Lo giuro, ho vissuto

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Era sera di quello strano Natale, James era stato triste per tutto il giorno e anche Elektra si sentiva malinconica, nonostante la presenza confortante degli amici e di Remus. Era inevitabile pensare alla propria famiglia in un giorno come quello, anche se i signori Anderson aveva fatto di tutti per fargli passare una bella giornata. Erano passate da poco le nove e i cinque erano in salotto a sorseggiare cioccolata calda, avvolti da delle coperte sulle gambe, mentre guardavano distrattamente la tv. Un gufo bussò alla finestra del salotto e Willow andò ad aprirlo, prendendo la lettera che presumeva essere degli auguri di Natale arrivati in ritardo, ma la calligrafia con cui erano scritti i destinatari sul retro le sembrò brutalmente familiare.
-Per James Potter, Elektra Potter e Sirius Black- disse leggendo sul retro e James sporse la mano verso di lei, afferrando la lettera, per poi lasciarla subito cadere con uno sguardo spaventato.
-Che c'è?- chiese Elektra allarmandosi e James riprese in mano la lettera, per esaminarla meglio.
-È... Non è la scrittura di papà?- chiese porgendo la lettera alla sorella, che sbarrò gli occhi.
-Sì...- disse debolmente e Sirius si sporse verso di lei per guardarla meglio.
-Perché c'è anche il mio nome?- chiese Sirius confuso.
-Magari ti hanno lasciato qualcosa- azzardò Remus con tono debole, mentre Elektra fissava la lettera immobile.
-No, il testamento è già stato letto- disse James avvicinandosi alla sorella.
-Che faccio? La apro?- chiese confusa Elektra e James annuì, poi guardo anche Sirius, che annuì anche lui.
-Leggila tu Eve- disse James tornando a sistemarsi sul divano accanto a Willow e riprendendo tra le mani la sua cioccolata.
-Cari James, Elektra e Sirius,

Non sono mai stato bravo a scrivere lettere, Dory non ha fatto altro che ricordarmelo per tutta la vita – lesse Elektra, ma la voce le tremava.
-Vuoi che la legga io?- le chiese Sirius gentilmente e lei annuì, passandogli la pergamena.
-Volete che vi lasciamo soli?- chiese Willow incerta, ma James le passò un braccio fra le spalle, per fare segno di restare lì, e Elektra si appoggiò alla spalla di Remus.
- Cari James, Elektra e Sirius, - ricominciò Sirius
- Non sono mai stato bravo a scrivere lettere, Dory non ha fatto altro che ricordarmelo per tutta la vita, ma ora mi sembra il momento giusto di farlo, visto che questa sarà l'ultima lettera della mia vita. Figli miei, non piangete quando sarete soli, perché non sarete mai soli e io vi prometto che me ne andrò da questo mondo con il sorriso, perché la mia filosofia di vita è sempre stata questa, affrontare le cose con il sorriso, e non ho intenzione di rinnegarla proprio ora.
Come dicevo, non sono bravo a scrivere lettere, ma vorrei riportarvi una canzone che mi ha ispirato e spero ispirerà anche voi a vivere la vita come merita di essere vissuta.

Spero che quando farai quel salto
Non temerai la caduta
Spero che quando l'acqua salirà
Tu costruisca un muro

Spero che quando la folla griderà
stiano gridando il tuo nome
Spero che se tutti scapperanno
Tu scelga di rimanere

Spero che tu ti possa innamorare ancora
E che faccia male, tanto male
L'unico modo in cui tu puoi sapere
È dare tutto quello che hai

E spero che tu non soffra,
Ma che tu possa conservare il dolore.
Spero che quando arriverà il momento
Dirai...

Sì, ho fatto tutto
Ho posseduto ogni secondo
Che questo mondo mi poteva dare
Ho visto così tanti posti,
Le cose che ho fatto...
Sì, e con ogni osso rotto
Giuro di aver vissuto

Spero che trascorrerai le tue giornate
Ma tutte si riaggiungano,
E quando il sole tramonterà
Spero che tu possa alzare in alto il tuo calice

Mi auguro di poter testimoniare
Tutta la tua gioia e tutta la tua sofferenza
Ma fino a quando il mio momento arriverà
Dirò ...

Io ho fatto tutto,
Ho posseduto ogni secondo
Che questo mondo mi poteva dare.
Ho visto così tanti posti...
Le cose che ho fatto...
Sì, con ogni osso rotto
Lo giuro, ho vissuto.

Vi voglio bene, a tutti a tre, ve ne vorrò sempre. Ci rincontreremo un giorno, ma non abbiate fretta di raggiungermi, perché dovete promettermi che vivrete ogni secondo della vostra vita a pieno, anche e soprattutto in questi tempi bui.

Con tutto il mio affetto,
Charlus-

Sirius finì di leggere, ingoiando a forza la saliva e guardò il salotto che lo circondava, Elektra era abbracciata a Remus, con le lacrime che scorrevano silenziose lungo il viso, mentre Willow accarezzava la schiena di James in preda ai singhiozzi.
-Sono... delle belle parole- disse Elektra piano e Sirius annuì, con gli occhi che sentiva riempirsi di lacrime. Lui non era uno che piangeva, soprattutto non davanti alle persone, ma Charlus era stato l'unico padre che aveva mai avuto e il fatto che lo avesse compreso in quella lettera lo faceva sentire ancora più grato e più triste. -Posso... posso rivederla?- chiese la ragazza sporgendo la mano verso Sirius, che le passò subito la lettera. Elektra si asciugò le guance e tornò ad accoccolarsi su Remus, leggendo la lettera in silenzio. Sirius intercettò lo sguardo di Willow, che cercava di calmare James, ma che lo guardava. Silenziosamente, solo con lo sguardo, Sirius capì che gli stava chiedendo se stava bene e lui annuì appena. Willow accennò un sorriso e si asciugò gli occhi, anche lei commossa.

Note delle autrici
Questo capitolo è molto intenso ed è per questo che non verrà pubblicato altro oggi.
Quando abbiamo ascoltato questa canzone, ne siamo state subito colpite e quindi l'abbiamo voluta usare, chi meglio di Charlus avrebbe potuto dire queste parole? E voi l'avete riconosciuta? Scrivetecelo nei commenti.
E&E

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