Erano esattamente le cinque del mattino quando il corvino mise piede dentro la sua abitazione.
Cercava di camminare di soppiatto non capendo neanche lui il motivo per il quale lo stesse facendo benché quella fosse casa sua, ma la sua coscienza mischiata al suo sesto senso gli facevano suonare ripetutamente un campanellino d'allarme dentro la sua testolina facendogli capire che quel territorio non fosse più sicuro. Non seppe neanche lui spiegare perché quell'aria fosse diventata improvvisamente irrespirabile; ad ogni passo che faceva, sentiva una sensazione di pesantezza e angoscia, come se la sua corporatura fosse stata afferrata da mille anime che risorgono dall'inferno squarciando il pavimento, per trascinare con sé la loro anima impura.
Non ebbe neanche il coraggio di accendere la luce talmente si stesse spaventando, ma i suoi pensieri non ebbero neanche il tempo di metabolizzarsi che la luce del salone venne accesa, portando a far strizzare gli occhi al corvino per la brusca intensità con cui lo colpivano i faretti.
Quando Yoongi riuscì ad abituarsi all'intensità della luce ed ebbe messo ben a fuoco la vista, guardò dritto davanti a sé capendo che i suoi guai fossero appena tornati, nonostante stesse solo guardando una figura ben messa di stazza, ma girata di spalle sulla sua comoda poltrona in pelle nera.
"Ti sembra l'ora di tornare?" pronunciò la figura non degnando il suo mittente di uno sguardo o cenno, limitandosi solo ad una semplice domanda, posta con voce neutra per giunta come se non gli importasse seriamente di quello che l'altro faceva, era solo un modo come un altro per iniziare una conversazione che tutti e due sapevano come sarebbe andata a finire.
"Cosa vuoi?" rispose altrettanto freddo Yoongi, però qualcosa lo tradì: il suo tono di voce. Egli si presentò un tantino curioso e sperava vivamente che lui non se ne accorgesse.
"Ancora così acido?"
"Ancora così rompicoglioni?"
"Linguaggio"
"Cosa ti serve da me?"
"È tempo che cominci a prendere in mano i tuoi doveri"
"Non mi interessa"
"Non credi di star esagerando con il tuo menefreghismo? Il tuo comportamento non mi piace per niente, te ne stai approfittando"
"Io sono menefreghista? No tu che ti presenti quando stracazzo vuoi e per giunta, quando ti serve qualcosa da me? Non mi chiedi nemmeno come sto" urlò arrabbiato come non mai
"Non posso più avere il piacere di incontrare mio figlio, questa é casa mia in fondo"
"Smettila e arriva al dunque. Non giochiamo più a papà e figlio da quanto tempo? Da anni ormai"
"Mi conosci vecchio. Comunque ho ricevuto questa lettera, ci vogliono tutti riuniti"
"Causa?"
"Nessuna in particolare"
"E allora perché ci vogliono?"
"Ci sono cose che puoi sapere e cose che non puoi sapere, dai tempo al tempo, Yoongi. Ti dico solo che vogliono capire di chi si possono fidare e allearsi"
"E quindi riunirci, darebbe dei risultati? Un colpo di telefono sarebbe stato meglio"
"La finisci di scherzare? Non stiamo andando mica in guerra, é solo un incontro pacifico"
"Voglio più dettagli"
"Sei pesante"
"I dettagli, prego"
"Le armi sono ammesse, ma solo per difesa"
"Quindi?"
"Ma devo dirti tutto io? Eppure sei sveglio come ragazzo. Devi essere agile e capire chi si aggira dietro a tutto ciò. Stanno succedendo troppe cose strane"
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TRA PECCATI E DIVINITÀ 《Yoonmin 》
Fanficstoria ambientata nell'anno: 2013 Tra enigmi presenti, passati e futuri, le divinità entreranno in contatto con i sentimenti puri e lussuriosi che coinvolgono il mondo mondano