23- Dimenticare

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-"Che dici, metto questo vestitino con gli stivali o jeans e maglioncino?"
Sono passati circa due mesi dal ritorno di Nic e della mia felicità.
Anche le cose con Giulia erano tornate come prima, infondo siamo fatte così, due poli opposti testardi, ma che non possono stare poi così lontani.
Sono super tesa, perchè oggi Niccolò ha deciso di presentarmi alla sua famiglia in occasione del compleanno della madre Anna, ed io non potrei esserne più felice, ma sono anche molto in ansia. Ho paura di dare una brutta impressione, molto spesso le persone scambiano la mia eccessiva timidezza per altezzosità o strafottenza, quindi ci tengo molto a fare bella figura almeno con i genitori e familiari di Nic.
Di conseguenza ho ben deciso di ribaltare l'intero armadio sotto la supervisione del mio ragazzo che se ne sta beatamente seduto sul letto a ridacchiare per il mio stato d'animo.
-"Zuzu, molto probabilmente saresti bellissima anche con un sacchetto della spazzatura addoso. Indossa quello con cui ti senti più a tuo agio.
E soprattutto rilassati, sei più tesa delle corde della mia chitarra" risponde ridendo e tirandomi verso di sé. -"Lo so hai ragione, ma ho il terrore di stare antipatica ai tuoi"
-"Come puoi stare antipatica a qualcuno? Andiamo, sei la persona più dolce e divertente che conosca" dice spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Sorrido leggermente e gli lascio un delicato bacio a fior di labbra per ringraziarlo, sa sempre come farmi sentire speciale, poi decido finalmente di indossare il tubino marroncino con le calze e gli stivali al ginocchio.
Finisco di prepararmi miracolosamente in tempo, quindi prendo il cappotto, la sciarpa, il regalo per Anna e mi incammino verso la porta con Nic già pronto ad aspettarmi.
Durante il tragitto inizio a martoriarmi le mani in alternanza con le labbra, e Nic divertito non fa altro che ridersela sotto i baffi. Arrivati a destinazione, saliamo le scale di un piccolo e carinissimo condominio fino al terzo piano, e giunti davanti al portoncino in legno di casa Moriconi, faccio un bel respiro per cercare di calmarmi, cosa del tutto inutile finchè non prende parola Niccolò sussurrandomi all'orecchio un "Sei bellissima" poi intreccia le sue dita alle mie per darmi sicurezza e suona il campanello.
-"Oh è arrivato er piccoletto, ciao Nic!!"
-"Ciao Vale, come stai"
-"Nun c'è male, tu invece devi essere Azzurra vero?"
-"Sì, molto piacere" dico sorridendo e stringendo la mano del ragazzo.
Subito dopo sento una voce femminile provenire dalla cucina, quindi Nic mi porge un ultimo sguardo e mi accompagna a conoscere mamma Anna.
Sinceramente non vedevo l'ora di incontrare la donna che ha educato e cresciuto la persona che più amo al mondo, ma ovviamente al contempo, avevo paura di non essere abbastanza per lui.    -"Che bello finalmente ci conosciamo di persona, ciao cara sono Anna molto piacere" dice avvicinandosi e lasciandomi due baci sulla guancia.
-"Azzurra, piacere mio signora" rispondo arrossendo per l'affettuoso gesto di lei.
-"Oh diamoci pure del tu, non formalizziamo. Che fai ancora lì impalato Nicco, fai accomodare la tua ragazza.." -"Certo mamma, volevo solo salutarti anch'io" risponde divertito per la scena. Poco dopo mi accompagna in salotto dove mi presenta anche al padre Franco e al secondo fratello Lorenzo, anche loro molto simpatici e accoglienti.
I genitori di Nic nonostatante si siano separati ormai da tempo, hanno preferito per i figli mantenere un rapporto civile, quasi d'amicizia, quindi capita spesso che si rivedano senza problemi, e questo a parer mio è una dimostrazione di enorme forza, amore per i ragazzi, e di grande maturità. Devono essere persone davvero speciali.

-"Forza ciurma, è pronto a tavola venite!"

-"Allora Azzurra, di cosa ti occupi nella vita?" chiede Franco per rompere il ghiaccio.
-"Sono laureata in design, e lavoro in un'azienda di arredamento, quindi mi occupo di progettare e arredare interni"
-"Però dall'accento si sente che non sei di quì.."
-"No infatti, sono nata e cresciuta a Milano, ma ho preferito cambiare aria e mettermi alla prova con questo nuovo lavoro fuori città"
-"Bel coraggio complimenti, ti sarà pesato molto allontanarti dalla famiglia così giovane.
Hai fratelli o sorelle?" chiede incuriosita Anna.
Un brivido percorre il mio corpo dalla testa ai piedi, ma l'unico per fortuna ad accorgersene è Nic che prontamente mi stringe la mano da sotto il tavolo.
Lo ringrazio con uno sguardo, è incredibile come con un piccolo gesto sia in grado di trasmettermi così tanta forza.
-"Sì ho due fratelli, uno maggiore e uno minore e una sorella che purtroppo è venuta a mancare qualche anno fa" rispondo sorpresa io stessa dalla tranquillità con cui l'ho detto.
In tavola però cala il gelo, e questo mi irrigidisce un po'.
-"Mi dispiace tantissimo cara, non volevo essere indiscreta-"
-"Chi vuole un po' di vino? L'Azzu ha portato una bottiglia buonissima.." ci interrompe Nic tirando fuori la bottiglia dalla busta.
Per fortuna con il passare dei minuti il clima è tornato sereno animato da barzellette, aneddoti di Niccolò da piccolo e litigi scherzosi in dialetto tra i fratelli.
L'amore e la lucentezza degli occhi con cui Anna ammira i suoi figli mentre parlano è qualcosa di unico. È una donna molto dolce, solare e piena di vita, e il legame che ha con i ragazzi è davvero magico, indistruttibile. Ho sempre sognato un rapporto così con mia madre, ma non è mai arrivato nonostante i miei inutili sforzi.

-"Grazie mille ragazzi, è stato un piacere Azzurra, ci rivedremo presto ne sono certa" dice Anna abbracciandomi sull'uscio della porta.
-"Piacere mio Anna, grazie per l'ottimo pranzo. A presto!"
-"Ciao mà, ci sentiamo stasera"

-"Allora? Mi sembra che sia andata a gonfie vele no?" chiede Nic non appena entriamo in auto
-"Sì è stato tutto perfetto, hai una famiglia fantastica Nic, sono tutti così dolci e accoglienti, mi sono sentita a casa.."
-"Ne sono felice, da ora anche questa è casa tua.." dice baciando il dorso della mia mano intrecciata alla sua.
-"Ora però parliamo di cose serie, che facciamo questo week-end?" chiede mettendo in moto l'auto appannata dalla nebbia di fine novembre.
-"Non so, qualsiasi cosa mi va bene.."
-"Ma sarà il tuo compleanno!"
-"Sì lo so ma-aspetta, come fai a sapere che domenica è il mio compleanno?
Non te ne ho mai parlato.." chiedo sorpresa con sguardo indagatorio.
-"Un uccellino per fortuna mi ha informato in tempo, più tosto perchè tu non me l'hai detto!" chiede perplesso continuando a tenero lo sguardo fisso sulla strada.
-"Perchè non mi è mai piaciuto festeggiarlo da dopo...Veronica" rispondo abbassando lo sguardo e iniziando a martoriarmi le mani.
Nic spegne il motore ormai arrivati sotto casa mia e si gira meglio verso di me.
-"Amore mio ascoltami.." sussulto al nomignolo, non l'aveva mai usato prima d'ora, e non ne sono certo abituata -"..io non potrò mai capire l'immenso dolore che tu hai provato nel tuo passato, e mi dispiace, perchè se solo potessi prenderne un po' del tuo per dimezzarlo lo farei, e come se lo farei; ma non posso, nessuno può farlo, quindi devi andare avanti.
So che può essere difficile, che ti sembrerebbe di dimenticare, ma non ti sto chiedendo questo, tu non devi dimenticare, devi imparare a conviverci, senza privarti però della tua felicità, perchè tu non hai mai fatto nulla di male per meritarti l'infelicità!
E sono fermamente convinto che Veronica da lassù la pensa come me, e forse si sta anche incazzando per il tuo comportamento.." soffoco una piccola risata, in effetti conoscendo il suo carattere peperino si, sarebbe sicuramente su tutte le furie, soprattutto perchè lei adorava organizzare feste, pranzi e cene di famiglia, le migliori feste di compleanno che abbia mai festeggiato le aveva organizzate lei, per filo e per segno, in tutto per tutto.
-"..ripeto, io non sono nella tua situazione, e non sono nessuno per farti la predica, però sono certo di amarti, e che farei l'impossibile per vedere i tuoi occhi più lucenti e renderti più felice che posso. Quindi...preparati psicologicamente perchè sabato ti porto a cena fuori, solo io e te, così aspettiamo la mezzanotte insieme e ti dò il mio regalo di compleanno."
-"Nic, non dovevi eddai.."
-"Non si discute, anzi saliamo subito a casa per un po' di coccole e per decidere cosa metterai" dice scoccandomi un bacio veloce e venendo ad aprirmi la portiera.
-"Non sarò mai in grado di ripagarti di tutto quello che fai ogni giorno per me"
-"Tu mi hai reso vivo, credo che sia il minimo per me fare quello che faccio" risponde serio guardandomi dritto negli occhi senza esitazione.

"Nel secondo che precede il tempo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora