16- Che diavolo sta succedendo?

518 13 1
                                    

Un grosso tonfo mi fa svegliare di sobbalzo.
Corro in cucina per capire che cosa fosse successo e trovo mio padre e Luchino, ovviamente i più maldestri, a bisticciare su chi avesse fatto cadere la padella per terra.
Mi erano mancati questi litigi inutili che animavano la casa.
-"Ah buongiorno Zuzu, scusa, tuo fratello ti ha svegliata male"
-"Papà, l'hai spinta tu con il gomito!!" scoppio in una fragorosa risata e mi avvicino al frigo per prendermi uno yogurt.
-"Non fa niente tranquilli, vado a mangiare in veranda"
Mi siedo tranquilla nella poltroncina e mi godo un po' il paesaggio milanese, mi era mancato anche questo. Da piccola io la Vero passavamo molto tempo qui, lei seduta su questa stessa poltrona ed io sul davanzale del terrazzo, a respirare aria pulita.
Era il nostro angolo dei segreti, qui ci raccontavamo di tutto, e in questo momento mi servirebbe davvero tanto confidarmi con lei.
Controllo il cellulare con la speranza di un messaggio di Nic ma niente, non c'è ne un messaggio, ne una chiamata. Scrivo di nuovo ad Adriano, mi spiace rompergli continuamente le scatole ma ho bisogno di chiarire, non può sparire così dopo tutto quello che abbiamo passato.
Dopo un'oretta scarsa mi risponde, probabilmente hanno fatto molto tardi.
'Scusami Zuzu non so che dirti, se n'è andato dalla festa senza dire niente a nessuno e non risponde a nessun messaggio.' rimango di stucco.
Adriano è sempre stato come un fratello per Nic, non si sono mai nascosti nulla e tantomeno si sono mai voltati le spalle, se uno dei due aveva bisogno dell'altro ci sarebbero stati in qualsiasi momento, quindi mi sembra troppo strano che anche lui davvero non sappia davvero nulla.
Inizio a chiamare Nicco insistentemente preoccupata che possa essergli successo qualcosa.
Uno squillo, poi due, poi tre...niente, non risponde.
Passo allora a controllare tutti i treni per Roma, il primo disponibile è subito dopo pranzo alle 14:00 quindi corro in cucina per avvertire mio padre.
-"Papà, scusami ma io devo correre a Roma"
-"Che succede? Problemi al lavoro?"
-"Eh? Ah si, emh-non trovano dei progetti che ho io in ufficio e devo consegnarli entro stasera..." farfuglio le prime scuse che mi vengono in mente, non voglio assillarli con le mie preoccupazioni. Pranziamo insieme e corro via di nuovo, avrei voluto passare molto più tempo con loro ma non ho altra scelta. Appena salgo in treno chiamo Giulia.
-"Ciao tesoro, come va a Milano?"
-"Sono in treno, sto tornando, potrai venirmi a prendere in stazione per le 18?"
-"Cosa? Ma perchè stai tornando? So che ti avevo detto che 'sti giorni sarebbero volati ma sono quasi sicura che non ne siano passati nemmeno tre..."
-"Giulia non è il momento di scherzare"
-"Ok mi hai chiamato per intero, mi stai facendo preoccupare.."
-"Poi ti spiegherò tutto, puoi venire o no?"
-"S-si, non ho impegni vengo io."
-"Perfetto, grazie mille, a dopo"

-"Allora? Mi spieghi che diavolo sta succedendo?"
Finalmente sono scesa da quel maledetto treno, e l'unica cosa che voglio fare ora è andare da Nic -"La verità è che non lo so nemmeno io. Ieri sera Nic ha parlato di noi come se non fossimo mai stati insieme, dopo l'intervista è andato in discoteca con Adri e gli altri e non mi ha più richiamato. Allora ho chiesto a Cassio se andava tutto bene e mi ha detto che se n'è andato senza dire nulla e anche oggi ha continuato ad ignorare tutti completamente.
Ti prego portami da lui..."
-"Quel brutto figlio di...io ti ci porto, ma ti giuro che se ti fa stare male ancora per la storia di Alex dopo tutto quello che stai facendo per lui, lo spacco in due" risponde indicandomi nervosamente e mettendo in moto l'auto iniziando a sfrecciare per le affollate vie di Roma.

-"La sua macchina non c'è.."
-"No infatti. Aspettami un attimo qui, provo a suonare." salgo di corsa le scale fino al 'quinto piano sopra tutti', e mi attacco al campanello per un tempo indecifrabile, ma niente.
Di Nic non c'è traccia.
-"Che cazzo gli sarà preso!!" sussurro tra me e me.
Torno da Giulia, alla quale dovrò fare una statua per esserci sempre.
-"Non c'è?"
-"No, e non ho idea di dove possa essersene andato. Ma poi perchè sparire? Cos'avrà mai fatto.." -"Non ne ho idea, proverò a parlarne con Adri, intanto vuoi venire da me? Così non rimani da sola." -"No tranquilla Gno, hai già fatto abbastanza. Preferisco tornare a casa così mi faccio una doccia e vado a dormire, non ho chiuso occhio stanotte."
- "Va bene, allora ti porto a casa"

Quando varco la soglia del mio appartamento lascio cadere la valigia e mi sfogo in un pianto di preoccupazione, misto a rabbia. Che senso ha tutto questo? Dove sarà ora?
E sopratutto perchè sta succedendo 'sto casino?
Per una piccolezza.
Per colpa mia.
Vado a farmi una doccia calda per provare a rilassarmi ma nulla, mi sento solo più sola.
Una volta uscita dalla doccia, rimango per un tempo indefinito sul piccolo divanetto sotto alla finestra della mia camera, a guardare in lontananza le luci di Roma.
Si fanno spazio nella mia testa una miriade di pensieri orribili, che mi fanno uscire più lacrime che altro. Decido dopo tanto tempo di rispolverare la mia arte, e di sfogare tutto il mio dolore su carta.  Passo così l'intera serata a disegnare il suo volto, tra chiamate, messaggi, ma non trovo risposte, solo il nulla cosmico..
Decido di andare a letto senza nemmeno mangiare, sono troppo in ansia per fare qualsiasi cosa,
quindi afferro una felpa di Nic che aveva lasciato qui da me e annuso il suo profumo, per sentirmi meno sola, ma la situazione non migliora, sprofondo nelle braccia di Morfeo tra le lacrime e la disperazione.

"Nel secondo che precede il tempo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora