Erano lì seduti l'uno abbracciato all'altro ad ammirare quella stella calda e infuocata innalzarsi nel cielo che si prestava in continuo mutamento cromatico, si erano fatte da poco le sei di mattina quando Jimin sentì un piccolo trillio provenire dal proprio cellulare.
Ringraziò chiunque gli passò dinanzi per aver fatto sì che il maggiore non sentisse quella notifica, voleva con tutto sé stesso ignorarlo, ma seppe per sua sfortuna, associare quella notifica -personalizzata per l'esattezza- all'ultima persona che volesse che lo cercasse.
Sospirò lentamente ed aspirò l'aria a pieni polmoni prima di riaprire gli occhi e con una scusa prendere il cellulare e leggere quello che aveva ricevuto senza dire nulla al fidanzato.
Jimin fece scorrere le sue falangi più veloci che mai sul display, così come i suoi occhi che leggevano lettera per lettera quel messaggio che citava quattro singole parole.
Quattro parole, il quanto bastavano per farlo sopraffare dalla rabbia.
Sapeva però che prima o poi sarebbe accaduto, aveva solo cercato di rimandare l'inevitabile, solo che questa volta non voleva tornarci da solo e sperava di riuscire a convincere anche il corvino a ritornare.
Così una volta richiamata la sua attenzione gli parlò.
"Yoon, dobbiamo tornare a scuola"
"Tornare in quella gabbia di pazzi? E perché? Si sta così bene qui" gli rispose sbuffando.
"Un mese di assenze e bocciatura immediata non ti dice niente? Non siamo tutti figli di papà e dobbiamo ritornare, volente o non volente. Il caso é chiuso"
"Sai quanto mi importa? Non sarà la prima volta che vengo bocciato, ma tu, da quando sei così secchione?"
"Non sono un secchione come dici tu, voglio solo concludere questa merda per prendere finalmente la gestione del mio locale. Il mio futuro dipende da me e se tu non vuoi lavorare con me, cazzi tuoi" disse Jimin alzandosi dalla sua seduta e cominciare a camminare dopo essersi spolverato i vestiti dai granelli di sabbia rimasti incollati.
"Mi assumeresti?" urlò Yoongi con il sopracciglio sollevato per poi alzarsi per afferrare il biondino per i fianchi e tirarlo a sé.
"Se solo finisci la scuola con me. Prendere o lasciare." cantilenò il minore
"Sei uno stronzetto"
"Stai dicendo che mi ami? Ma che carino" iniziò a prenderlo in giro e a dimenarsi per essere mollato dalla sua presa.
"Sali in macchina, vengo con te"
"Cosa ti ha fatto cambiare idea?"
"Il fatto che mi divertirò a provocarti durante le lezioni...e il lavoro" e con un ghigno sulla faccia chiuse quella conversazione salendo in macchina, accompagnando il ragazzo a casa avvertendolo che sarebbe venuto a riprenderlo, e dopo un ultimo bacio i due si separarono.
Non appena mise piede in casa, Jimin chiamò i suoi due migliori amici che risposero alla sua terza chiamata imprecandogli pure contro ma gli bastò un semplice "ci vediamo a scuola" per farli tacere totalmente.
Tirò fuori dall'armadio la sua divisa scolastica in perfette condizioni, la guardò come se potesse darle fuoco e infine se la porse indosso, si sentiva così "normale" e al tempo stesso soffocato da tutto questo vestiario così sobrio e per lui inappropriato.
Non era affatto abituato soprattutto se la notte lavorava come un dio greco sotto mentite spoglie.
Finì di sistemarsi sulle note di Enauidi come se volesse creare un sottofondo magico in grado di non rompere la tranquillità, ciò che desiderava il biondino in quel momento...insomma la quiete prima del rientro a scuola.
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TRA PECCATI E DIVINITÀ 《Yoonmin 》
Fanficstoria ambientata nell'anno: 2013 Tra enigmi presenti, passati e futuri, le divinità entreranno in contatto con i sentimenti puri e lussuriosi che coinvolgono il mondo mondano
