La rabbia era arrivata fino alla punta dei capelli e Yoongi ormai al limite scese in pista. Spintonava chiunque osasse intralciare il suo cammino, giungendo così dinanzi ai due che non appena percepirono la sua presenza, smisero di ballare, facendo ricadere la loro attenzione su di lui.
Non ebbero neanche il tempo di provare a parlarsi che Yoongi sferrò un pugno degno di questo nome sulla faccia di Yuri che preso alla sprovvista, cadde per terra, sentendo pian piano il sapore metallico del sangue colargli in bocca. Lo sguardo di Jimin mutò da agitato allo spaventato, questa versione di Yoongi gli incuteva timore, non avendolo mai visto in questo stato, neanche quando Taehyung gli rovesciò il brodo degli spaghetti reagì a tal maniera. Adesso erano lì che si fissavano, il biondino provò ad avvicinarsi a lui, ma il più grande respinse qualsiasi tipo di contatto allontanandosi dal corpo dal suo ragazzo.“Non ti avvicinare se non vuoi finire come mio cugino” disse freddo guardandolo con occhi spenti e privi di ogni emozione
“T-tuo cugino? C'è qualcosa che non so?” si ritrovò a pensare Jimin guardando infine Yuri che pian piano si rialzava dal pavimento, distraendosi dal suo problema e questo gli fu fatale perché nel momento in cui si riprese il controllo della mente, Yoongi non era più lì. L'aveva abbandonato sulla pista. Con il cuore che batteva a mille, cominciò a cercarlo, girando la testa velocemente da destra a sinistra e da sinistra a destra, ma tra tutte quelle persone, non riuscì a vedere la sua chioma nera come la pece che però sotto a quei riflettori faceva risaltare troppo le sue ciocche blu sfumate. Improvvisamente si sentì vuoto, perso, il suo cuore stava dolendo e il cervello andato completamente in blackout. La paura mischiata ad un pizzico di ansia permise ad un paio di lacrime nere di colare giù dai suoi occhi rigandogli le guance con quel filo di trucco che adesso lo rendeva impresententabile.
Jimin si sentiva sempre di più oppresso, non seppe neanche come riusciva a stare in piedi, il suo corpo tremava con tutti quei pensieri nel corpo, ma una piccola voce gli illuminò il cervello andando a coprire il suono della musica per pochi secondi il quanto bastasse per togliere con la mano le gocce salate, sparpagliando sul volto una tela nera.
Senza esitare ulteriormente prese a correre verso una destinazione sconosciuta del locale non sapendo in che direzione fosse corso il suo amato. Passava il tempo, continuava a cercarlo, ma non lo trovava: le sue condizioni erano pessime, ma questo non gli permise di certo di fermarsi facendo comparire un’idea nel suo cervello che subito afferrò come un disperato.Con le ultime forze che gli restarono in corpo corse come un forsennato verso l’uscita del locale dove per sua fortuna intravide il corvino intento ad andarsene il più lontano possibile da quel luogo.
Jimin si fermò, inspirò più aria possibile dai polmoni e poi gettò fuori il tutto sotto forma di urla, che altro non erano se non il nome del compagno.
Yoongi a quell'urlo si fermò giusto il tempo che bastò a Jimin per correre da lui ed abbracciarlo da dietro assicurandosi che non potesse scappare dalla sua presa.“Park, lasciami” sputò freddo fregandosene per un minuto dei suoi sentimenti, a sentire con quale nome lo avesse chiamato il maggiore, il biondino si paralizzò facendo diventare quell'abbraccio di cemento.
“Park. Quindi adesso non valgo più nulla per te?” parlò con voce spezzata
“Sei sordo forse? O vuoi che te lo ripeta di nuovo? Ho detto: lasciami. Ormai non provo più niente per te"
“Dimmelo in faccia se ne hai le palle.” disse Jimin non dimenticando di sottolineare il modo in cui si stesse rivolgendo a lui, sciogliendo l’abbraccio per vedere cosa avrebbe fatto.
Yoongi si girò, ma era più forte di lui e il suo stupido amore gli impedivano di guardarlo in volto portando le pupille a puntare altro.“Dimmelo!” urlò Jimin permettendo a qualche altra lacrima di rigare il suo volto.
Il corvino si accorse che il più piccolo avesse cominciato a piangere e si maledisse internamente per averlo fatto piangere, era l’ultima cosa che avesse voluto che facesse: piangere per colpa sua.
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TRA PECCATI E DIVINITÀ 《Yoonmin 》
Fanficstoria ambientata nell'anno: 2013 Tra enigmi presenti, passati e futuri, le divinità entreranno in contatto con i sentimenti puri e lussuriosi che coinvolgono il mondo mondano