Un brivido percorre la mia spina dorsale non appena vedo in lontananza la figura di mia madre, che dopo otto anni non era cambiata di una virgola, se non per qualche ruga più accentuata. -"Nic no, no io non ce la posso fare"
-"Amore per favore, io rimarrò qui con te tutto il tempo, non ti lascio sola in una situazione così seria, ma fidati di me, lei vuole sistemare le cose.
Dalle una possibilità, è pur sempre tua madre, la donna che ti ha messa la mondo."
non ho il tempo di replicare data la presenza ormai imminente della donna.
-"Dio quanto ti sei fatta bella" dice per prima cosa rimanendo in piedi a fissarmi.
-"Grazie" rispondo guardando fissa il lago senza rivolgerle il minimo sguardo.
Anche la sua voce era sempre la stessa, calda e squillante come quando mi raccontava le favole.
Dopo poco Nic decide di spezzare il silenzio che si era venuto a creare per la tensione.
-"Salve signora, io sono Niccolò, il fidanzato di sua figlia, sono stato io a chiamarla.." dice alzandosi e porgendo la mano a mia madre che ricambia subito.
-"Ti ringrazio infinitamente per il bel gesto, io sono Alessandra" dice accennando un sorriso al moro, per poi sedersi al mio fianco.
-"Allora...come-come stai Azzu?"
-"Stavo meglio prima ma non c'è male grazie" le parole escono veloci come un razzo senza il mio controllo, e con tutta la rabbia repressa, non mi rendo conto che effettivamente potrei ferirla molto con il mio comportamento, anche se lei non ha minimamente pensato a come saremmo potuti stare io e i miei fratelli dopo la sua fuga.
Tiro un sospiro per alleggerire la tensione e continuo.
-"Tu? Che ci fai a Roma"
-"Ci lavora Fabio, il mio attuale compagno."
-"Ah ecco..." rispondo non stupita dalla risposta.
-"Ascoltami Azzurra, so benissimo di non essermi comportata bene nei tuoi confronti e in quelli dei tuoi fratelli, e anche di tuo padre in effetti, ma non ero in me. Tutta la situazione di Veronica..." -"No mamma, non nominarla, non voglio che tu la metta in mezzo, l'unica a soffrire veramente è stata lei che ha potuto vivere solo un quarto della sua vita, e per giunta malata.
Ne tanto meno voglio spiegazioni. Tu sei voluta sparire dalla mia vita e ormai l'ho accettato, quindi anche io devo sparire dalla tua."
-"Azzurra per favore, fammi finire, poi se non vorrai più saperne niente di me lo capirò, ma lasciami spiegare" risponde lei con voce tremolante e gli occhi chiusi.
Vederla così mi rende uno straccio, ma lei ha mai visto gli occhi dei suoi figli che sono cresciuti senza la loro mamma? No, ha preferito fare l'egoista per non soffrire lei in primis.
Niccolò in tutto questo assisteva in silenzio, ma alla mia reazione scontrosa mi ha preso la mano, e mi ha rivolto uno sguardo storcendo la testa come per dirmi di lasciarla parlare, così le ho fatto cenno di continuare.
-"Sì, sono stata un'egoista e sì, ho tradito tuo padre e anche voi lasciandovi da soli così piccoli,
e di certo non voglio giustificarmi per tutto questo. Ho sbagliato, ne sono consapevole.
Se potessi tornare indietro non rifarei assolutamente nulla di ciò che ho fatto, ma la macchina del tempo che avete costruito tu e i tuoi fratelli da piccoli non ha mai funzionato purtroppo.
Te la ricordi? Ricordi quanto era bello giocarci tutti insieme?" faccio un mezzo sorriso amaro, vedendo passare davanti agli occhi i pochi bei ricordi che avevamo insieme.
-"Sono stata una madre orribile, assente, superficiale, ho tutte le colpe del caso, ma me le sto assumendo perchè voglio provare a rimediare. Anche se lontana da voi non ho mai smesso di pensarvi nemmeno un secondo. Ogni giorno mi svegliavo con l'intenzione di chiamarvi, di sapere che cosa facevate, come stavate, di spettegolare di ragazzi con te o di chiacchierare di giochi con Luchino, e di amici con Matteo, le classiche cose che fa una madre presente con i propri figli, ma d'altro canto avevo paura della vostra reazione, che sarebbe stata di certo più che negativa. Solo oggi ho trovato tutta la forza necessaria per venirti a cercare, nella speranza che tu possa riammettermi nella tua vita. So che il buco che ho creato non potrà mai venir ricoperto da una toppa, ma spero di poterlo ricolmare almeno per metà, piano piano, tornando a far parte delle vostre giornate." una lacrima solitaria riga il mio viso ormai pallido per il freddo, mentre lei si sta già sfogando in un pianto liberatorio.
-"Io non so se sarò mai in grado di perdonarti. Sei stata assente nei momenti più importanti della mia vita. Quando avevo bisogno di una roccia su cui piangere la scomparsa di mia sorella, tu non c'eri. Quando Luchino aveva bisogno di una carezza durante la notte dopo un incubo, tu non c'eri, c'ero io. E quando ho raggiunto uno dei miei traguardi nella vita, la laurea e il mio primo lavoro, tu non c'eri. Ero relativamente sola, a farmi carico di un bambino, di un padre che si spaccava di lavoro per mantenerci e di un fratello maggiore che non vedevo nemmeno il giorno di Natale perchè a lavorare anche lui.
Il giorno del mio diciottesimo compleanno avrei voluto scegliere cosa indossare con mia madre, invece ho semplicemente mangiato una torta con la mia migliore amica, invece di prepararmi per una festa come tutti i miei coetanei facevano.
E per il trasloco avrei voluto avere un consiglio su come arredare la casa, su come lavare e stirare i miei vestiti, invece ormai avevo imparato a farlo da sola, perchè alla casa non ci pensava mia madre, ci pensavo io. Quindi perchè dovrei perdonarti dopo tutto il dolore che hai causato.
Avevo finalmente raggiunto una sorta di equilibrio e felicità anche senza di te, per quanto mi riguarda ora puoi anche tornartene da dove sei venuta e non farti sentire mai più."
Il mio sguardo si fissa per l'ultima volta sugli occhi color ghiaccio e spenti di mia madre, che senza dire una parola lascia il parco piangendo silenziosamente.
Non ho più lacrime a sufficienza in corpo per piangere anche per lei, ma soprattutto non ne varrebbe la pena. Semplicemente certi errori sono più grandi di altri, e sono irrisolvibili.
-"Come l'hai trovata" chiedo impassibile a Nic tenendo lo sguardo basso.
-"Ho ricercato il numero nel registro delle chiamate del tuo cellulare, e l'ho chiamata dal mio mentre facevi la doccia"
-"Puoi portarmi a casa mia?" chiedo con un fil di voce.
Lui senza proferire parola si alza e mi prende la mano, dirigendomi verso la sua auto.
Il viaggio di ritorno lo passiamo interamene in silenzio, con la radio che rimbomba e parla al posto nostro. Giunti sotto casa mia Nic spegne la macchina e mi fissa, rimanendo rigorosamente in silenzio -"Perfavore non farmi la predica. Non voglio più parlare di lei. Per me è finita."
-"Azzu tutti hanno bisogno di una figura materna nella loro vita.
Perchè vuoi privartene, sei fortunata, è qui in città, la potresti vedere tutti i giorni, potreste riallacciare i rapporti..."
-"Ah io sono fortunata? È sparita per otto anni della mia vita e dovrei essere fortunata?"
-"Sì Azzu, perchè in fondo è una brava persona. Si è pentita dei suoi errori, ha ammesso le sue colpe. È tornata da te! Ti ha chiesto scusa in tutti i modi, che dovrebbe fare ancora.
Vuoi metterla in croce perchè ha sbagliato? Tutti fanno errori nella vita, siamo imperfetti, sbagliare è umano" -"Nic, perfavore smettila"
-"No, perchè tu ci starai male, so come sei fatta ormai. Sei solo orgogliosa per perdonarla-"
-"Chi mi dice che non lo rifarà ancora, eh?" lo interrompo urlando più che innervosita.
-"Chi mi dice che magari mentre torno ad affezionarmi a mia madre come una volta, sul più bello non mi abbandoni di nuovo? Nessuno Niccolò, nessuno mi può assicurare che non riaccada. Grazie per il tentativo, ma quello che credi sia giusto non sempre lo è veramente.
Ero felice finalmente con te, ora hai mandato tutto a rotoli" dico uscendo dall'auto e sbattendo la portiera. -"Azzu aspetta.." lo sento gridare anche lui fuori dall'auto.
-"..scusami se mi sono impicciato, ma adesso non ti lascio da sola in questo stato."
-"Faresti meglio ad andartene invece. Voglio starmene da sola per un po'" rispondo senza voltarmi e sparendo dietro la porta del mio palazzo.
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"Nel secondo che precede il tempo"
FanfictionAzzurra é una semplice ragazza di 22 anni, scappata con 'la voglia di strafare e il bisogno di volare', da una famiglia ormai morta, con la promessa di rifarsi una vita migliore. Ha vissuto troppo dolore per la sua giovane età, perciò decide di camb...