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Ormai, Yoongi dichiarò guerra al biondino e doveva esserci un solo vincitore. Non doveva esistere più per lui e se Jimin pensava di essersene sbarazzato definitivamente, si sbagliava di grosso. Non sapeva con chi avesse a che fare e di certo, non aveva ancora assaggiato la grandezza della famiglia Min.

Min Yoongi, ora, deve entrare in scena con o senza aiuti e nel mentre che usciva dalla scuola per poi dirigersi verso la sua abitazione, dalla finestra dell'aula proibita, un ragazzo con il sorriso sempre stampato sulla faccia lo stava guardando, piangendo.

Piangeva insieme al cielo, riflettendo sul suo destino: non voleva che tutto questo accadesse... perché proprio a lui, non poteva vivere una vita tranquilla e non appartenere ad una compagnia mafiosa?

Il corvino sperava che una volta giunto a casa, si potesse rilassare.
Ma a quanto pare, la fortuna non era dalla sua parte in quella grigia giornata: appena entrato, vide seduta sul divano l'ultima persona che avrebbe voluto vedere sulla faccia della terra: suo cugino.

"Oddio ma vedi pure tu quello che vedo io? Saranno anni che è sparito, ma quanto è cresciuto, è diventato un figo pazzesco" intervenne la sua coscienza

"Sei nel mio corpo, è normale che lo veda pure io"

"Quanto è bello. Un giovanotto con i fiocchi"

"La smetti di fare questi commentini del cazzo? Non ti stava antipatico?"

"Allora mettiamo in chiaro una cosa: sono una ragazza ed è normale per me fare commentini di apprezzamento e poi sono la tua coscienza. Ciò significa che ciò che penso io, lo pensi anche tu.
Scacco matto, bitch.
Sei tu il gay qui, non io" disse infine soddisfatta la sua coscienza per poi andarsene, quando il padre di Yoongi si avvicinò:
"Figliolo, ti ricordi di tuo cugino Jensen?"

Vi faccio una piccola descrizione su Jensen: ecco a voi, Jensen Yuri, appartenente alla dinastia dei più grandi mafiosi giapponesi chiamata "Yuri".
Non siamo cugini di sangue in quanto i nostri padri sono grandi soci in affari ma siamo cresciuti insieme e ci hanno considerati tali, ma il mio puro sangue coreano non si mischia a quello dei giapponesi.
Dal suo aspetto, si direbbe che sia una persona normale, ma fidatevi, non lo è affatto: ama il divertimento e il pericolo ed è il solito viziato a morte fin dal primo giorno in cui è venuto al mondo, non mi è mai piaciuto.

"Non ti piace perché quella volta, quando eravate piccoli..." si divertí a prenderlo in giro la sua coscienza

"Non sei divertente"

"Oh sì che lo è...comunque stavo dicendo, quella volta, ti fece lo sgambetto per rubarti le macchinine e tu sei finito sulla cacca del tuo cavallo. Hai pianto all'infinito, non ti sopportava più nessuno e da allora, ce l'hai con lui.
Poco rancoroso, mi dicono"

"Se fossi stata la vittima, avresti capito e ora sparisci" urlò interiormente il corvino

Comunque, qualsiasi cosa lui desiderasse, immediatamente la otteneva, non gli importava cosa o chi avrebbe dovuto affrontare: era sempre pronto a vantarsi di chi fosse figlio e di cosa lui avesse.

Nonostante il suo carattere orribile, esteriormente parlando, aveva un fisico perfetto e ben bilanciato, occhi profondi e dentatura perfetta, ma Yoongi continuava ad odiare tutto di lui, specialmente i suoi capelli tinti di un disgustoso rosa confetto.

Ironia della sorte, nella sua precedente scuola, gli studenti lo chiamavano con il nome di "Black swan".
Allora, ragazzi miei, fate pace col cervello perché o siete stupidi in culo da non riuscire a distinguere il colore nero da quello rosa oppure fatevi una visita dall'oculista: mi sa che siete daltonici!

Ma poi, che ha di speciale il rosa.

"Se ti sentisse il barista dell'Olimpo che mi pare che si chiamasse Jin, ti ammazzerebbe.
Ho notato che vive di quel colore, sicuramente avrà pure le mutande così e il suo "amico" lo chiama di continuo "Pink princess". Che poi tanto amico non è, vero mio etero convinto?" ritornò più carica di prima la sua coscienza

TRA PECCATI E DIVINITÀ                                                《Yoonmin 》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora