7- É tutto ciò che ho

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Quella voce calda, limpida, ormai credo che la riconoscerei ad occhi chiusi per quanto mi ha fatta stare bene anche se per poco tempo. Alzo un po' la testa e...si, é proprio lui, é Niccolò.
Incrocio il suo sguardo per qualche secondo, entrambi rimaniamo imbambolati e a bocca aperta, poi però lo distolgo subito tornando ai discorsi delle altre.

-"Ecco la mia Giulietta! Vié Nic, te la presento. Lei é Giulia, mentre l'amica si chiama Azzurra"
dice Adriano venendoci incontro. Cazzo, e mo che faccio?
Finta di non conoscerlo?
No sembrerei una che se la tira.
Lo abbraccio?
No no no, troppo appiccicosa e invadente.
-"Piacere Giulia, io e te invece ci conosciamo già...é un piacere rivederti Azzurra!" dice porgendo la mano alla Gnola e sorridendo a me, quasi ignorando la bionda.
'Potevi farti anche vivo allora' parla la mia coscienza per me.
-"Si, é un piacere anche per me" rispondo accennando a un sorriso e rigirandomi dal lato opposto. Non so perché ci sia rimasta così tanto male, ma credo che a questo punto tenerlo a debita distanza sia la cosa migliore. Sento un calcio da sotto il tavolo e subito mi ritrovo uno sguardo fulminante da Giulia, che non approva a pieno il mio comportamento un po' strafottente.

La serata passa così, tra chiacchiere, spuntini deliziosi, musica e barzellette in romano stretto.
Adoro il loro dialetto, é così sincero, puro e divertentissimo.
Sento squillare il telefono, controllo un secondo lo schermo e vedo che mio padre mi sta chiamando. Chiedo scusa e mi allontano un po' dal caos andando verso riva, dove trovo
pace e silenzio.
-"Heii papi, come stai?"
-"Ciao piccolina mia, tutto bene, tu come ti trovi a lavoro? Ti piace Roma? E la casa?"
chiede un po' preoccupato e ansioso.
-"Io sto benissimo papà, non ti angosciare per me, me ne sono andata anche per questo e tu ti preoccupi ancora di più?" chiedo io ridendo per non fare altro.
-"Sai che per me sarai sempre la mia piccola, e che saresti potuta rimanere qui tranquillamen-"   -"Si si lo so papà lo so, non torniamo sul discorso, ormai sono qui e sto molto bene, la città mi piace moltissimo e l'appartamento é tranquillo. Stasera ho anche conosciuto un po' di gente,  sono ad una festa.." dico interrompendolo.
-"Mi fa piacere sentirti così tranquilla. Dai allora ti lascio andare. Ciao piccola mia, buona notte."
-"Notte papi, e salutami gli altri." riattacco e qualche lacrima solitaria scende lungo le mie guance. Non nego che a volte mi mancano tutti come l'aria. Sono cresciuta con l'abitudine di passare ogni giornata tutti insieme, di ritrovarci a pranzo e a cena per raccontarci ciò che accadeva nelle nostre vite, e poi bruscamente si é rotto tutto.
Rimango per un po' da sola, con le braccia conserte ad ammirare le luci sfocate della città, cullata dal suono del mare.

-"Disturbo?" mi interrompe qualcuno alle spalle, quel qualcuno é lui.
-"No" rispondo fredda e asciugando velocemente le lacrime.
-"So che sei incazzata"
-"Cosa te lo fa pensare?"
-"Mi stai evitando da tutta la sera, compreso ora che non mi guardi nemmeno in faccia mentre ti parlo..." alzo lo sguardo e inizio a fissarlo dritto negli occhi.
Quel contatto mi fa tornare le farfalle nello stomaco come quella volta a casa sua.
-"Soddisfatto?"
-"No, volevo chiederti scusa."
-"Per cosa?"
-"Sai benissimo per cosa. È che...la musica é tutto ciò che ho. È il mio sfogo, il mio grande amore, il mio lavoro. Ho avuto paura che mi avresti potuto 'usare', come ha fatto la mia ex.
All'inizio quando scrivevo di lei era come la mia musa, poi quando ho avuto successo si é spenta la magia. Ho capito che lei non mi voleva più per amore ma per la fama.
E poi ho pensato di essere un tale casino per una ragazza come te.
Insomma, ragazza di città, laureata, intelligente, con dei valori solidi come la famiglia, e poi ci sono io, ragazzo di periferia che si è diplomato a fatica."
-"Nic per quanto sia stato bello aprirmi con te, non sai nemmeno un quarto della mia vita, e di quanto sia incasinata"
-"Hai ragione non mi sarei dovuto permettere, è solo l'impressione che ho di te ma è giusto che io mi ricreda" dice interrompendosi e storcendo il naso pensando ad altro.
-"E poi quel tizio con cui ti ho vista a pranzo...ho pensato che fosse il tuo ragazzo."
Le mie labbra si curvano in un sorriso sincero quando capisco che la sua forse era gelosia,
poi torno in me.
-"Innanzi tutto quello era solo un amico d'infanzia. Il problema Niccolò é che io non ho mosso un dito. Hai fatto tutto tu. Mi hai fatto fare il giro della città, sei venuto sul mio posto di lavoro, mi hai invitata a pranzo...hai fatto tutto da solo e io dovrei usarti?"
-"Lo so, sono un cojone me lo dicono in molti. Ma rivederti mi ha fatto un-un effetto...strano.
Per questo sono qui." dice quasi balbettando e grattandosi la nuca.
Rabbrividisco alle sue parole, non so se per il freddo della notte o per le emozioni che mi sta facendo provare di nuovo. In ogni caso lui lo nota.
-"Hai freddo?" faccio di sì con la testa accarezzandomi il braccio.
Lui non perde tempo a sfilarsi il suo giacchetto di pelle e a poggiarmelo sulle spalle, per questo si avvicina pericolosamente a me, e si blocca per qualche istante davanti al mio volto, ormai a pochissimi centimetri di distanza dal suo.
Posso quasi sentire il suo respiro irregolare quanto il mio.
Lentamente continua ad avvicinarsi come se avesse paura di fare un passo falso, come per accertarsi che lo voglia anch'io. Si ferma un ultimo secondo alternando il suo sguardo dai miei occhi alle labbra, fino ad azzerare completamente la distanza.
È un bacio lento, intenso ma pur sempre romantico e dolce. Come se entrambi lo volessimo da una vita. Appoggia delicatamente le sue mani sui miei fianchi mentre io mi aggrappo al suo collo tatuato. A dividerci sono solo le urla degli altri.
-"A Ní, ce stamo a scolà tutte le bottiglie, se nun te movi nun te rimane gniente!!" grida Cocco da distante. Scoppiamo in una fragorosa risata, per poi guardarci un ultimo attimo negli occhi.
-"E comunque sei bellissima..." sussurra al mio orecchio facendomi arrossire come un pomodoro. Ringrazio Dio che fosse notte, e che quindi non l'abbia notato.
Poi mi porge una mano, la afferro e torniamo da tutti gli altri.
Noto con piacere che la Gnola sta limonando di gusto con Adriano su un divanetto, mentre tutti gli altri stanno ballando ormai più che brilli in pista.
-"Mi concede un ballo signorina?" chiede Niccolò con fare sarcastico.
-"Con piacere" rispondo sorridendo a mia volta.

Ci buttiamo in pista con tutti gli altri e mi scateno come mai prima d'ora.
Devo ammetterlo, ho bevuto qualche goccia in più del solito, ma andiamo, avevo detto o no che mi sarei finalmente goduta un po' la vita? Poco dopo ci raggiungono anche Adriano e Giulia,
che ormai sembrano non volersi allontanare l'uno dall'altra.
Sorrido guardando la mia amica e le gesticolo un 'poi mi racconti', sorride rispondendo con 'anche tu' e finiamo così la nottata, tra balli scatenati, alcool e spensieratezza. 



"Nel secondo che precede il tempo"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora