34- Colpa delle favole

385 15 3
                                    

Sono una persona nostalgica, che vive nei ricordi e si emoziona come se stesse rivivendo quell'esatto momento a cui si lega il cuore; perciò mi piace imprimere nella mia mente ogni gesto, ogni sguardo, ogni emozione, ogni vibrazione che vivo durante un concerto, perchè quello che ti regala la musica dal vivo è inspiegabile.
É rivincita, è libertà, è scoperta ed espressione di se stessi, è dove perdi la voce per dire la tua, dove il cuore vibra e va a tempo con i bassi, dove credi alla magia di un qualcosa che non sai nemmeno tu cosa sia.

Le luci si spengono, un boato di grida si innalza e il cuore prende ad accelerare.
Delle ombre iniziano a camminare sul palco per prendere gli strumenti, mentre nel maxi schermo una piccola stella si fa sempre più luminosa fino a far tornare il buio pesto.
Le prime note di "Colpa delle favole" iniziano a risuonare nel primo palazzetto del tour e Nic sbuca fuori dal palco, facendo saltare tutti quanti.
Io e la Gno ci guardiamo sorridenti insieme a tutti i miserabili, c'è un'energia pazzesca che rende l'intero pubblico una cosa sola, tra chi salta felice e spensierato, chi urla a più non posso e chi si emoziona fino a piangere. La musica è tutto questo, la musica è vita.

-"A Nì, è stato una bbomba" urla subito Cocco una volta raggiunto il backstage.
-"Ti giuro, non ho mai pianto ad un concerto come ho pianto al tuo stasera" commenta la Gno tentando miseramente di sistemarsi il trucco colato.
-"So' contento ragazzi, da morire, grazie a tutti di essere sempre con me." dice alzando il calice di spumante in aria, insieme all'intera band e agli amici di una vita.
-"Visto che ci siamo tutti, è giunto anche il momento di dirvi un'altra cosa.." aggiunge sorridendo al mio viso con gli occhi lucidi.
-"..aspettiamo un bambino!" diciamo all'unisono abbracciati l'uno all'altra.
Un boato se possibile più grosso delle urla del pubblico, si innalza in quel salottino del backstage, mentre Priscilla viene ad abbracciarmi in lacrime facendo commuovere anche me.
-"Nun ce credo!!"
-"Anvedi te 'sto nanetto" i commenti sono tra i più disparati, tutti però felici per noi, e niente altro potrebbe scaldarmi di più il cuore.
Quello che nessuno però poteva sapere quella sera, in quella stanza dai mattoni grigi e così vuota ma piena di amore, era che quello sarebbe stato soltanto l'ultimo momento di pura felicità, prima della tempesta più nera.

I miei occhi si spalancano all'improvviso come se avessero avvertito che ci fosse qualcosa che non andava. Mi volto leggermente verso la sveglia e leggo i numeri scritti sopra, sono le 02:43 del mattino, ma subito sento una sensazione strana, infatti come abbasso lo sguardo alle mie gambe, mi ritrovo in un bagno di sangue.
-"Oh cazzo, Nic, NIC SVEGLIATI TI PREGO!" urlo in lacrime scuotendo Niccolò.
-"Che c'è-Merda, Azzu dobbiamo correre subito in ospedale, non ti muovere ti prendo io" dice alzandosi subito dal letto e prendendomi in braccio facendomi muovere il meno possibile.
Il caos prende vita nella nostra casa, tra ansia, preoccupazione e lacrime, uno degli incubi più brutti che una persona possa vivere, si stava realizzando proprio con me.
In meno di dieci minuti arriviamo all'ospedale più vicino di Roma, e sempre con estrema delicatezza Nic mi porta dentro il pronto soccorso chiedendo subito di un'infermiera.
Lo vedo, ha gli occhi lucidi e spaventati come quelli di un bambino.
Non è giusto, non sarebbe dovuta finire così anche questa.
Di corsa arrivano due infermiere che ci portano d'urgenza dal primo ginecologo disponibile, che mi fa un'ecografia e constata subito l'inevitabile.
-"Mi dispiace tantissimo ragazzi, non so come dirvelo con parole meno tristi, purtroppo la vostra bambina non ce l'ha fatta, non c'è più.."
-"Era una femmina.." sospira Nic prima di scoppiare in un pianto disperato sulla mia spalla.
Inevitabilmente lo seguo a ruota ed entrambi lasciamo sfogare ogni nostro dispiacere.
-"Dottore, c'è un motivo specifico per cui l'abbiamo persa?"
-"Questo è difficile da constatare con una semplice ecografia, se volete tranquillizzarvi posso prescriverle delle analisi complete, per controllare che i valori siano tutti a posto" dice con tono quasi mortificato, come se fosse colpa sua.
Lo ringrazio con un piccolo sorriso, l'unico che posso dedicargli in questo momento, per poi tornare a casa e buttarmi sotto la doccia.
Ogni terribile pensiero che mi possa saltare alla mente in questo momento, mi passa davanti agli occhi come le scene di un film.
E se avessi fatto qualcosa di sbagliato?
E se non potessimo avere figli? 
E se uno dei due fosse malato?
Quest'ultimo è proprio il pensiero sul quale mi soffermo di più, mentre il getto dell'acqua calda fa scorrere centinaia di migliaia di goccioline lungo il mio corpo.
'La leucemia non è una malattia ereditaria', ricordo le parole del dottore che curava mia sorella in modo molto chiaro e limpido. Il mio corpo in maniera quasi istintiva si rilassa per un secondo, facendomi rilasciare un piccolo sospiro di sollievo.
Decido quindi di uscire dalla doccia non convinta però di essere del tutto sana.
Devo assolutamente fare quelle analisi, il prima possibile.
Nel frattempo le prime luci del mattino stanno iniziando ad illuminare la città, e una brezza delicata mi fa rabbrividire mentre esco dal bagno, così decido di affacciarmi un po' sulla terrazza per pensare, ma ci trovo Nic, con la sua solita Winston blu tra le dita e un'aria stanca in volto, sicuramente triste e preoccupato come me.
Senza farmi sentire lo abbraccio forte da dietro e appoggio il mio viso alla sua schiena; in un attimo sento i suoi muscoli rilassarsi al mio tocco, ma continuiamo entrambi a rimanere in silenzio, consapevoli del fatto che ogni parola in quel momento, sarebbe stata inutile, superflua o forse inappropriata. Finita la sigaretta si gira completamente e mi prende il viso tra le mani, per poi lasciarmi un leggero bacio sulla punta del naso.
-"Supereremo anche questa Azzu, te lo prometto"
-"Le promesse sono fatte per non essere mantenute"
-"Non quelle della persona che più ti ama al mondo" specifica per poi stringermi in un abbraccio e lasciare la terrazza. Io al contrario mi siedo sulla solita poltroncina che mi ha ospitato negli ultimi anni, e guardo il sole sorgere, senza però la sensazione che mi aveva sempre regalato guardare l'alba: la speranza.

-"Azzu, vieni dentro o ti prenderà un accidenti"
-"Cosa?" la mia testa si risolleva di sobbalzo alle parole del moro.
-"Ti sei addormentata in terrazza, vieni a letto, hai pure i capelli ancora bagnati"
Sussurra Niccolò accarezzandomi delicatamente il viso.
-"Nic.." lo interrompo prendendo le sue grandi meni tra le mie e respirando profondamente.
-"..ora più che mai ho bisogno di sapere che non mi lasceresti per nulla al mondo"
-"Non so più come dirti che...
-"Lo so, lo so che sono cose che mi ripeti spesso, ma adesso potrebbe succedere qualsiasi cosa, potremmo scoprire cose spiacevoli che potrebbero intaccare la nostra lucidità, serenità."
-"Io non ho mai amato nessuno come amo te e non ti lascerei mai." risponde prendendo il mio viso tra le sue grandi mani calde.
-"Azzu.." mi richiama sospirando.
-"Sposiamoci"


"Nel secondo che precede il tempo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora