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Gli orologi segnavano le 5:30 di mattina.

Un orario un po' bizzarro per avere gli occhi aperti: infatti c'era chi dormiva, chi si raggomitolava ancora tra le calde coperte prima di alzarsi definitivamente e affrontare un'altra nuova giornata e chi, invece, come un certo gruppetto di sei ragazzi, nei meandri più profondi della città di Seoul, rimaneva sveglio non per lavorare, ma più che altro loro erano i soliti vecchi amici che si riunivano per bere e divertirsi ed era proprio quello che stavano facendo: erano intenti a festeggiare e ballare per la riapertura del loro locale.

Di certo, non erano filosofi o altro, ma il loro unico motto di vita, quello che li caratterizzava particolarmente consisteva in una tipica frase urlata da Jhope...e questo era uno di quei momenti in cui il rosso prendeva possesso del microfono e con le sue scarse capacità recitative, iniziava il suo monologo: "RAGAZZI, IO SONO LA VOSTRA SPERANZA E VOI SIETE LA MIA. CONTINUIAMO A SUPPORTARCI PERCHÉ UN GIORNO TUTTO QUESTO FINIRÀ.

ORA PRENDIAMOCI PER MANO E CANTIAMO SU: UNA MATTINA MI SON SVEGLIATO, OH BELLA..."

"Hoseok finiscila di dire minchiate e scendi giù da quel palco. Quella canzone non è nemmeno adatta, qui nessuno ha dormito.

Ma quanti hai bevuto? Dio puzzi più tu che mia zia Marceline.

E mia zia Marceline è morta due anni fa" affermò Jin, essendo il capobranco della situazione

"Però nonostante tutto, sei il nostro raggio di sole. Vieni qui e fatti abbracciare" aggiunse infine, unendo tutti quanti in un unico abbraccio di gruppo.

Questa sì che si poteva definire una famiglia, però certamente le cose belle finiranno prima o poi, ma questo non te lo dirò per il momento.

Continua a leggere la mia storia e capirai.

Ora ti lascio stare, ma dedicati a ciò che ti fa stare bene.

e sai che cos'è?

Una bella storia yoonmin

Continua a scorrere su...TU SÌ CHE SEI PROPRIO UNA BELLA PERSONA

...

Nonostante loro avessero appena passato una notte in bianco -bianco come la cocaina che avevano assunto- e dovessero affrontare le prossime ore in una scuola- un'altra persona, in un'altra zona di Seoul, aveva appena perso il sonno a causa di un incubo.

Il suo petto saliva e scendeva velocemente, la fronte impregnata di sudore e i suoi occhi che in quel momento sembravano di color nero -un nero simile a quelli dell'abisso, spenti e privi di vita- erano spalancati con le iridi che fissavano un punto indefinito della stanza.

Il corvino con delle belle sfumature blu, un colore così strano e innaturale per i suoi capelli ma così fottutamente adatto alla sua personalità calma e riservata, si alzò a mala voglia dal suo accogliente letto e si diresse verso la doccia.

Sotto il getto dell'acqua calda, lui si stava affatto lavando, non riusciva nemmeno a concentrarsi per cercare delle frasi ad effetto per avere la meglio su discussioni avvenute secoli prima e non voleva nemmeno gli applausi da parte del suo pubblico affollatissimo che gli dava ragione : lo shampoo e il bagnoschiuma, ma no, c'era qualcos'altro grazie al quale i suoi pensieri presero il sopravvento, con l'unica differenza che c'erano due persone che occupavano la sua mente: erano due entità differenti, quasi misteriose, ma noi sappiamo benissimo siano riconducibili alla stessa persona.

'vorrei tanto rincontrarti e sapere che dall'ultima volta, non mi odi mio caro angelo mascherato, se ritorno in quel locale avrò la possibilità di vederti e magari, parlare con te?'

TRA PECCATI E DIVINITÀ                                                《Yoonmin 》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora