-"Ragazze!! Vi va di andare in pausa pranzo insieme? Sapete, ieri sera sono stato ad una festa in spiaggia e devo raccontarvi troppe cose, c'erano certi manzi!!" ecco il momento avventure raccontato dal nostro bel Francesco. .
-"Va bene, dacci 10 minuti per chiudere i progetti e arriviamo" risponde la Gnola ridendo per l'enfasi del biondo. -"Franci hai una pinzatrice per caso"
-"Certo, vieni ce l'ho di là" mi alzo seguendo Francesco in reception e tra una chiacchierata e l'altra vengo interrotta da un cliente -"Azzu!!" dice abbracciandomi forte quasi da farmi mancare il respiro -"Tu-ma che...che ci fai qui?" l'ultima persona che mi sarei mai immaginata di incontrare a Roma era proprio davanti a me, sul mio posto di lavoro.
Si trattava di Alex, l'amico di mio fratello di Milano.
-"Ti ho chiamata per questo l'altra sera, ma forse eri troppo impegnata, sono venuto qui a fare la specialistica alla Sapienza, e niente, ho pensato che avremmo potuto pranzare insieme se ti va! Per festeggiare.." poveretto, mi dispiacerebbe dargli buca, però mi sono già organizzata e un pranzo da soli io e lui avrebbe sicuramente provocato imbarazzo, e chissà quali film mentali nella sua testa. -"Cavoli, avevamo appena deciso di andare io Franci e la Gno-"
-"Ma ti pare!! Vai con lui, tanto abbiamo un pomeriggio intero per parlare delle mie scappatelle" -"Eh fatteli un po' i cazzi tuoi ogni tanto France.." dice la Gnola sbucando dagli uffici, con il suo tempismo impeccabile e un po' di odio nei confronti di Alex.
Tra loro non è mai corso buon sangue, infatti in terza liceo, per una scommessa lui ha chiesto a Giulia di uscire insieme, e a lei non sembrava vero, insomma, il ragazzo più bello della scuola, per giunta di quinta, le aveva chiesto un appuntamento.
Quindi si sono organizzati per uscire, ma lui l'ha paccata e presa in giro per il resto dell'anno con gli amici dietro, compreso quello scemo di mio fratello.
La mia amica è cambiata molto dai tempi, è dimagrita, si cura di più e ora se quegli stessi ragazzi la rivedessero le morirebbero sicuramente dietro, ma all'epoca c'è stata davvero tanto male.
-"Allora vado a prendere le mie cose e andiamo.."
-"Benissimo, ti aspetto quì" risponde Alex con un sorriso a trentadue denti.
-"Dejavu" mi sussurra all'orecchio Giulia.
Tutto questo infatti, mi fa ripensare solo a Niccolò, alla situazione analoga che si era creata con lui ma soprattutto, che uscire con Alex non sarebbe mai stata la stessa cosa che ne uscire con lui.. Non che mi stia antipatico o cosa, ma so che si appiccicherà a me come una cozza, e l'unica cosa che volevo fare trasferendomi qui era di riniziare da capo e lasciarmi tutto alle spalle, persone e relazioni comprese, quindi averlo davanti ai piedi costantemente non aiuterà di certo.
-"Allora, come va il lavoro?" chiede appena arrivano le ordinazioni "
-"Al momento è un po' pesante, dobbiamo ancora stabilizzarci ma presto prenderemo il ritmo, soprattutto i nuovi arrivati." dico portando alla bocca il calice di vino bianco che accompagna la mia insalata di pollo. -"Tu invece come mai hai deciso di fare la specializzazione quì?"
-"Un amico di papà che lavora in un ospedale qui ha detto che si sono liberati dei posti per gli specializzandi, quindi porterò avanti gli studi quì e se tutto va bene dovrei esser chiamato a breve per lavorare."
-"Questa è un'ottima notizia!" esclamo sorridendo. Sono davvero contenta per lui.
Alex è sempre stato un ragazzo in gamba, ambizioso e con dei sani principi, quindi non posso che essere felice per i suoi traguardi.
-"Però ho molta paura che mi mancherà Milano, la mia famiglia e anche la tua, ci sono praticamente cresciuto" continua ridendo -"Beh i momenti di sconforto ci saranno quasi sicuramente, soprattutto la sera, quando non avrai nessuno a cui raccontare quello che hai fatto durante la giornata. Ti sentirai un pochino solo, però ci farai l'abitudine e andando avanti capirai che non sei per niente solo." dico con tono un po' nostalgico.
La sua mano calda si posa sulla mia gelida e questo contatto mi fa sobbalzare.
Sposto lo sguardo presa alla sprovvista e imbarazzata, ma subito si scontra con quello magnetico e profondo di un ragazzo che mi stava scombussolando la vita.
Quello di Niccolò, che stava per entrare nel nostro stesso locale.
Sposto immediatamente la mano e mi lascio trasportare dal buonissimo profumo del moro che stava passando in quel preciso istante di fianco a me.
Le iridi dei nostri occhi si intrecciano tra di loro per un tempo indefinito, che a me è parso un'eternità, ma che non sarebbe mai stato abbastanza.
Nessuno dei due però trova il coraggio di spiccicare parola, lui si dirige con gli amici al suo tavolo, e io continuo a guardarlo ormai di spalle, finchè non mi riporta alla realtà la voce di Alex
-"Zuzu ti senti bene?" -"Cosa? Eh? Si si tranquillo. Ordiniamo un caffè?" chiedo avendo ormai terminato il mio piatto -"Si certo."
Continuiamo a chiacchierare del più e del meno ma sono più le volte in cui mi perdo a guardare Niccolò che ne quelle in cui mi interesso ai discorsi di Alex.
Cerco di concentrarmi in tutti i modi per portare avanti la conversazione, ma sentire il suo sguardo bruciare sul mio corpo è un'enorme distrazione.
Decido di mandare un messaggio veloce alla Gnola in cui le chiedo di chiamarmi, così da poter uscire dal locale senza troppi problemi e senza insospettire Alex.
Ormai mi mancava l'aria e il mio cuore aveva accelerato troppo dall'arrivo del moro.
-"Scusami Ale, vado un secondo a rispondere" dico benedicendo la mia amica che non aveva tardato nemmeno un minuto. Esco dal ristorante e rimango ferma davanti al portone.
-"Azzu che succede? Mi hai fatta spaventare"
-"Tu non puoi capire chi cazzo è appena entrato al ristorante.."
-"Oddio. Non mi dire che è chi sto pensando io.."
-"Sì, Niccolò."
-"Oh merda. Ma almeno vi siete salutati? Avete chiacchierato..."
-"No, ci siamo semplicemente fissati senza fiatare."
-"Due deficienti insomma" sento la porta alle mie spalle aprirsi, quindi mi sposto sedendomi su un divanetto per chiudere la telefonata
-"Dai ci sentiamo più tardi"
-"Si mi raccomando, voglio sapere tutto"
-"Va bene. Torno dentro, a dopo" dico salutando la Gnola.
-"Proprio ora che sono uscito io devi tornare dentro?" la sua voce calda e leggermente sarcastica mi fa voltare velocemente, facendomi ritrovare a pochissimi centimetri di distanza da lui.
-"Niccolò!" dico fingendomi sorpresa
-"Mi fa piacere vederti, come stai?" chiede accendendosi una sigaretta
-"Bene grazie, tu?"
-"Non c'e male." senza rendermene conto sorrido, rivederlo mi ha fatto uno strano ma piacevole effetto. Come se mi fosse mancato...
-"Sei in pausa pranzo vero?"
-"Sì, tra poco dovrò tornare in studio"
-"E quel ragazzo..."
-"Ah eccoti Azzu! Se vuoi ti riaccompagno in ufficio" dice Alex interrompendo e guardando fisso Niccolò. Mi avvicina a sé cingendomi la vita con un braccio, gesto che fa irrigidire il moro di fronte a noi e infastidire me. Non volevo assolutamente che Niccolò potesse fraintendere il mio rapporto con Alex, anche se tra di noi fondamentalmente non c'era nulla, ne tanto meno io volevo illudere Alex di ricambiarlo. Sposto velocemente la sua mano dalla mia vita e imbarazzata saluto Niccolò che stava ancora tenendo i pugni ben stretti.
-"Ci si vede in giro" dico accelerando il passo.
Per tutto il viaggio di ritorno, tra me e Alex regna il silenzio più totale.
Sapeva di aver fatto una cazzata, l'aveva capito dalla mia espressione e dal fatto che non avevo più proferito parola. In questo senso ero una persona semplice da comprendere, con la mia spontaneità e trasparenza, chiunque avrebbe sempre potuto capire facilmente se c'era qualcosa che non andava, e in questo caso, ero incazzata, e Alex lo sapeva.
-"Bene, grazie mille per il pranzo ma devo tornare a lavorare" dico avviandomi già dentro lo studio. -"Aspetta Zuzu..." dice Alex bloccandomi per il polso.
-"Ho capito che ti ha dato fastidio il mio comportamento con quel tizio e mi dispiace, ma è stato più forte di me, non sono riuscito a controllarmi"
-"Ma che c'entrava tenermi stretta in quella posizione. E poi non sei riuscito a controllare cosa, non c'era niente da tenere a bada."
-"È che quel tipo non mi piace per niente."
-"È un ragazzo molto in gamba, e sveglio, e intelligente, e dolce e un sacco di altre qualità, quindi non ti permetto di giudicarlo così senza nemmeno conoscerlo.
E soprattutto non sei nessuno per ingelosirti o proteggermi, grazie ma so farlo benissimo da sola." -"Va bene hai ragione scusami. Pace?" dice porgendomi il mignolino come facevamo da piccoli. Sorrido leggermente per il bel ricordo -"Pace" dico poi alzando gli occhi al cielo scherzosa. -"Ci risentiamo allora.." affermo con la testa ed entro nel mio ufficio.
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"Nel secondo che precede il tempo"
FanfictionAzzurra é una semplice ragazza di 22 anni, scappata con 'la voglia di strafare e il bisogno di volare', da una famiglia ormai morta, con la promessa di rifarsi una vita migliore. Ha vissuto troppo dolore per la sua giovane età, perciò decide di camb...