesse che mi ponevo io. Pensavo ad Asia, a Gaia e al Tatuaggio della maestra Francesca. Tanti grovigli che dovevo ancora slegare, tante domande senza risposta. 

Prima O Poi Sorgerà Il SoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora