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Niente, nero assoluto. Non un colore, non una sfumatura, ma solo quel maledetto colore. Ti disorienta, ti oppressa e ti fa star male.

Il silenzio permette di far udire il rimbombo di un susseguirsi di lacrime, amare e calde gocce che colavano dagli occhi di una creatura umana, seduta per terra con le braccia che gli cingevano le ginocchia stringendole al petto come unico appoggio per sorreggergli la piccola testolina.

Il bambino piangeva, ma rispetto a tutti gli altri bambini, lui non faceva uso di urla o schiamazzi. Era lì in un angolo immerso nel suo dolore.

“Jimin dai smettila di piangere, altrimenti mi arrabbio davvero” una voce candida ruppe il pianto del castano, che con occhi velati di acqua, alzò lo sguardo sulla donna o meglio dire sulla sua figura ricoperta di vestiti bianchi. L’unico colore che spezzò l’agonia di quel posto.

“Mamma, perché sei andata via?” rispose il bambino passandosi la mano sopra gli occhietti cacciando via le lacrime residue. Ma la donna a quella domanda non rispose.

“Devi smetterla di cercarmi, io non esisto.” alla fine della frase, il luogo dove erano situati prese a vorticare sempre più veloce assomigliando ad un tornado. Al suo interno Jimin rimase fermo vedendo il luogo girare intorno a lui, la figura della donna sparì lasciandolo nuovamente da solo.

Finito di vorticare, Jimin non era più un bambino, ma il lui di adesso: il ragazzo diciottenne.

Era posto in un angolo remoto immobile, congelato sul posto con una costante paura di cadere. Davanti a quest’ultimo presero a manifestarsi, in fila indiana, delle polaroid sbiadite e sfocate circondate da fiamme blu. Esse volteggiavano nel nulla sembrando piccoli fuochi fatui.

<<I piccoli corpicelli blu, chiamati fuochi fatui sono legati alla leggenda “Will-o’-the-wisp“, nella quale si narra di un fabbro malvagio di nome Will che, giunto alla fine dei suoi giorni, incontra San Pietro all’ingresso dei cancelli dorati. Il santo lo rimanda sulla terra per redimersi e meritarsi l’ingresso in paradiso ma Will si dimostra incapace nell’assolvere il compito e viene condannato a vagare sulla Terra per l’eternità, con in mano un carbone ardente per scaldarsi. Fedele alla sua malvagità, Will si serve del carbone luminoso per attirare in trappola gli ignari viaggiatori che, notando e seguendo la luce, vengono condotti in fitte foreste e terribili paludi dalle quali è impossibile uscirne.>>

Jimin li osservò stregato e affascinato da tale bellezza, allungò una mano, sperò di riuscire anche solo a toccarli, ma non appena fece per sfiorargli, essi si allontanavano come se quelli che potessero bruciare fossero loro e non il ragazzo.

Il biondino non demorse, non aveva più il senno della ragione e cominciò a correre. Non seppe per quanto tempo corse, ma non appena si fermò, fu proprio uno di loro ad avvicinarsi di sua spontanea volontà mostrando al giovane cosa custodiva con le sue fiamme.

Da quello che si poteva vedere, la polaroid mostrava una donna affiancata da un uomo che rideva e scherzava con un bambino. La parte che fece spaventare Jimin fu quando la fotografia prese a muoversi come un video e non come un’immagine, ma spinto dalla curiosità continuò a guardare.

Tutti i volti dei soggetti non c’erano, lo sfondo era completamente sfocato e si distinguevano solo quelle figure. Ridevano tra di loro, battevano le mani a tempo mentre il bambino volteggiava ancora più eccitato. Guardò quello che la polaroid voleva mostrargli fin quando essa stessa non prese fuoco da sola.

Jimin era disorientato, non riusciva a capire cosa stesse succedendo e del perché l'immagine avesse preso fuoco.

Dopo poco, vide un altro spiritello avvicinarsi con un’altra immagine tra le fiamme.

TRA PECCATI E DIVINITÀ                                                《Yoonmin 》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora