Un così bravo ragazzo

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3 luglio 1977

Grimmauld Place numero 12, Londra, Inghilterra

Regulus era la quarta volta che si cambiava la camicia. Faceva veramente molto caldo a Londra ma l'opzione delle maniche corte era stata scartata in partenza, il Marchio Nero sarebbe stato troppo evidente. Aveva provato un paio di camice in lino, ma anche con quella blu scuro si poteva intravedere. Alla fine si era dovuto mettere una camicia nera di cotone, con cui stava già soffrendo il caldo. Quello sarebbe stato un pranzo importante, probabilmente uno dei più importanti in tutta la sua vita. Qualche giorno prima sua mamma gli aveva annunciato con molta leggerezza che gli avevano trovato una ragazza da sposare, lui non aveva battuto ciglio, non si era nemmeno preoccupato di chiedere chi fosse. Aveva sempre saputo che gli avrebbero organizzato loro il matrimonio, quindi al momento non gli era importato, ma ora si sentiva nervoso.
-Padron Regulus, la padrona dice di scendere nell'ingresso, gli ospiti saranno qui a momenti- disse la voce di Kreacher fuori dalla porta della camera.
-Ora arrivo, aspetta qui sul pianerottolo- gli disse. Si cercò di sistemare ancora i capelli e si guardò allo specchio: con quella camicia e i 32 gradi fuori sembrava davvero un idiota. -Kreacher, come sto secondo te?- chiese all'elfo.
-Magnificamente, padrone- disse quello facendo un profondo inchino.
-No, dovevo formulare meglio l'ordine- disse aggrottando le sopracciglia. –Kreacher rispondimi sinceramente: trovi che i miei vestiti e i miei capelli siano adatti al pranzo di oggi?- gli chiese guardandolo speranzoso.
-Kreacher crede che padron Regulus avrà caldo vestito così, ma Kreacher pensa che padron Regulus sembri un ragazzo elegante di una buona famiglia- disse con un altro inchino.
-Non sembro un'idiota vestito così, no?- chiese ma in quel momento suonò il campanello. –Lascia stare- disse Regulus scendendo le scale di corsa. All'ingresso c'era sua madre che gli lanciò un'occhiata di rimprovero per il suo ritardo e gli mise una mano sulla spalla con fare formale. In quello entrò suo padre seguito da un uomo alto e grosso come un armadio ed un'elegante donna bionda che si presentarono come Hector e Lucretia Fawley.
-E questa è nostra figlia, Anthea- disse la donna prendendo per un braccio la ragazza, che sembrava assai poco felice di essere lì. Regulus le strinse una mano con un sorriso, non l'aveva mai vista a Hogwarts, il che era strano, qualsiasi casata fosse, se aveva la sua età, l'avrebbe dovuta aver già vista in classe. –Mentre questo è nostro figlio più grande, Noah- disse la donna portando davanti a sé un ragazzo alto che porse la mano a Regulus, lui lo conosceva, se ne stava spesso per i fatti suoi in sala comune.
-Che onore, Regulus Black, il leader dei cretini- disse sottovoce in modo che solo lui sentisse. Regulus aggrottò le sopracciglia, ma il biondo si allontanò prima che lui potesse ribattere, guardando interessato il porta ombrelli a forma di zampa di Troll.
-Prego, accomodiamoci pure in cucina- disse Wulburga in un tono gentile che non le apparteneva. I Fawley entrarono per primi e presero posto attorno al tavolo, Regulus si trovò tra Anthea e Noah, cosa che lo mise nettamente a disagio.
-Non hai caldo con quella camicia?- gli chiese Noah in tono sfacciato osservando il coltello del servizio buono. Era seduto con non curanza sulla sedia e sembrava fosse venuto solo per dare fastidio; sarà stato perché era seduto proprio nel posto che abitualmente occupava Sirius, ma Regulus non poté che trovare una somiglianza nel loro atteggiamento menefreghista.
-In realtà qui dentro c'è molto più fresco che fuori- disse Anthea passandosi le mani nelle braccia, aveva un vestitino bianco in pizzo senza maniche, coi capelli biondi che le ricadevano mossi sulle spalle. Aveva un viso particolare, coi tratti decisi e gli occhi di un azzurro molto chiaro che gli ricordavano il ghiaccio. Sicuramente era bella anche se non di una bellezza convenzionale, forse un po' troppo bella per lui, visto che l'aveva guardato appena.
Il pranzo cominciò con imbarazzo, la signora Fawley era estremamente interessata all'argenteria con il marchio del Black, mentre Regulus cominciava a chiedersi se non fosse stato meglio fingersi malato per quel pranzo.
-Quindi Anthea ha studiato in America? Come mai questa scelta così particolare? - chiese Wulburga.
-Oh la mia famiglia è americana e volevo che uno dei miei figli studiasse a Ilvermorny, così Anthea è andata là mentre Noah è andato ad Hogwarts- spiegò lei.
-E sei felice di finire la tua istruzione ad Hogwarts, ora?- chiese Orion direttamente alla ragazza, Regulus si sentì sotto pressione: il padre non parlava spesso e aveva un tono particolarmente intimidatorio, ma lei non sembrava essere stata toccata da questo fatto.
-Da un lato sì, sarà bello conoscere questa nuova scuola, poi sono felice di essere smistata in Serpeverde, come tutta la mia famiglia- disse con un sorriso finto. Parlarono dell'istruzione americana, Regulus non le ascoltò, studiando solo di sottecchi le espressioni della ragazza.
-Comunque volevamo dirvi che siamo molto felici del fidanzamento di nostra figlia con il vostro Regulus, sembra un ragazzo così educato- disse la signora Fawley e Noah trattenne a forza una risata.
-Oh Regulus Arcturus è proprio un bravo ragazzo, ha ottimi voti a scuola e l'abbiamo cresciuto con i valori che denotano la nostra casata: educazione, eleganza, onore e lealtà verso la famiglia- disse la madre lanciandosi in uno degli elogi verso il figlio minore, che generalmente accadevano solo per rinfacciare a Sirius quanto fosse sbagliato. Regulus era mesi che provava a non pensarci, ma da quando era stato marchiato si era trovato a sentire la mancanza del fratello più che mai. In quel momento avrebbe tanto voluto che fosse stato lì per poter interrompere la madre e dirle che in realtà lui era un idiota, ed effettivamente si sentiva molto più a suo agio ad essere definito "idiota" che "il bravo figlio Black". Per tutto il pranzo lui parlò solo quando gli vennero poste delle domande e così fece anche Anthea, mentre Noah si lasciò andare in commenti ironici molto velati. Quando ebbero finito si diressero in salotto, Regulus si stava per sedere quando sua madre gli rivolse un sorriso glaciale e imperativo allo stesso tempo.
-Regulus Arcturus, perché non mostri alla dolce Anthea la tua camera? Così potete conoscervi un po' meglio- disse e Regulus guardò dubbioso la ragazza, che sembrava tranquilla. Uscirono insieme dal salotto e cominciarono a salire le scale.
-Ti chiamano sempre con due nomi?- chiese divertita.
-No... solo mia madre quando vuole essere... ufficiale, per così dire- disse lui guardandosi i piedi: si sentiva tremendamente in imbarazzo.
-Beh spero che il mio nome ufficiale non diventi "dolce Anthea", direi che sarebbe il meno azzeccato in assoluto- disse fermandosi a guardare le teste degli elfi domestici appesi lungo le scale. –Deliziosi- aggiunse poi continuando a camminare.
-Oh, non farci caso- disse lui che improvvisamente si vergognò della sua tetra casa.
-Deve essere uno spasso scendere le scale di notte al buio, se mi venisse sete di notte preferirei morire chiusa in camera piuttosto che scendere in cucina a bere- disse lei facendo ridere Regulus.
-Se hai sete di notte basta che chiami Kreacher, l'elfo, a portarti l'acqua- disse lui prendendo la seconda rampa di scale.
-E questo elfo non è spaventato a morte di tutte quelle teste?- chiese lei divertita.
-No, la sua massima ambizione in realtà è finire tra quelle testa... anche se io lo metterei volentieri da un'altra parte, mi farebbe tristezza vederlo lì- disse Regulus rendendosi conto dopo di aver ammesso di provare pietà per un elfo domestico. –Cioè non intendo che mi dispiace per lui, insomma è solo un elfo...- disse cercando di essere duro.
-A me dispiacerebbe per lui- disse lei salendo sul pianerottolo. Regulus rimase stupito, ma lei era già davanti alla porta di camera sua, dove c'era scritto il suo nome su una targa. –"Non entrare senza il permesso", sei un tipo amichevole eh?- gli chiese ironica leggendo la targa. Regulus accennò un sorriso e le aprì la porta. Lei entrò senza tanti complimenti e si mise ad ispezionare tutta la camera. –Ah sì, sei nella squadra di Quidditch- disse lei guardando una foto appesa contro la parete.
-Già...- disse lui rimanendo impalato sull'uscio, non sapendo cosa fare.
-Potresti almeno cercare di fare conversazione, non è difficile sai, basta farmi delle domande e io ti rispondo- disse lei divertita dal suo imbarazzo.
-Oh...- disse Regulus arrossendo appena. –Ti piace il Quidditch?- le chiese incerto e lei sorrise appena.
-No, direi di no- disse e lo sguardo di Regulus si accigliò.
-Come no? A tutti piace il Quidditch!- disse lui sbalordito e lei rise appena.
-Beh a me no, mi sembrate solo una dozzina di idioti che volano avanti e indietro per il campo- disse lei sedendosi sul letto di lui.
-Veramente ci sono 14 giocatori, sette per ogni squadra- la corresse lui e lei alzò le spalle.
-Beh il concetto è lo stesso, anche se presumo che ora dovrò venire a vedere ogni singola partita- disse alzando gli occhi al cielo.
-Solo se ti va, io non ti costringo di certo- disse lui con un'alzata di spalle.
-Che anno sei? So che ad Hogwarts siete tutti strani, fate che quelli nati entro al 31 agosto sono di un anno e quelli del 1° settembre in un anno- disse lei guardandolo incuriosita.
-Devo andare al sesto...- disse incerto –E tu?- aggiunse cercando di essere educato e di fare conversazione, come gli aveva suggerito.
-Anche io, anche se sono nata il 30 ottobre, ma il preside mi ha detto che visto che ho già fatto gli EAGLEs posso andare al sesto- disse lei tranquilla.
-EAGLEs?- chiese confuso Regulus.
-Sì sono come i vostri GUFO- disse con noncuranza guardandosi ancora intorno: il suo vestitino bianco e i suoi capelli biondi non c'entravano nulla con la stanza, in cui i colori dominanti erano il legno scuro e il verde muschio, era una macchia chiara e luminosa piacevolmente fuori posto. –Vuoi stare lì impalato o vuoi sederti?- gli chiese lei e lui si affrettò a sedersi sul letto accanto a lei.
-Scusa- disse lui senza pensarci.
-Tranquillo- disse lei continuando a guardarsi in giro.
-Anche tu sei Serpeverde?- chiese lei guardando lo stendardo appeso al muro.
-Sì- disse e basta. –Tutta la mia famiglia è Serpeverde- aggiunse cercando di fare più conversazione.
-Oh figo, anche mio padre e mio fratello lo sono, ma non penso sia ereditario, mia mamma era Tuonoalato e io sono Serpecorno... ero almeno- gli disse lei continuando a guardare lo stendardo.
-In genere a Hogwarts è ereditario anche se... è complicato- disse Regulus prendendo un respiro. –Mio fratello non è diventato Serpeverde e diciamo che i miei non erano per niente felici- disse amareggiato.
-Oh... capito, quindi direi che è un argomento da non tirare fuori ad una cena coi tuoi- disse annuendo.
-Decisamente no- confermò Regulus con un sorriso tirato. Ci furono un paio di secondi di silenzio, in cui Anthea si stava chiedendo cosa avrebbe dovuto dire, soprattutto perché dov'era questo fratello? Probabilmente era molto più grande e lavorava e viveva per i fatti suoi.
-Cos'è Serpecorno?- chiese lui cambiando argomento.
-Oh, è la mente. A Ilvermorny è un po' diverso, anziché per le qualità ti dividono per la parte di te che più ti rappresenta: mente Serpecorno, anima Tuonoalato, cuore Magicospino e corpo Wampus, è molto personale, anche perché se ti ritrovi in più di uno puoi scegliere, invece il vostro capello ha deciso lui di mettermi in Serpeverde anche se era indeciso con Corvonero- gli spiegò lei e lui annuì.
-Beh essendo mente forse saresti stata meglio tra i Corvonero, sono loro gli studiosi- disse lui incerto.
-Sì ma Serpecorno non significa essere solo studiosi, ma che ragioni razionalmente, cosa che mi hanno detto essere molto Serpeverde- disse lei e Regulus annuì.
-Sì, beh... in effetti sì- confermò e calò di nuovo il silenzio. -Ma quindi per il Quidditch vi vestite tutti coi colori della scuola? Non avete dei colori diversi per squadra?- chiese lei osservando le divise verdi.
-Certo che cambiamo colore per la squadra, infatti siamo vestiti di verde e argento, come la nostra casata- disse indicando lo stendardo, ma Anthea parve confusa.
-Scusa ma verde e argento non sono i colori della scuola? Non li avete nella cravatta?- Regulus la guardò confuso: non capiva se lo stava prendendo in giro o davvero non sapeva nulla di Hogwarts.
-Sì li abbiamo nella cravatta ma ogni casa ha una cravatta diversa- disse incerto.
-Davvero? Noi a Ilvermorny eravamo tutti vestiti di blu e rosso, mettevano i colori solo per distinguere le squadre nel Quidditch.- spiegò lei e a Regulus sembrò molto strano.
-No, noi siamo sempre vestiti di verde, i Tassorosso in giallo, i Corvonero in blu e i Grifondoro in rosso- spiegò lui, sentendosi un idiota a dover spiegare queste cose ad una ragazza della sua età.
-Ma così non si crea... poca unità? Nel senso che anche vestirsi diversi può creare rivalità tra casate- disse lei riflettendoci.
-Certo che crea rivalità tra casate!- disse lui quasi divertito.
-E non è brutto così? Nel senso io stavo con un sacco di gente delle altre case, voi state sempre tra di voi?- chiese interessata.
-Beh... sì, ma non è che non puoi parlare con le altre casate, solo che generalmente non si fa...- le spiegò.
-Quindi non vi odiate tra di voi?- chiese divertita.
-In realtà Serpeverde e Grifondoro si odiano per principio, non so bene perché ma è una vecchia storia, sono degli arroganti pieni di sé che sanno solo far festa. Poi vabeh, i Tassorosso sono degli sfigati e i Corvonero dei secchioni, ma i peggiori sono i Grifondoro- confermò lui.
-Che sono i gialli...?- chiese lei concentrandosi.
-No, i rossi, i gialli sono gli sfigati- spiegò divertito, gli sembrava di star spiegando Hogwarts ad una bambina di 6 anni.
-Okay allora gialli sfigati, rossi arroganti e blu secchioni, e i Serpeverde come vengono definiti?- gli chiese e Regulus fece un sorriso.
-Un po' stronzi, ma sono decisamente i migliori, gli altri sono solo invidiosi- disse con un ché di fierezza e lei annuì riflettendoci.
-Sarà strano essere in quella scuola...- disse piano lei, quasi tra sè.
-Allora perché hai accettato questa cosa?- chiese Regulus pentendosi all'istante di quella domanda sfacciata.
-Beh, perché no? Sono la figlia femmina di una famiglia purosangue, la massima ambizione per i miei è che sposi il rampollo di qualche buona famiglia... e tu sei della "nobile e antica casata dei Black", secondo la visione di mio padre sei la cosa più vicina ad un principe che ci possa essere- disse facendo ridere appena Regulus.
-Si beh... l'ho sentito dire questo- disse ricordando come piaceva a Bellatrix ripetere che loro erano come dei nobili. –Ma insomma... il matrimonio è una cosa seria no?- chiese incerto.
-Non dirmi che credi a tutte quelle stronzate sull'amore eterno?- gli chiese e Regulus la guardò confuso. –L'amore non esiste, esiste solo l'infatuazione, che dura al massimo non so... un anno? Comunque è un tempo un po' troppo breve per un matrimonio, quindi tanto vale sistemarsi con una persona senza perdere tempo a sperare di trovare l'amore o a farsi altre paranoie del genere- disse lei tranquilla, ma Regulus rimase perplesso, neanche Bellatrix aveva quel cinismo.
-Io non penso che non esista l'amore, penso solo che sia difficile da trovare- disse lui debolmente.
-Okay, mettiamo che esista, ma che appunto sia molto raro. Quante probabilità ci sono che io mi possa mai innamorare di un purosangue di buona famiglia che ricambi il mio amore? Molto poche, quindi perché correre il rischio di innamorarsi di uno che non potrò mai sposare? Anche se l'amore esiste e dovessi mai trovarlo sarebbe soltanto una perdita di tempo-
-Mia cugina si è appena sposata con un purosangue di buona famiglia e sembra molto felice...- azzardò Regulus pensando a Narcissa.
-Okay beh è molto fortunata, non è così per tutti, lei deve appartenere a quel 0,00001% a cui la vita è andata bene, buon per lei- disse alzando gli occhi al cielo.
-Sei molto... logica- le disse Regulus che già si era confuso con quei numeri.
-Sì beh ero Serpecorno, te l'ho detto- disse tranquilla e Regulus annuì.
-Quindi non credi nell'amore?- le chiese ancora.
-No, direi proprio di no- concluse lei annuendo. –E tu?- Regulus rimase spiazzato: non ci aveva mai pensato.
-Beh... non lo so, penso di no- disse incerto e Anthea trattenne appena una risata. –Che c'è?- le chiese lui confuso, non ci trovava nulla di divertente.
-No niente... mi chiedevo solo se... beh è una domanda personale in realtà, quindi sentiti libero di non rispondere, ma hai mai avuto una ragazza?- Regulus abbassò lo sguardo all'istante e arrossì, la risposta era "no", ma si vergognava troppo per dirlo. –Okay scusami, sono stata un po' indelicata- disse lei sentendosi un po' in imbarazzo.
-Beh non sei mai stata delicata fino ad adesso- disse lui alzando le sopracciglia.
-Ah, grazie- disse lei in finto tono offeso, ma in realtà era divertita.
-Comunque presumo che visto che ora sei la mia... fidanzata debba dirti che non ho mai avuto una ragazza, non sono molto bravo con queste cose- disse lui senza avere il coraggio di guardarla.
-Con "queste cose" intendi le ragazze? Perché non vorrei farmi definire una "cosa"- disse lei seria.
-Hai capito quello che intendo- le rispose per niente divertito.
-Non mi chiedi se ho avuto degli altri ragazzi?- chiese lei infastidita che lui non fosse interessato a lei.
-Hai avuto altri ragazzi? Che poi perché altri? Io non sono il tuo ragazzo, siamo solo fidanzati, è solo una cosa di contratto- sbottò lui.
-Scusa se stavo cercando di fare amicizia- disse lei alzandosi e uscendo dalla stanza. Regulus la seguì e quando arrivarono in salotto tutti si girarono a guardarli, come se non stessero aspettando altro che il loro ritorno. Regulus si sentiva come se fosse un animale da far accoppiare, li avrebbero chiusi in una stanza finché non si fossero baciati? O il primo bacio che si sarebbero dati sarebbe stato direttamente sull'altare? La cosa lo fece rabbrividire.
-Allora com'era la camera di Regulus Arcturus?- chiese Noah stuzzicandolo, Regulus trattenne l'istinto di alzare gli occhi al cielo e si limitò a fare un breve sorriso.
-A posto- rispose Anthea semplicemente.

Non appena i Fawley se ne andarono Regulus si chiuse in camera sua, deciso a rimandare a quella sera le domande che gli avrebbero fatto su Anthea. Si tolse la camicia su cui ormai aveva sudato e si buttò a letto. Si girò a guardare i granelli di polvere che vorticavano sui raggi del sole che entravano dalla finestra. Contro luce notò un capello sul letto, troppo lungo per essere suo. Non ci mise molto a capire che era di Anthea, si erano conosciuti solo da qualche ora e già aveva lasciato un segno nella sua camera. Lo buttò a terra quasi disgustato: non ce l'aveva con lei, non era colpa sua se dovevano sposarsi. L'aveva sempre saputo che avrebbe dovuto sposare qualcuno deciso dai suoi genitori, ma non avrebbe mai pensato che gliel'avrebbero imposto così presto. Sirius diceva sempre che prima di sposare una si sarebbe fatto tutte le ragazze di Londra babbana. Non gli era mai stato proibito di avere una ragazza, purché fosse stata almeno mezzosangue, ma a Regulus non era mai piaciuta nessuna così tanto da chiederle di uscire. Avrebbe dovuto farlo, avrebbe dovuto uscire con qualcuna prima di sposarsi, doveva fare questa esperienza prima che gli fosse proibito. Dopotutto Anthea aveva ragione, i Black erano visti quasi come dei nobili, se l'avesse voluto non avrebbe fatto un'eccessiva fatica a chiedere ad una ragazza di uscire. Non era nemmeno così brutto, certo, non era né alto né bello come Sirius, ma magari qualcuna poteva trovarlo carino. Poi era pieno di soldi, avrebbe potuto riempire qualsiasi ragazza di regali. Ebbe un improvviso prurito al braccio sinistro e se lo guardò, mandando via la mosca che si era appoggiata. Ed eccolo lì il motivo per cui buona parte delle ragazze non sarebbe voluta uscire con lui: il marchio nero. Certo, persone come Piton, Avery o Justin Flint, il suo migliore amico, lo ritenevano un vanto, ma lui non era sicuro che lo fosse. Ricordava lo sguardo schifato di Sirius di quando avevano nominato il Marchio Nero. Regulus se lo guardò e lo accarezzò con le dita: il matrimonio sembrava una cosa da nulla in confronto a quello, ora era un mangiamorte a vita, alle caviglie del Signore Oscuro per sempre e non era nemmeno sicuro di volerlo. Quando era stato marchiato non era stato felice, di sicuro i suoi sentimenti non si avvicinavano nemmeno alla fierezza di Bellatrix o dei suoi genitori, lui era solamente spaventato, incastrato in un destino che non voleva.

Note delle autrici

Eccoci tornate con questa nuova storia! Come avete notato uno dei protagonisti sarà anche Regulus Black, siamo entusiaste di mostrarvi Hogwarts anche dal punto di vista dei Serpeverde.
Ma ora un po' di informazioni tecniche: pubblicheremo lunedì, mercoledì e venerdì e questa volta abbiamo diviso ogni capitolo originale in due più corti, per rendere la vostra lettura più leggera, ma per non allungare troppo la pubblicazione dell'intera storia abbiamo deciso di pubblicare un capitolo alla mattina e uno alla sera, quindi in una settimana avrete ben 6 capitoli!
Che ne dite di questo tipo di pubblicazione? Preferivate come prima o vi piace di più ora? E di Regulus cosa pensate? Fatecelo sapere nei commenti, ci sentiamo presto!
E&E

1977Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora