2- Ti porto al Colosseo

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La suoneria del mio cellulare mi fa sobbalzare dal letto.
Controllo il piccolo orologio che tengo sul comodino e maledico chiunque mi abbia svegliato da un sonno così tranquillo. Rimango alquanto spiazzata quando leggo il nome del mittente.
-"Alex?" -"Ciao Zuzu come stai?" Alex è il migliore amico di mio fratello da quando sono nati, hanno frequentato le stesse scuole, gli stessi amici e persino la stessa società di calcio, quindi quando Matteo non era da Alex, Alex era in casa nostra ed inevitabilmente ho passato molto tempo con lui anche io. Un dettaglio che ho tralasciato però è che il moro ha una cotta per me dai tempi del liceo, ma sinceramente per quanto sia un bel ragazzo, non fa proprio per me.
-"Matti mi ha detto che hai finito il trasloco proprio ieri e che quindi ormai non tornerai più sù"
-"No infatti, sono riuscita a fare tutto in modo molto veloce. Sai, odio i saluti.."
Mentre Alex continua a parlare, mi do una sistemata per portare fuori Kyla.
In questo arco di tempo mi racconta che per mancanza di tempo ha dovuto lasciare il calcio, così da potersi dedicare solo ed esclusivamente a studio e lavoro, e qualche aneddoto di quando eravamo piccoli e innocenti. Inizio a girovagare per il quartiere e senza rendermene conto, mi ritrovo in un piccolo parchetto, e ancora assorta dai miei pensieri non faccio caso ad un ragazzo che gioca con il suo cane, me ne rendo conto solo dopo che il cagnolone inizia a correre nella mia direzione per giocare con Kyla.
-"Scusa Alex devo un attimo salutarti, ci risentiamo"
Senza dargli il tempo di rispondere, levo gli auricolari e mi chino ad accarezzare il cane color miele, mi sono sempre piaciuti i labrador, sembrano infinitamente dolci.
-"Spugna!! Viè quà" urla il padrone che non avevo ancora notato.
-"Scusami tanto, di solito non viene nessuno qui e lascio Spugna libero, spero non ti abbia disturbata." dice con una voce calda e tranquilla mettendo subito il guinzaglio al cagnolone. Wow, é veramente stupendo nella sua semplicità. Indossa solo una maglietta bianca e dei pantaloncini rossi, eppure mi sembra bellissimo. Cerco di scrutarlo meglio in viso per quanto si riesca dato che porta gli occhiali da sole, poi però riconosco un tatuaggio, un occhio che piange sulla sua mano. -"Tranquillo nessun problema, in realtà sono nuova qui e non sapevo nemmeno dell'esistenza di questo posto, sono capitata per caso" rispondo fredda capendo di avere di nuovo a che fare con il misterioso ragazzo del taxi.
-"Se sente dall'accento che nun si propo de Roma" risponde lui mostrandomi un bellissimo sorriso da togliere il fiato.
-"Aspetta ma, io ti ho già vista da qualche parte... sei la ragazza del taxi!" dice guardandomi finalmente in faccia -"Eh si.." rispondo portando tutti i capelli da un lato per il caldo.
-"Ti chiedo ancora scusa, di solito non sono così, non era giornata" dice abbassando lo sguardo sincero -"Tranquillo è acqua passata" rispondo cercando di risultare il più calma possibile
-"Beh allora, benvenuta a San Basilio, io sono Niccolò e mi offro come guida personale per mostrarti la strabiliante Roma" dice porgendomi la mano divertito.
-"Oh no non preoccuparti, non voglio disturbare" rispondo a mia volta a testa bassa.
Dopo la storia di mia madre non sono mai più riuscita a fidarmi di nessuno, né tanto meno di me stessa. Ho sempre avuto il terrore che qualcuno avrebbe potuto fare ciò che lei ha fatto a noi,
o che io fragile come sono, possa reagire come lei, abbandonando tutto e tutti in preda alla disperazione. -"Eddai nun famme insistere, me fa solo piacere accompagnare una bimba sperduta in giro pe la città, dopotutto ddevo famme perdonà" continua imperterrito il ragazzo.
Rimango un attimo spiazzata dal nomignolo, poi accetto incuriosita
-"..va bene"
-"Oggi me lo dici il tuo nome?"
-"Azzurra" rispondo ridendo e stringendo la presa del ragazzo.
Noto i suoi infiniti tatuaggi, uno più bello dell'altro, che partono dalle mani fino a percorrere tutte le braccia. Mi perdo cercando di scrutarlo nel modo più discreto possibile, insomma é così gentile e premuroso, di certo non come qualche ora prima, poi il modo in cui mi ha chiamata 'bimba sperduta' proprio come dice Peter Pan, il mio cartone preferito.
Mi fa tornare alla realtà prendendomi per mano.
-"Allora andiamo! Ti porto al Colosseo.." dice aprendo la sua bellissima auto sportiva bianca senza tettuccio. Fa salire dietro i cani e prende parola interrompendo l'ennesimo silenzio.
Sono un po' a disagio lo ammetto, più cerco di sforzarmi ad essere gentile e aprirmi con le persone, più mi chiudo a riccio.
 -"Qual buon vento ti ha portata qui?" chiede con fare interrogatorio
-"L'azienda in cui lavoravo da un po' a Milano ha aperto una nuova sede qui, perciò mi hanno chiesto, essendo già formata, di venire ad istruire i nuovi dipendenti."
-"E di che cosa ti occupi?"
-"Sono laureata in design, e lavoro come interior designer, progetto interni..."
mi guarda incredulo.
-"Wow, effettivamente avrei bisogno di un occhio critico, ho cambiato appartamento da poco anche io, prima vivevo dai miei sempre qui a San Basilio, però ho bisogno dei miei spazi per lavorare e concentrarmi..."
-"Che cosa fai tu invece?"
-"Cantautore, non so se hai mai sentito dire di Ultimo." risponde mantenendo lo sguardo dritto sulla strada.
-"Ecco dove ti avevo già visto! Sinceramente non conosco molto la tua musica ma con Sanremo giovani ho trovato il tuo viso in tutte le copertine!" rispondo ridendo un po' più rilassata.
-"Tranquilla, mi fa piacere per una volta essere Niccolò e non il personaggio famoso agli occhi di qualcuno" dice voltandosi verso di me ancora con il sorriso.
Ricambio, poi torno a guardare intimidita e affascinata il centro di Roma, con gli alti palazzi antichi e il caos della gente di fretta in giro per la capitale.
Stendo l'intero braccio fuori dal finestrino, socchiudo gli occhi e mi lascio trasportare dal vento e dal senso di libertà, di nuova vita. Finalmente parcheggia e ci incamminiamo fino ad arrivare ai piedi del monumento più importante, il Colosseo.
Rimango estasiata dalla sua maestosità, dalla sua imponenza ed importanza.
È veramente mozzafiato.
-"Te piace eh?!" dice Niccolò guardandomi divertito dall'espressione che ho in volto.
-"Già, è stupendo" rispondo ancora ammaliata.
-"Pensa un po', io vivo qui da quando sono nato e ancora ci sono stato solo 4 volte"
-"Non ci credo, sei pazzo?" rispondo scherzando.
-"Lo so lo so, ma è molto affollato a qualsiasi ora del giorno, e io sono uno che sta un po' sulle sue.." -"Capisco perfettamente" lo interrompo guardandolo.

Dopo il Colosseo ci siamo fermati a mangiare un boccone e far bere un po' i cani, che erano decisamente provati dal caldo di Maggio, per poi andare in alcuni dei suoi posti preferiti di Roma.

Le luci dei lampioni iniziano ad accendersi lungo il Tevere.
Io e Niccolò, dopo svariate ore di passeggiate, decidiamo di tornare verso casa.
È un ragazzo davvero simpatico e divertente, ma sembra nascondere un lato più sensibile, profondo e differente, tutto suo.
-"Mi lasci l'indirizzo di casa? Almeno ti riaccompagno lì"
-"Ma no figurati, lasciami pure al parchetto, non vorrei scomodarti troppo.."
-"Insisto, è notte fonda, non lascio una bimba sperduta da sola" é successo, di nuovo.
Ha ripronunciato quella frase, e io mi sto sentendo letteralmente andare a fuoco.
Gli indico la via sul navigatore e lo ringrazio ancora una volta per la disponibilità.
-"Ma sei venuta qui a Roma tutta sola?" chiede cercando di scoprire altro su di me.
Sinceramente non mi é mai piaciuto raccontare i fatti miei alle persone, specialmente appena conosciute, quindi all'ennesima domanda mi irrigidisco un po'.
-"Sono venuta con la mia migliore amica, ma vivo da sola" dico quasi con tono acido.
Purtroppo i piani non erano proprio questi.
Roma é la città che avremmo voluto visitare insieme io e Veronica. Solo noi due.
Al pensiero una lacrima riga il mio viso senza che io me ne accorga.
Niccolò spegne il motore ormai sotto casa e si accorge della domanda indiscreta.
-"Io mi-mi- dispiace tanto, non volevo sembrare un ficcanaso..." dice levando gli occhiali e girandosi completamente verso di me.
Appoggia una mano sulla mia, intento a rassicurarmi e mi perdo per la prima volta nei suoi profondi, languidi e brillanti occhi color nocciola.
-"Tranquillo emh, beh si è fatto tardi, grazie ancora di tutto." dico interrompendo bruscamente quel contatto. Prendo in braccio Kyla e mi affretto a scendere dall'auto.

-"Aspetta!" dice il ragazzo fermandomi per un polso.
-"..mi farebbe comodo un tuo aiuto a casa...ricordi?" dice grattandosi la guancia intimidito.
Gli porgo uno dei bigliettini da visita dell'azienda.
-"Sai dove trovarmi" rispondo sorridendo appena.
Poi mi incammino verso l'ingresso del palazzo, lasciandomi tutto alle spalle, con l'unica intenzione di buttarmi nel letto e cercare di dormire per non pensare.

Come immaginavo il sonno tarda ad arrivare.
Gli incubi del mio passato non pensano minimamente di sloggiare dal mio cervello.
Dopo essermi rigirata più e più volte su me stessa, decido di alzarmi da quel maledetto letto e andarmi a preparare una camomilla. Controllo l'orologio, segna le 2:30. Fantastico!
Mi sdraio sul divano, tenendo stretta la tazza calda e coccolando un po' Kyla che ho accidentalmente svegliato. Rimango in silenzio a pensare, ormai il mio cervello non fa che elaborare i ricordi, ma c'è anche spazio per quel ragazzo. Niccolò.
Prendo il cellulare e cerco qualche sua canzone, incuriosita dal tanto seguito che ha questo ragazzo ormai da molti mesi. Il primo titolo che appare é 'Il ballo delle incertezze' brano con cui ha vinto Sanremo giovani, poi mi soffermo su Pianeti. È veramente un pezzo stupendo.
Rimango estasiata dalla bravura di quest'ultimo, così avvio la playlist casuale dei suoi brani
e finalmente mi addormento, cullata dalla sua calda voce.

"Nel secondo che precede il tempo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora