20- L'immutabile

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-"Piccola ho una proposta per te..."
Finalmente le cose si erano sistemate una volta per tutte.
Nonostante il lungo periodo in cui io e Nic siamo stati separati, rivederci è stato come prendere una boccata d'aria fresca, una cosa naturale, piacevole, ma soprattutto fondamentale.

La pioggia di novembre era sempre più fredda e insopportabile a parer mio.
In realtà non mi dispiace l'idea di indossare felpe e maglioni, o il croscio della pioggia che cade,
anzi mi ha sempre rilassata molto. Ma uscire e patire il freddo, proprio non lo sopporto, quindi per quella domenica mattina uggiosa, io e Nic avevamo deciso di rimanere a casa tranquilli sul divano, che ormai aveva preso le nostre forme.

-"Sentiamo Moriconi.." lo incito a proseguire giocherellando con le sue mani.
-"Io potrei aver accidentalmente ammirato qualche tuo disegno-"
-"Niccolò!!" lo interrompo tirandomi su e guardandolo con fare da madre.
-"Lo so lo so, scusami, avrei dovuto chiedertelo..." risponde alzando le mani in segno di resa
-"..ma ieri sera quando ti sei addormentata, ho visto un quaderno pieno zeppo di fogli,
e quindi incuriosito ho dato una sbirciatina e sono rimasto quasi scioccato.
Sei bravissima Azzu, la tua arte non può passare inosservata"
-"Beh, anche se non avresti dovuto, ti ringrazio. Ti avrei fatto vedere qualcosa prima o poi,
ma è tutta roba troppo personale per mostrarla in giro."
-"Quì arriva la proposta però.." dice staccando le spalle dal divano e facendosi ancor più serio.
-"Ogni volta che scrivo le mie canzoni, entro in un mondo tutto mio, immagino persone, luoghi,
tutto prende una forma completamente diversa dalla realtà, e mi piacerebbe poter mettere su carta qualcosa di ciò che immagino, ma non ne sono in grado"
-"Mi stai chiedendo di disegnare per te?"
-"Ti sto chiedendo di realizzare un mio sogno, e poterlo poi condividere con tutti quanti.
I miei fan sarebbero entusiasti di qualcosa del genere, ne sono sicuro, e io più di loro"
continua accompagnando una mia ciocca di capelli dietro l'orecchio e accarezzandomi il viso.
-"Pensa se per ogni canzone dell'ultimo album, aggiungessimo un'illustrazione.
Una specie di libretto con tutti i testi e le figure di fianco. Non sarebbe bello?"
-"Si senza dubbio, ma non so se ne sarei in grado"
-"Oh andiamo, sai benissimo di esserlo.."
Mi lascio cullare dal tocco delicato del mio ragazzo senza pensare più di tanto a questa offerta,
poi a ormai un millimetro di distanza dalle sue labbra, mi alzo interrompendo quel magico momento, mandandolo su tutte le furie.
-"Ci penserò" continuo dirigendomi verso la mia stanza dandomi delle arie.
-"Dove credi di andare piccola stronzetta" dice tirandomi a sé dai fianchi e facendomi tornare a un nulla dal suo meraviglioso viso. In un secondo azzera la distanza vittorioso baciandomi con passione, e io gliela dò vinta.
-"Nel pomeriggio vado da Cocco con gli altri a guardà la Roma, ma stasera vieni da me e finiamo il discorso, d'accordo?"
-"Va bene...adesso però lasciami andare a prepararmi, mi vedo con le ragazze tra poco"
-"Uff, va bene" dice sbuffando come un bimbo.
Alla sua reazione scoppio in una risata divertita, per poi lasciargli un ultimo bacio e sparire dietro la porta della mia stanza.

In tre quarti d'ora sono pronta per uscire.
Visto che durante la settimana eravamo tutti fin troppo impegnati con il lavoro, il weekend era l'unico momento per vedersi, quindi io, Giulia e Priscilla, avevamo deciso di andare a pranzo da sole, per poi raggiungere i ragazzi.

Finalmente dopo aver trovato parcheggio, mi avvio verso il ristorantino consigliato da Pri e trovo le ragazze già fuori.
-"Che puntualità" dico sbalordita soprattutto dalla bionda.
-"Miracolo del Natale!!" commenta lei ridendo.
-"Guarda che manca ancora più di un mese a Natale" risponde Priscilla ridendo.
-"Shh, per me è Natale tutto l'inverno, sennò sai che depressione!" continua imperterrita la bionda. Dopo i classici due baci sulla guancia, entriamo nel locale e ci accomodiamo sfogliando il menu.

-"Allora ragazze, che dite?" chiede Priscilla sorseggiando un po' di vino.
-"Mah, tutto tranquillo finalmente.." dico sorridente.
-"Idem, casa-lavoro, lavoro-casa" continua invece la Gno.
-"Ma tutto a posto co' Adri?"
-"Sì dai, cioè, battibecchiamo spesso per le cavolate.
L'ultima è stata ieri sera perchè
'ho sorriso al fattorino delle pizze che ci stava palesemente provando con me' quando in realtà tutti sanno che sono la persona più espansiva del mondo e sorrido a chiunque perchè mi piace fare bella impressione. " dice imitando delle virgolette e scolandosi il suo calice rimpinzato di vino. Sorrido alla sua espressione decisamente incazzata.
-"Evidentemente ancora non vi conoscete super bene, il che ci può stare. O semplicemente è geloso. Pure Nic lo è molto, ma solo perchè ci tiene. Finchè non diventa possessivo va bene, no?" -"Sì dai, alla fine risolviamo sempre, però certe volte mi fa davvero incazzare.
Sembra che perda la ragione e faccia discorsi completamente senza senso...Vabbè, tu Pri?"
-"Io in realtà sono super contenta. Finalmente con Gabri ci siamo decisi ad andare a convivere.
In realtà io lo volevo da tantissimo, vivo da sola da parecchio ormai, quindi sono indipendente,
ma lui aveva paura che fosse troppo presto. Ora invece sembra molto più sicuro di noi e non potrei esserne più felice"
-"Questa sì che è una bella notizia. E dove andrete a vivere?" chiedo sorridente e sognante.
-"Abbiamo trovato un appartamentino ristrutturato vicino a dove stavo io.
Non è molto grande, però ha una camera in più e un bel terrazzo.
Se tutto va bene mercoledì andiamo a concludere l'affare, firmare le carte e sarà ufficialmente nostro" -"Dai brindiamo! In alto i calici per Priscilla e Cocco e la loro nuova super casina!"
dice entusiasta Giulia con fare teatrale.
Ad interrompermi dal ridere però, sono varie notifiche di Nic tra Instagram e Whatsapp,
a cui rispondo immediatamente con il sorriso stampato in faccia.
-"Aoh, non potete sta' separati manco un'ora che già vi tartassate di messaggi?" chiede divertita Priscilla -"In effetti no. Soprattutto dall'ultima litigata abbiamo capito che stare lontani è l'unica cosa che non dobbiamo assolutamente fare. Anche se lui era a riflettere beatamente in Toscana e io ero qui a rodermi il fegato." dico abbassando lo sguardo con un sorriso amaro.
-"Ma se tutto questo è veramente servito, va bene così." continuo tirando un sospiro e portandomi i capelli indietro.
-"Ed eccola a cercare il marcio in ogni cosa.." commenta Giulia portandosi l'ennesimo calice di vino alla bocca.
-"Che vuoi dire scusa.."
-"Dico che di certo anche se non era nel suo appartamento ma nella villa in Toscana non se la passava bene, te lo garantisco, dovevi vedere in che condizioni viveva..." dice poi spalancando gli occhi rendendosi forse conto di aver detto troppo.
-"Perchè ne sei così convinta Giulia? L'hai visto con i tuoi occhi?" chiedo sapendo ormai la risposta. -"Non dirmi che tu sapevi dov'era e non mi hai detto nulla.."
-"Io.." cala il silenzio nella sala.
"-sì, sapevo che si trovava in Toscana. Sono anche andata a trovarlo con Adri.
Aveva un bruttissimo aspetto e la casa era un tale disastro-"
-"Non mi interessa di questo adesso, mi interessava saperlo il mese scorso quando me ne stavo sul divano terrorizzata e perennemente in ansia. Non sapevo dov'era, come stava, se era davvero finita. E sul divano con me c'eri tu, sì, proprio tu che facevi la finta tonta.
'vedrai che starà bene', 'è uno stronzo, è stata solo una scusa per lasciarti' mi dicevi.
E invece sapevi tutto per filo e per segno mentre io stavo in paranoia a logorarmi il fegato."
-"Azzurra non farla più tragica di quanto non lo sia veramente." ci eravamo chiamate entrambe con i nostri nomi per intero, cosa che non succedeva mai se non in due specifici casi:
per darci brutte notizie, o se eravamo incazzate.
-"Pensaci, se ti avessi detto dov'era, tu ti saresti catapultata da lui, avreste litigato e probabilmente vi sareste lasciati definitivamente. A lui, stare da solo è servito davvero. Possibile che non lo capisci?"
-"No, a quanto pare non lo capisco, perchè io e te non ci siamo mai dette una bugia,
mai lontanamente ci avremmo pensato. Nella buona e nella cattiva sorte ci siamo sempre dette tutto, che ci avrebbe potuto ferire o meno, perchè tanto avevamo l'un l'altra con cui condividere il dolore. No? Non sei stata tu a dirmi che 'per quanto faccia schifo stare male, se abbiamo l'una la spalla dell'altra su cui piangere fa un po' meno schifo'?"
-"Sì, infatti non ti ho mai voltato le spalle, ti sono sempre stata vicino anche se eri dalla parte del torto. Ti ho raccattata dalla stazione e ti ho portata di corsa a casa sua senza avere la minima idea di cosa stesse succedendo. Ho passato giorni e notti con te che piangevi ed io esasperata ormai non sapevo più cosa fare. Ma ti sono rimasta accanto, sempre.
Ti ho vista distruggerti da sola davanti ai miei occhi, ma ti ho anche spronata a riprenderti perché cazzo, sei fragile si, ma non sei debole, dovevi rialzarti, e a dirtelo a brutto muso in faccia sono stata l'unica mi sembra."
-"Sarebbe bastato che tu non mi mentissi e mi portassi da lui quando ne avevo più bisogno"
dico con la voce rotta alzandomi per uscire, ormai con gli occhi lucidi.
Nel tragitto verso casa non ragiono, guido meccanicamente per le strade di Roma, allibita dal comportamento di quella che credevo fosse la mia migliore amica.
Io e lei ne avevamo passate tante, davvero troppe, ma un punto fermo eravamo proprio noi stesse. Tutto cambiava, tutto ci deludeva, ma noi no, noi eravamo l'immutabile.
Invece a quanto pare, tutto è destinato a cambiare prima o poi.
Forse noi eravamo cambiate.










"Nel secondo che precede il tempo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora