36- Coriandoli

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-"Come hai intenzione di dirglielo.."
-"Non lo so"
-"Ma sai che devi farlo vero?"
-"Si"
-"Ci penseremo domani, adesso dormi.." sussurra la bionda stesa alle mie spalle.
In questi ultimi giorni ero stata fredda con chiunque, anche con Nic, che era partito per l'ultima data del suo tour prima dello stadio olimpico, ma senza di me.
Gli avevo promesso che non avrei saltato nemmeno una data, era proprio quello che volevo fare ma, a breve sarebbero dovuti arrivare i risultati dei nuovi accertamenti che avevo fatto, e non mi sentivo in vena di andare a festeggiare, ne tanto meno di rovinargli la serata.
Ancora non sa di tutta questa situazione, non volevo assillarlo e riempirlo di preoccupazioni prima di avere una certezza.
È bizzarra questa cosa, non appena Alex mi ha detto i valori delle analisi, ero convinta e certa che stessi soffrendo come mia sorella di leucemia, eppure per Nic, riservo ancora un briciolo di speranza, perché so già di stare male, ma non voglio che soffra anche lui.
Dormire questa notte mi sembra un'impresa eroica, non solo per l'ansia degli esiti, ma perché non sono tra le braccia dell'uomo che amo, che é sempre in grado di farmi calmare da ogni mia paura, che sa come prendermi non solo con le parole, ma con i piccoli gesti. Però non sono sola, per quanto spesso mi ci sia sentita, non lo sono mai stata, infatti ad accarezzarmi i capelli nel tentativo di farmi addormentare, c'è Giulia.
Dopo infiniti minuti che mi sembrano ore, riesco ad addormentarmi, ma il risveglio non é poi dei migliori.
La suoneria del mio cellulare suona incessantemente, dall'altro capo del telefono sento una voce spezzata.
-"Pronto?"
-"Azzu sono Alex, ho ricevuto gli esiti, sei casa?"
-"Si, si vieni pure"
-"Sono già qui sotto"
In un battito di ciglia scavalco la mia amica che ancora riposava e corro in salotto ad aprire la porta al moro, che ritrovo però con le occhiaie profonde, il viso scavato e gli occhi rossi di chi aveva appena pianto.
-"É tutto vero.." chiedo dopo secondi di silenzio in cui lo scrutavo per capire.
Lui senza proferire parola annuisce, e abbassa la testa colpevole, quando di colpe in realtà non ne aveva nessuna.
Non sono neanche più in grado di versare lacrime, rimango li impalata a fissare quella cartellina gialla che teneva in mano, senza però il desiderio di aprirla, perché so già che cosa riserva per me.
Ad interromperci é la Gnola, che non vedendomi nel letto ci corre incontro comprendendo già tutto. -"Sono i risultati?" chiede indicando la stessa cartella che fissavo ormai da minuti.
Senza attendere risposta la prende in mano e la apre di fretta, sfogliando i mille fogli all'interno, scartoffie inutili che servono solo ad addolcirti la pillola, quando il vero esito sta alla fine, in basso, in una breve e piccola frase nell'angolo a sinistra. Lo legge e scoppia in un pianto disperato, versando tutte le lacrime che non riuscivo più ad espellere io.
-"Non é giusto, non é giusto!" inizia ad urlare nascondendo il volto nell'incavo del mio collo.
A quelle parole, scoppio in silenzio anche io.
Non era giusto, avevo già sofferto la morte di mia sorella, l'abbandono di mia madre, la solitudine e l'indifferenza di questo mondo, ma sono contenta di dover essere io a soffrire un'alta volta, perché se avessi dovuto assistere alla morte di qualcuno che amavo di nuovo, sarebbe stato ancora più devastante della morte stessa.
-"Azzu mi devi promettere una cosa." introduce Alex chiudendosi la porta alle spalle.
-"Non c'è una cura, é vero, non per questo tipo di leucemia, ma possiamo controllarla, possiamo tenerla a bada per un po' e riusciresti ad avere delle discrete condizioni di vita.."
-"Che cosa dovrei fare? La chemio? La radio?"
-"Entrambe"
-"Entrambe.." sussurro con un sorriso amaro.
-"Non ce la farei, lo so già"
-"Non é vero! Non puoi saperlo-"
-"Si invece!" rispondo a tono a Giulia, che stava soltanto tentando di incoraggiarmi.
-"So cosa vuol dire sentirsi impotenti incollati ad una poltrona, con la forza solamente per vomitare e mille pensieri per la testa. Non ti passa un attimo, ti senti morire ancora prima di farlo davvero, ti senti fragile, debole, inutile, un pezzo di carta in mezzo a mille coriandoli, uno scarto. Lo so perché al fianco di Veronica ad ascoltare queste parole c'ero io, che provavo a convincerla come voi del contrario, che se riusciva a reggere una situazione del genere era un leone, una forza della natura, non l'ultima ruota del carro come si sentiva lei. Eppure ora in qualche modo la comprendo..
Non voglio farlo. E non lo farò."
-"E cosa pensi che dirà Niccolò di tutto questo?" chiede Alex guardandomi dritto negli occhi.
-"Nic non può decidere per me"
-"È vero, non può farlo, il corpo é tuo e devi decidere tu, ma non credi che sia un po' egoista da parte tua prendere questa scelta? Di accorciare i tempi per non dover soffrire?
Non pensi a quanti altri bei giorni potresti vivere con lui e di cui invece ti privi?
Non pensi a quanto si sentirá solo, distrutto, abbandonato da te? Io fossi in te mi prenderei del tempo per pensarci, ma é mio dovere non solo da medico, ma da amico, farti prendere la decisione migliore, perché noi al contrario di quanto pensi,
ti vogliamo bene." e così lascia l'appartamento, senza permettermi di replicare, triste, affranto, con gli occhi perennemente lucidi e la voce spezzata, proprio come Giulia, proprio come me.

La sera arriva in un lampo, e con lei il ritorno di Nic a casa, che per la prima ed unica volta in tutta la mia vita, non volevo vedere. Avevo il terrore di rivederlo perché ciò implicava dovergli parlare, e diventare di colpo la persona più fragile di questo mondo, da guardare con pietà e aiutare in tutto. Ma sopratutto, l'avrei fatto soffrire, tanto. - "Ciao amore mio, mi sei mancata da morire" dice non appena varca la soglia di casa, con ancora le valige in mano e un sorriso smagliante.
-"Nic, possiamo sederci un attimo?" -"Certo, ma che hai, é successo qualcosa?" chiede subito preoccupato.
-"In realtà sí, però prima di tutto mi devi promettere una cosa" sospiro sedendomi al suo fianco.
-"Non mi stai lasciando vero?"
-"No ma che, scemo.." sorrido.
-"..mi devi promettere che non mi tratterai diversamente dal normale, che non mi assillerai con le preoccupazioni e che mi resterai vicino in qualunque scelta io debba prendere.
Me lo prometti?"
-"Azzu mi stai facendo preoccup-"
-"Tu promettimelo, ti prego.." lo interrompo con gli occhi che iniziano a bruciare ed il fiato corto. -"Te lo prometto"

"Nel secondo che precede il tempo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora