La mezzanotte è passata

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Orion si girò minaccioso verso il secondo genito, che si toccò il sangue sul proprio volto, prima di notare lo sguardo dell'uomo.
-Io ci ho provato padre! Lo giuro ho provato a fermarlo ma Sirius...- tentò di dire Regulus.
-Non nominare più quel nome in questa casa!- tuonò. -Sei un debole! Ha solo un anno e mezzo in più di te e tu ti fai battere! VERGOGNATI!- urlò l'uomo e Regulus abbassò lo sguardo. Orion salì le scale e diede una spallata al figlio, quando lo superò. Anthea guardò Regulus con sguardo preoccupato.
-Noi ce ne andiamo, grazie mille per la cena e buon Natale- disse Noah afferrando la sorella per un braccio e trascinandola fuori. Narcissa, con gli occhi pieni di lacrime guardò il cugino.
-Vatti a dare una ripulita e non farti vedere- disse Walburga raggiungendo il figlio e fermandosi davanti a lui, che alzò appena lo sguardo. -Perché hai rincorso tuo fratello?- gli chiese seria e Regulus la guardò serio.
-Per affrontarlo madre, non è evidente? Sono quello che lo odia di più in questa casa. Lo odio perché ha gettato vergogna sulla nostra casata, compromettendo il mio futuro. E lo odio ancora di più dopo stasera, visto cosa penseranno i Fawley di noi dopo questo imbarazzante accaduto, venire qui con degli oggetti babbani poi... spregevole- disse Regulus mantenendo lo sguardo della madre, che fece una smorfia che pareva essere soddisfatta.
-Domani andrai dai Fawley, come stabilito, e porterai in regalo ad Anthea uno dei cimeli di famiglia, dobbiamo distogliere l'attenzione dall'accaduto di stasera- disse seria e Regulus annuì.
-Farò tutto il possibile per dimostrare la famiglia rispettabile che siamo- disse alzando appena il mento.
-Bene. Buonanotte Cissy- disse prima di girarsi sui tacchi e salire ancora le scale. Regulus guardò sua cugina, che scoppiò sonoramente in lacrime, le si avvicinò e l'abbracciò, lasciando che si sfogasse sulla sua spalla.
-Come fai ad essere così forte?- gli chiese tra le lacrime, ma Regulus non rispose, non voleva dirle che aveva mentito ai suoi genitori. -Io... Meda... non ce la farei mai con lei. Mi manca Reg. Mi mancano entrambi, Meda e Sir- disse prendendo respiri rotti dalle lacrime.
-Calmati Cissy- le disse Regulus in tono affettuoso, porgendole un fazzoletto che lei usò per asciugarsi le lacrime. -Torna da Lucius, prenditi una tisana e va a letto- le disse dolcemente e lei annuì, facendogli un breve sorriso.
-Grazie- disse debolmente e scoccandogli un bacio sulla guancia. -Buonanotte- disse dolcemente.
-Buonanotte- la salutò lui, con un sorriso malinconico, notando il capello da Babbo Natale di Sirius era caduto accanto ad un mobile in corridoio. Lo raccolse e si avviò verso camera sua, con in tasca i galeoni del fratello.

Sirius arrivò dagli amici tenendosi la mano destra e con un'espressione sofferente.
-Veloci, smaterializziamoci- disse, James gli afferrò un braccio e si ritrovarono tutti nel giardino sul retro di casa Anderson. Sirius lasciò cadere il sacco e si prese il polso con la mano, guardando sofferente la mano piena di bolle da ustione.
-Per Godric- disse Willow scioccata notando la mano del ragazzo.
-Elektra sai fare qualcosa?- chiese Sirius e Elektra spalancò la bocca.
-Io... sono minorenne... la magia...- tentò di dire.
-A casa nostra ci sono degli unguenti- disse James prendendo di nuovo il braccio dell'amico e tornarono a smeteriallizzarsi, arrivando davanti a casa Potter. Elektra cercò di non pensare che l'ultima volta che era stata a casa il motivo era la morte dei genitori e si avviò diretta in dispensa, prendendo le boccette medicinali della madre. Sirius era seduto su una sedia, mentre James, con la bacchetta in mano, cercava di fare qualcosa.

Regulus se ne stava davanti allo specchio del bagno, con del ghiaccio avvolto in uno straccio di cotone tenuto sopra il naso. Sirius gli aveva fatto male e poteva già vedere il livido farsi spazio nella sua pelle candida. Il sangue si era fermato e si stava incrostando tra il naso e le labbra. Era seduto sul bordo della vasca fissandosi allo specchio: riusciva a vedere la propria disperazione negli occhi, in quella notte così simile a quella in cui Sirius se n'era andato. Odiava quella casa, forse tanto quanto la odiava suo fratello, ma la differenza era che lui non poteva disprezzarla, non poteva e, ad essere sinceri, non voleva. Si spostò il ghiaccio dall'altro lato del naso, sentendo il freddo bruciargli la pelle, mentre il dolore veniva anestetizzato. Anthea gli aveva a malapena parlato quella sera, forse per timidezza o forse perché semplicemente non c'era stata occasione. Era passata la mezzanotte e il cielo era più buio che mai, ma la sua mente sperava ancora che un gufo avrebbe bussato al vetro di Grimmauld Place, portando una lettera di Anthea in cui gli chiedeva se stava bene, ma ormai sapeva che quella lettera non sarebbe mai arrivata. Anthea era solo la sua futura sposa da contratto, non l'avrebbe mai aspettato dall'altra parte della strada mentre lui compiva qualche misfatto.

-James non osare fare niente, peggioreresti le cose- disse Elektra spargendo boccette e bende varie sul tavolo. Remus se ne stava immobile seduto di fronte a Sirius, che non parlava, mentre Willow osservava tutto dal ciglio della porta, ancora sotto shock. Elektra sapeva esattamente cosa fare, si ricordava perfettamente cosa aveva fatto la madre un anno e mezzo prima, quando Sirius era venuto a casa loro in piena notte, con le mani in quelle condizioni. Cominciò a versare delle gocce di dittamo sulla mano, dove le bolle si ritirarono, poi gli passò un unguento e la pelle tornò ad un colorito quasi normale, infine immerse delle bende in un'altra sostanza e le avvolse con cura attorno alla mano del ragazzo.
-Grazie Eve- disse lui dolcemente.
-Niente, c'è qualcos'altro da medicare?- chiese lei titubante.
-Non so, hai qualcosa contro i dolori delle Cruciatus?- le chiese in tono leggero e lei sbarrò gli occhi.
-Cruciatus?! Ma è illegale!- sbottò Willow, come ripresa dalla trance.
-Perché credi che ci sia qualcosa di legale in quella casa?- le chiese Sirius ironico.
-Ma non... insomma il Ministero...- tentò di dire Remus, cercando le parole adatte per essere delicato.
-I soldi, il nome e la reputazione, Lunastorta, queste sono le cose che regolano il mondo, non le leggi. Nessuno oserebbe mai dire nulla ad un Black per una banale Cruciatus- disse in tono frivolo, guardandosi la mano e Elektra gli porse una piccola boccettina.
-È un antidolorifico- gli disse e Sirius la prese, ingurgitandola tutta.
-Grazie- aggiunse poi con un breve sorriso e la ragazza annuì.
-Beh... la mezzanotte è passata, buon Natale- disse James con un sorriso.
-Buon Natale a tutti- disse Sirius con il solito sorriso divertito. Si fecero gli auguri, con l'allegria di James che alleggerì la situazione, ma era palese che fossero tutti scossi, tranne Sirius.
-Penso sia meglio rientrare, mia madre sarà preoccupata- disse Willow debolmente.
-Oh, giusto- disse James avviandosi verso l'uscita di casa, dove si smeteriallizarono, tornando nel giardino degli Anderson. Non appena entrarono in casa, trovarono la madre di Willow seduta sul divano con sguardo rabbioso.
-Buon Natale...?- azzardò la figlia.
-Hai idea di che ore sono?!- chiese in francese alla figlia.
-Mamma abbiamo avuto dei contrattempi, piuttosto gravi anche, scusa- disse lei cercando di spiegarsi, sempre in francese.
-Non mi interessa dei contrattempi! Se tu mi dici che tornate entro le undici alle undici dovete essere a casa! È mezzanotte e mezza Willow! Un'ora e mezza di ritardo!- disse la madre prendendo un respiro per calmarsi.
-Lo so mamma ma è successo un po' un casino...­- disse Willow incerta.
-Ci scusi, signora Anderson, è colpa mia se siamo arrivati in ritardo- disse Sirius sfoggiando il suo miglior sorriso. -Sono stato a far visita alla mia famiglia e mio padre sembra non aver gradito la cosa- disse mostrando la mano fasciata alla donna, la cui rabbia le scivolò dal viso, facendo posto all'apprensione.
-Oh caro, stai bene? Hai bisogno di qualcosa per medicarti?- chiese in tono più dolce.
-No, non si preoccupi, mi scusi solo di aver fatto ritardare tutti, non era mia intenzione creare scompiglio e preoccupazioni, soprattutto vista la vostra gentilissima ospitalità- disse con fare galante e la donna gli sorrise.
-Oh nessun disturbo caro, nessun disturbo, anzi, buon Natale- disse dando due baci sulle guance a Sirius. -Spero che possiate comunque passare un Natale felice in nostra compagnia- disse andando a fare gli auguri a tutti gli altri.
-Merci madame Anderson, Joyeux Noël e grazie di tutto quello che fate per noi- disse Sirius in francese, stupendo la donna, che gli sorrise.
-Si, grazie infinite per l'ospitalità- disse Elektra educatamente.
-Grazie davvero di ospitare anche me, spero di non recare troppo disturbo- la seguì Remus con fare educato.
-Ragazzi, nessun problema, davvero! Io e Willow siamo felici di avervi tutti qui- disse e la figlia sorrise. -Ma ora andate a letto che è tardi, buonanotte- li salutò.
-Buonanotte- gli risposero in coro e si avviarono su per le scale.
-Inquietante che tu e tua madre parliate in francese- disse Remus stupito e Willow rise appena.
-Tranquillo, ci farai l'abitudine- disse James rilassato.
-Tanto quando parla in francese lo fa solo per riprendermi- disse Willow fermandosi davanti alla sua camera.
-Lunastorta, tieni le mani a posto e buonanotte- disse James entrando nella sua stanza facendo ridere gli altri.

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