Ti aiuto

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Il giorno del compleanno di Sirius non fu una giornata particolarmente speciale. Quella mattina arrivarono una montagna di lettere tra condoglianze per i Potter e auguri di buon compleanno per Sirius. I ragazzi però non avevano passato la giornata con le mani in mano, Willow e Remus avevano preparato la torta per quella sera, mentre Elektra guardava come si facesse un dolce "alla babbana", si limitò ad osservare, sicura che le sue scarse abilità in pasticceria avrebbero solo intralciato i due. Sirius e Peter nel frattempo si occuparono dell'organizzazione del funerale, con James che ascoltava passivamente. Nella casa c'era una situazione di calma placida e irreale, come se fosse tutto ovattato.

Quella sera la cena di compleanno di Sirius non fu molto allegra, tutti si stavano sforzando di parlare di cose normale, James stava cercando di sorridere il più possibile e di fare le sue solite battute, ma c'era un retrogusto triste in quello che diceva. Sirius non aveva parlato molto invece, continuava semplicemente a mangiare annuendo ogni tanto.
-Possiamo smetterla con questa farsa?- disse appoggiando rumorosamente la forchetta dopo aver finito di mangiare. Tutti lo guardarono confusi, ma nessuno parlò. -Non so neanche perché abbiamo fatto questa cena, non mi sembra il caso di festeggiare un compleanno- disse con fare scorbutico. Calò un silenzio di tomba, rotto da un sospiro di James.
-Scusa Felpato- disse tristemente.
-No, Jam, non devi chiedere scusa tu- disse Willow alzandosi in piedi per sparecchiare. -Sono io che ho voluto che facessimo qualcosa, che ho insistito a voler fare la torta... speravo di tirare su il morale un po' a tutti, ma evidentemente non è stato così, scusatemi- disse mentre posava i piatti sul lavandino. Sirius sospirò teatralmente e Remus fece una smorfia.
-In realtà anche a me pareva una buona idea e ho cucinato anche io quindi parte della colpa è anche mia- disse Remus e Willow gli fece un piccolo sorriso.
-Non sto dando la colpa a nessuno, voglio solo che la smettiate di fingere che vada tutto bene- si lamentò Sirius.
-Ma va tutto bene- disse la voce calma di Elektra, attirando gli sguardi di tutti. -Insomma, ora le cose sono stabili, diverse ma stabili. Almeno non possono precipitare più di così, oggettivamente va tutto bene- disse lei lasciando tutti un po' straniti. Si sapeva che Elektra non era una che si lasciava travolgere dai sentimenti, ma questa freddezza non era da lei.
-Io non so proprio come fai- disse in tono deluso James, alzandosi da tavola e uscendo dalla cucina. La sorella scosse la testa al suo comportamento mentre gli altri rimasero in silenzio per qualche secondo, prima che Sirius si alzasse seccato e raggiungesse James.
-Bene, direi che la cena è conclusa- disse Willow in tono triste sistemando la tavola.
-Ti aiuto- disse Elektra alzandosi dal tavolo. -Vai andate pure- disse ai ragazzi in tono serio, che obbedirono, andando da James. Le due ragazze sparecchiarono in silenzio, fino a quando non cominciarono a lavare i piatti.
-Stai bene?- chiese Willow all'amica che annuì.
-Sì, cioè no... non sto bene ma sono okay... non sto male ecco- cercò di spiegarsi e Willow sorrise appena.
-Okay è meglio di male- confermò ed Elektra sorrise appena. -Ma lo sai che non devi fingere... cioè sei stai male hai tutto il diritto di fare scenate- le disse l'amica e Elektra annuì.
-Sì ma sai che non farei mai scenate, non sono James- disse e l'altra annuì. -Domani i tuoi arrivano un po' prima, allora?- chiese Elektra.
-Sì... se non è un problema arrivano circa verso le due, anche perché non ho niente di nero da mettermi per domani- spiegò Willow.
-Nessun problema, non danno fastidio, anzi magari potranno intrattenere i parenti che conosco- disse lievemente seccata.
-Oddio- disse Willow come se si fosse improvvisamente ricordata una cosa brutta. -Non dirmi che ci sono anche dei Black- disse nervosa e Elektra la guardò confusa.
-Certo che ci saranno Wake, mia madre è Black- disse con ovvietà.
-Ma i miei sono babbani...- disse debolmente e Elektra ci rifletté su.
-Li faremo stare lontani dai Black, non ti preoccupare- disse in tono comprensivo.

Il giorno dopo fu piuttosto frenetico, tra i vari preparativi del funerale e James che non voleva uscire dalla camera. Dopo pranzo si era richiuso in camera, con la scusa di voler riposare un po' prima che arrivassero tutti i parenti. Alle tre erano già tutti nel chiostro davanti alla chiesa, James era seduto dentro, deciso ad evitare tutti, Peter era entrato a fargli compagnia mentre Elektra era spalleggiata da Willow, Remus e Sirius, mentre riceveva le condoglianze e gli sguardi pietosi dei vari parenti. Quando arrivò zia Elizabeth la strinse in un forte abbraccio, Elektra poteva sentirla tirare su con il naso anche se aveva il viso immerso nei suoi capelli.
-Stai bene tesoro?- le chiese sistemandole i capelli sulla spalla e la ragazza annuì.
-Abbastanza, James è dentro- disse anticipando la domanda della donna.
-Oh no- sussurrò Sirius nervosamente, cominciando a guardarsi freneticamente intorno.
-Cosa?- chiese Willow confusa.
-Ah ho capito- disse Remus puntando gli occhi su una ragazza dai lunghi capelli biondi che si stava avvicinando alla chiesa.
-Non pensavo venisse- disse Sirius prendendo un respiro e ricomponendosi. La ragazza bionda si avvicinò ad Elektra.
-Le più sentite condoglianze- disse dandole educatamente due baci sulle guance. -Forse non ti ricordi di me, sono Narcissa Malfoy, cioè Black... la figlia di Cygnus e Druella- disse e Elektra annuì.
-Mi ricordo sì- disse con un sorriso tirato.
-Tua madre era una grande donna- disse sovrappensiero puntando gli occhi su Sirius e facendogli un gran sorriso.
-Stai bene, Sir?- gli chiese dolcemente e lui annuì.
-Sto bene, dov'è tuo marito?- gli chiese scrutandola.
-Oh lui era impegnato con affari del ministero... sai il padre di Lucius è molto influente nel ministero e Lucius gli dà una mano- disse con un sorriso innocente e Sirius annuì sospetto.
-Tu stai bene? Insomma...- disse abbassando la voce, come se si vergognasse di quello che stava per dire. -Ti tratta bene?- disse e Narcissa sorrise ancora di più.
-Nel migliore dei modi- disse e Sirius annuì.
-Bene- confermò e Narcissa gli posò titubante una mano sulla spalla. Un altro parente stava salutando Elektra, così Narcissa approfittò della distrazione per abbracciare velocemente il cugino.
-Abbi cura di te- disse in tono triste, rientrando in chiesa. Sia Willow che Remus avevano assistito alla scena con sguardo sospettoso, ma non dissero una parola. Dopo poco passò anche Cassiopea Black, la sorella di Dorea, che con fare elegante si limitò a qualche parola di circostanza e ad una cordiale stretta di mano, scena totalmente diversa accadde quando arrivarono Alphard e Andromeda Black, con lei che rimproverò lo zio per tutta la strada.
-Ah Elektra Potter! Che disdetta, che dispiacere- disse mentre le dava due baci sulle guance. -Per fortuna che hai il mio nipote preferito al tuo fianco, come stai figliolo?- gli chiese mettendogli un braccio sulle spalle.
-Zio!- disse Andromeda in tono rimproverante. -Mi dispiace veramente tantissimo Elektra, è davvero una tragedia- disse facendo le condoglianze alla ragazza.
-Grazie e grazie per essere venuti- disse con un sorriso indossato per l'occasione. Alphard prese Sirius e lo portò dentro alla chiesa assieme ad Andromeda che lo rimproverava per fare troppo chiasso.
-Chi era quello?- chiese Elektra girandosi verso Willow e Remus.
-Non era lo zio Alphard? Lo zio di Sirius?- chiese Remus incerto e Elektra aggrottò le sopracciglia.
-Se è lui è invecchiato tantissimo- disse prima di accogliere un altro amico dei genitori. Dopo mezzora entrarono in chiesa, ma non erano arrivati neanche all'ultimo gradino prima del portone che vennero interrotti da una voce che non potevano ignorare.
-Ah ragazzi- disse il professor Silente mentre saliva in fretta i gradini, seguito dalla professoressa McGranitt. -Vogliate scusarci il ritardo, me ne prendo tutte le responsabilità- disse lui con un gesto del capo e posando una mano sulla spalla di Elektra. -Perdere entrambi i genitori in pochi giorni è senza ombra di dubbio un tragico, tragico avvenimento, forse il più tragico nella vita di ognuno di noi. L'intero corpo docenti di Hogwarts e io, in primis, siamo profondamente dispiaciuti per le vostre perdite e vi porgiamo le nostre più sentite e addolorate condoglianze- disse in tono gentile e Elektra annuì appena.
-Grazie professore- disse e il professore si avviò dentro la chiese portandola con sé.
-Ricordo bene quando i tuoi genitori erano ad Hogwarts, fui loro insegnante, presumo che tu lo sappia, due ottimi studenti, ma soprattutto, due ottime persone, come hanno dimostrato con valore e coraggio negli ultimi tempi. Devi essere fiera di loro- disse e Elektra annuì lievemente in imbarazzo. -Volevo chiedere il tuo permesso e quello del signor Potter per poter pronunciare due parole in onore di Charlus e Dorea Potter- disse e Elektra lo guardò un po' confusa.
-Certamente professore- disse e il professor Silente le sorrise.
-Grazie infinite- disse prima di andarsi a sedere.
-Stai bene, Elektra?- le chiese in tono dolce la professoressa McGranitt e Elektra annuì. -Bene- disse prima di andarsi a sedere accanto al professor Silente.

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