L'avete sentito?

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Elektra si era svegliata prima dell'alba, ma aveva la sensazione che quella mattina non sarebbe riuscita a sgattaiolare in infermeria così presto, così aveva cercato di perdere più tempo possibile nel prepararsi: si era piastrata i capelli e truccata con una cura non abituale. Si era sistemata perfettamente la divisa e aveva avuto persino tempo di finire i compiti che il giorno prima aveva trascurato. Ma quando furono le sette e mezza e il cielo cominciava a schiarirsi uscì dal dormitorio e si diresse verso l'infermeria. Non appena aprì la porta trovò Madama Chips e altri guaritori chini sul letto che doveva essere di James e la McGranitt con il professor Barlow poco più indietro.
-Signorina Potter! L'orario di visita comincia tra mezzora!- sbottò il professor Barlow.
-Ian, lascia perdere- disse sbrigativa la professoressa McGranitt con un sorriso. Elektra camminò verso il letto del fratello e lo intravide immobile, in mezzo ai medici.
-Sta dormendo, si è svegliato mezzora fa e ora dorme- le spiegò madama Chips prima che lei potesse spaventarsi ulteriormente. In effetti la posa di James era più naturale, con la bocca chiusa e la testa adagiata di lato, ma non era meno pallido.
I guaritori rimasero un' altra decina di minuti e Elektra aspettò immobile, in piedi qualche metro più in là del fratello, fino a quando non se ne andarono.
-Ha bisogno di riposare- l'ammonì un medico, ma lei non lo badò e si lanciò a sedersi vicino al letto del ragazzo e ad appoggiare la testa sul suo petto. Madama Chips trafficò un po' con delle boccette sul comodino di James.
-Gli dia quella blu quando lo sveglia- disse e Elektra annuì. Aspettò che anche la donna se ne fosse andata per scuotere lievemente il fratello, ma quello non si mosse. Lo scosse più forte.
-James!- lo chiamò, ma il suo corpo sembrava inerme. -JAMES!- lo chiamò più forte, con il cuore che palpitava veloce e l'ansia che le si diramava per tutto il corpo.
-Bu!- disse James alzando di colpo la testa, con un sorriso divertito. Elektra si portò una mano al cuore e lo guardò con sguardo omicida, mentre lui scoppiava a ridere. Elektra sentì le lacrime scorrerle sul viso, più per scaricare l'ansia che perché fosse arrabbiata. -Dai Eve...- disse lui facendo per abbracciarla, ma lei si spostò.
-Sei un idiota! Hai idea di quanto io sia stata male? Hai idea di quanto mi hai spaventata?!- disse esasperata, passandosi le mani sul viso.
-Scusa- disse James prendendole una mano e lei tirò su col naso.
-Sei un cretino!- gli disse e lui sorrise.
-Lo so- disse facendo sorridere anche lei. -Dai vieni qui- disse spostandosi nel letto, per farle posto. Lei si adagiò accanto a lui e appoggiò la testa sulla sua spalla. -Veramente lì mi fa male- disse e lei si allontanò di scatto.
-Scusa- disse appoggiando la testa sul cuscino. -Come stai?- gli chiese e lui fece una smorfia.
-Sono stato meglio, ma se sto immobile sto quasi bene, il problema è che fare qualsiasi movimento è faticosissimo, non tanto per il dolore, ma perché è stancante- le spiegò e lei annuì, sentendo ancora il cuore che batteva forte dalla paura. -Sto bene- disse lui e sbuffò.
-Ho avuto paura, tanta paura- disse e lui le mise una mano sul capo con fare protettivo.
-Mi è stato detto che la signorina Potter era fuori di sé- disse lui divertito e lei cercò di trattenere il sorriso.
-Mi hai spaventato, è stata una scena tremenda! Sembravi morto! E dopo che mamma e papà...- disse bloccandosi, non voleva continuare la frase. James annuì tristemente e annuì.
-Beh io resto qui- disse serio prendendo un respiro e Elektra sentì di nuovo salirgli le lacrime agli occhi.
-Ho paura Jam- disse debolmente -La nostra famiglia è distrutta, mi sei rimasto solo tu- disse e James si sporse a darle un bacio.
-Io starò bene, sono solo... un migliaio di tagli- disse cercando di sdrammatizzare, ma lei accennò solo un mezzo sorriso. -Eve ti prometto che non rimarrai mai sola, io ci sarò sempre per te- disse e lei annuì appena, con gli occhi lucidi.
-Non se morirai...-
-Beh io non morirò!- disse lui con convinzione. -O meglio, tutti moriremo prima o poi, ma ti prometto, ti giuro che non morirò mai prima di te- disse serio e lei annuì. James le diede un bacio sui capelli e la vide sorridere appena. -Lo sai che mantengo le mie promesse- disse e lei sorrise.
-Lo so- gli rispose rilassandosi un po' di più. James si sporse verso di lei alzando il braccio verso il comodino con espressione sofferente.
-Faccio io- disse lei sedendosi sul letto e passandogli l'acqua e anche la boccetta blu che le aveva indicato madama Chips.
-Potevi dirmelo che c'era il ricostituente qui- disse James trangugiando la boccetta blu.
-Non sapevo cosa fosse- si difese lei.
-Ah, sai per caso dove sono i miei occhiali? Non ci vedo nulla- le chiese ma lei scosse la testa.
-Non ne ho idea- disse e James alzò le spalle. In quel momento si spalancò la porta con un gran fracasso, mostrando gli amici con davanti Sirius.
-Ramoso sono 30 ore che dormi, un sogno diventato realtà- gli disse quello mentre gli altri si avvicinavano a James.
-Effettivamente penso di aver battuto un record- disse divertito il ragazzo, mentre salutava gli altri.
-Come stai?- gli chiese Remus osservando le medicine che aveva sul comodino, riconoscendo molti ricostituenti.
-Non c'è male- disse lui sorridendo, vedere tutti lì lo faceva sentire già meglio. -Qualcuno sa dove sono i miei occhiali?- chiese, ma tutti scossero la testa. -Okay, riformulo, avete per caso nascosto i miei occhiali? Giusto per sapere se ne devo ordinare un altro paio- disse sapendo che spesso gli amici si divertivano a nascondergli gli occhiali.
-No, non siamo stati noi, te lo giuro- disse Remus e James annuì.
-Avete capito chi è stato?- chiese e Sirius prese un cioccolatino dal tavolino dove erano ammassate le cose di James.
-A prendere i tuoi occhiali?- chiese quello confuso.
-No, chi è stato ad attaccarmi- disse James con ovvietà.
-No, aspettavamo di sapere se tu sapessi qualcosa- disse Remus scurando con interesse la scatola di cioccolatini da cui stava attingendo Sirius.
-Quelli erano miei- disse James stringendo gli occhi.
-Oh, scusa, volete uno?- chiese porgendo la scatola agli altri James fece per allungare la mano verso la scatola, ma Sirius la ritirò verso di sì. -Tu no, ti fa male, devi mangiare sano- disse con sguardo eloquente.
-Schifoso di un cane, sono miei- disse James prendendo la scatola e passandola a Remus, che sorrise gioioso. -Comunque non ho visto nessuno, ho sentito qualcosa colpirmi sulla schiena e poi è tutto un po' confuso... ma qualcuno che non sono io ha gridato "aiuto"- disse e tutti lo guardarono aggrottando le sopracciglia.
-Hanno gridato "aiuto"?- ripeté Sirius stupito e James annuì.
-Era un maschio o una femmina?- chiese Willow riflettendoci e James aggrottò la fronte per pensare.
-Non me lo ricordo-
-Magari è stata la McGranitt- propose Elektra.
-No, no, prima che arrivasse Minny- disse James serio.
-A proposito, è piuttosto incazzata, sono geloso- disse Sirius e James sorrise allegro.
-Lo sai che io sono sempre stato il suo preferito-
-Questo è quello che credi tu- disse Sirius puntandogli un cioccolatino contro, che James afferrò, continuando a battibeccare su chi fosse il preferito della McGranitt.
-L'avete sentito?- chiese Remus e tutti si guardarono intorno.
-Cosa?- chiese James.
-Sh- gli fece Remus.
-Io non sento niente- intervenne Sirius.
-Esatto ed è meraviglioso- disse Remus mentre tutti ridevano, tranne James e Sirius che misero il broncio.
-Lunastorta non so se l'hai notato che sono su un letto dell'Infermeria- disse James per difendersi.
-Sta buono, io ci finisco una volta al mese- disse Remus con un gesto non curante della mano.
-Non dire così che ferisci la mia sorellina- disse James mettendo una mano sulla spalla di Elektra che lo guardò con sufficienza. -Okay sto zitto- disse tornando al suo posto.
-Allora che vogliamo fare? Indagare o aspettare che la McGranitt sistemi la cosa?- chiese Sirius rilassato.
-La McGranitt non farà niente- intervenne Willow sedendosi sul bordo del letto.
-Come no? Sono il suo preferito!- sbottò James.
-Sì ma è un'insegnante! Non può interrogare tutta la scuola, non le è permesso, neanche se volesse- disse Willow e James emise un mugolio di assenso.
-Nessun problema, ci penso io a buttare giù il castello- disse Sirius con un'alzata di spalle. -Anzi, l'intera casa di Serpeverde- specificò poi guardando l'orologio. -Meglio sbrigarsi, non voglio far tardi a colazione per qualche amichetto di Mocciosus- disse prendendo il largo, ma Remus lo afferrò per il mantello.
-Sirius non puoi andare e mutilare una decina di ragazzi in cerca del colpevole- gli disse Remus esasperato.
-Perché no?- chiese lui con fare innocente.
-Perché è contro almeno 15 regole della scuola- gli rammentò lui.
-Senza offesa Lunastorta, ma qui tu e mia sorella siete gli unici a cui frega delle regole- disse James con tranquillità.
-Sei davvero un grande Caposcuola- disse Remus con falsa ammirazione, facendo ridere tutti. -Comunque penso sia meglio che andiamo, penso che ci sia qualcuno che voleva venire a salutare James, da sola- disse lanciando uno sguardo eloquente a Sirius e James aggrottò le sopracciglia.
-Chi?- chiese.
-Andiamo- disse Remus afferrando Sirius e Peter e facendo cenno alle ragazze di seguirlo fuori, lasciando James confuso.

1977Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora