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"Possiamo sempre provare, no?"

Aveva pronunciato queste parole circa dieci minuti fa ed ancora non aveva fatto nulla, continuava a guardare quel viso talmente bello da far invidia a chiunque, continuava ad accarezzarlo, a complimentarsi per la sua immensa bellezza.

Ogni tentativo di fare qualcosa era inutile, era come bloccato in una sorta di limbo, in bilico tra il voler ammirarlo e il voler baciarlo.

Le sue dita si posarono e fermarono ripetutamente su un unico punto: quelle fottute labbra in cui voleva catapultarsi e morire, poiché la voglia di farle sue ora era immensa.

Pensò ripetutamente se ciò fosse la cosa giusta da fare, ormai la sua parte razionale si era alleata a quella del cuore spingendolo nella tentazione di baciarlo, prese la sua ultima decisione questa volta molto più sicuro di se.

Spostò le mani dal suo viso mettendole ai lati della testa per reggersi, allungò ancor di più il collo e scese con la testa.

I loro visi adesso erano a pochi millimetri l'uno dall'altro, chiuse gli occhi e alla fine successe.

Jimin baciò Yoongi.

Era un bacio a stampo semplice e comune ma diverso, personale e unico, le labbra del corvino erano morbide e setose.

Quel piccolo contatto fece scaturire nello stomaco del minore un vaso contenente tante piccole farfalle che una volta aperto, volavano in piena libertà procurandogli un fastidio intenso, ma piacevole: era così caldo e così rilassante.

Dopo quel leggero sfiorarsi di labbra, il biondino si allontanò dal maggiore, continuando ad osservarlo, rimanendo deluso dalla sua stupidità.

"Cazzo Jimin, non è una favola e tutto questo è così sbagliato" cominciò a parlare da solo, insultandosi, incapace di fare altro.

Sperava di risvegliarlo dal suo coma proprio come fanno i principi con le principesse ma qui stiamo nella realtà e non sempre va tutto per il meglio.

Probabilmente Yoongi aveva già la sua principessa e per questo non si era ancora svegliato, forse non era nemmeno più il principe del suo regno, forse era proprio il re e un tipo semplice come il biondino non sarebbe mai stato alla sua altezza.

Mille paranoie bussarono alla porta del cuore di Jimin, ma nonostante ciò e nonostante il mal di testa, rimettendosi composto, constatò che magicamente si sentiva così rilassato, come se quel bacio avesse assorbito tutta la sofferenza e l'agonia provata in quei giorni di pieno stress.

Di certo non erano in una favola, ma la magia la sentiva: chiuse gli occhi per un attimo per percepire ancora di più quell'atmosfera che lo spinse a fare dei pensieri non consoni al contesto ma passati pochi minuti e una volta riaperti gli occhi, sentiva le mani pizzicare come se volesse di più, come se quel leggero contatto non gli fosse bastato; con il labbro inferiore tra i denti e le gambe che penzolavano nel vuoto, decise di riprovare a baciarlo tanto adesso anche la coscienza gli intimava di farlo con la scusa.

"Sta dormendo, siamo solo io e lui e nessuno lo saprà mai" lasciò finalmente libero il suo labbro, fece un mezzo sorriso schietto e si riavvicinò una seconda volta al viso del maggiore e ripetendo ogni azione di prima, fece scontrare le loro labbra, ma questa volta volle aumentare il tempo di quel bacio, perché sicuramente questa occasione non si sarebbe ripetuta una seconda volta, ma la vita è pur sempre imprevedibile.

Poiché la coscienza di Yoongi gli urlò di risvegliarsi e non perdersi quel momento, di riprendere la sua vita e continuare a stare accanto alla persona che ama. Così, di scatto, con il cuore pompato a mille, con il cervello più attivo che mai, i suoi si aprirono e potè godersi, per qualche istante, le labbra del più piccolo, così soffici e carnose, come le aveva sempre sognate, anche nel coma e non appena quest'ultimo, si distaccò di pochi millimetri, si spaventò nell'udire una voce famigliare.

TRA PECCATI E DIVINITÀ                                                《Yoonmin 》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora