Beccato!

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Era la mattina del 29 ottobre e al tavolo dei Serpeverde stava arrivando la posta. Anthea, che era seduta tra Leah e Regulus, stava ricevendo una marea di lettere e pacchi, ma la cosa che lasciò più perplessi i ragazzi fu l'enorme pacco, con lo stemma e il motto dei Balck, che arrivò a Regulus, accompagnato dalla solita busta marchiata.
-Il regalo di compleanno per la dolce Anthea? È il tuo compleanno?- sbottò stupito Regulus leggendo la lettera e lei sorrise alzando le spalle.
-Beh, sì- disse con semplicità.
-Oh auguri!- disse Leah dandole un abbraccio e anche il resto dei ragazzi le fece gli auguri, mentre Regulus stava rileggendo la lettera.
-Perché non me l'hai detto?- chiese stupito e lei alzò di nuovo le spalle.
-Non è una cosa importante- disse tranquilla.
-Certo che lo è!- sbottò lui ripiegando la lettera. ­–Tanti auguri, allora- disse sporgendosi per darle educatamente due baci sulle guance. –E questo è per te, anche se, se mi avessi avvertito, avrei potuto farti un regalo staccato dalla mia famiglia- disse lanciandole un'occhiatina, che lei ignorò.
-Beh cosa ci può essere di meglio di un regalo dalla nobile e antica casata dei Black?- disse lei divertita e Stephy fece tintinnare rumorosamente il cucchiaino nella tazza. Anthea scarto il pacco e quando l'aprì notò un tessuto di velluto nero pesante. –Cos'è?- chiese tirandolo fuori tenendolo piegato.
-È un... vestito?- disse con una faccia dubbiosa Leah.
-Oh per Salazar- disse Regulus appoggiando la fronte sulla mano e scuotendo il capo. Anthea si alzò in piedi e prese il vestito, rivelando interamente. Leah scoppiò sonoramente a ridere assieme a Justin, Stephy lo guardava schifata e Ryan sembrava stesse cercando di capire cosa fosse.
-Stupendo!- disse Leah cercando di trattenere le risa.
-Sicuramente è stato fatto con del tessuto proveniente da chissà dove, dal sarto migliore nel mondo magico e qualche altra cazzata simile- disse Regulus cercando tra l'incarto, per vedere se c'era un biglietto o qualcosa del genere.
-Dev'essere costoso allora- disse Anthea guardandolo perplessa. Era in velluto nero, lungo fino alle ginocchia, con le maniche lunghe e il collo alto che terminavano con dei vaporosi pizzi color crema.
-Non devi metterlo per forza- disse Regulus mentre setacciava ogni centimetro di carta velina che c'era nella scatola, sperava fosse solo uno scherzo di suo fratello.
-Perché no? È sexy, se vieni dal Settecento, lo vuoi tu Stephy?- disse Justin divertito lanciando un'occhiatina alla ragazza, che fece una smorfia infastidita.
-Penso che dovrei provarlo, magari indossato è carino- disse ripiegandolo con cura, sotto lo sguardo perplesso e imbarazzato di Regulus. Lo ripose nella scatola e la impilò con gli altri pacchi e le lettere. –Vieni con me?- chiese a Regulus, lasciandolo spiazzato.
-Io? Oh... sì- disse alzandosi senza capire dove dovesse andare e perché. Seguì Anthea che reggeva in equilibrio tutte le lettere che non aveva aperto sopra ai pacchi ancora incartati. –Ti do una mano- si propose lui sporgendosi verso di lei. 

-Sì, grazie- disse lei lasciandogli tutto nelle braccia, sotto lo sguardo perplesso di lui. Lei prese le lettere e cominciò a leggere i destinatari, aprendone solo qualcuna e leggendola velocemente.
-Perché non hai aperto tutte queste cose?- chiese lui perplesso guardando la mole di oggetti che aveva tra le mani.
-Non mi andava di aprirli davanti a tutti, lo farò dopo quando sarò da sola- disse con semplicità. Regulus emise solo un mugolio di assenso, mentre Anthea continuava a leggere le lettere. –Il vostro l'ho aperto perché ero troppo curiosa- disse distrattamente.
-Nostro, adesso, è solo di mia madre. Se mi avessi avvisato che oggi era il tuo compleanno avrei potuto prenderti un regalo carino- si difese lui.
-Non c'era bisogno che spendessi soldi per me- disse lei aprendo una lettera e scoppiando a ridere.
-Avrei voluto farlo- disse mentre entravano in sala comune. ­–Poi sono pieno di soldi- disse lui distrattamente.
-Sì mi lord, puoi anche vantartene di meno- disse entrando nella porta che conduceva ai dormitori femminili e lui si fermò, porgendole i suoi regali. –Che fai?- gli chiese lei confusa.
-È il dormitorio delle ragazze! Non posso entrare!- disse lui con ovvietà e lei alzò gli occhi al cielo.
-Oh per l'amor del cielo!- disse afferrandolo per un braccio e portandolo oltre il confine della porta. –Anzi, per Salazar! Come dite qui. Come ti senti ora che hai violato le regole?- gli chiese incrociando le braccia.
-Strano- disse perplesso. Lei rise appena e camminò verso il dormitorio del sesto anno.
-Non sei mai entrato qui?- chiese lei camminando spedita.
-No, ma è uguale a quello dei maschi... solo più profumato- disse facendola ridere.
-Sono quelle del quarto anno che devono aver appena scoperto il profumo, penso che praticamente se lo riversino addosso- disse infastidita dal forte odore che sapeva di vaniglia e fiori. Anthea entrò nel suo dormitorio e posò le lettere su uno dei letti a baldacchino con le tende in seta verdi. Regulus la imitò e si guardò in giro: era perfettamente ordinato, sul comodino di Anthea c'era solo un libro, una boccetta di profumo dalle tonalità azzurre e una spazzola che sembrava in argento. –Bene, vado a cambiarmi- disse tirando fuori il vestito di Walburga dalla scatola.
-No- disse Regulus afferrandolo dall'altro capo del tessuto, guardandolo perplesso. –Sei esonerata dal provarlo, puoi semplicemente ficcarlo nell'angolo dell'armadio e far finta che sia solo un brutto ricordo- disse facendola sorridere.
-È da parte di tua madre, devo provarlo!- Disse lei tirandolo appena dalla sua parte.
-Non rientra nel contratto di fidanzamento- protestò lui.
-Tu dici? Per me c'è una clausola che mi obbliga a mettere tutti i vestiti che sceglie tua madre- disse ridendo.
-Non ridere, potrebbe averlo fatto, magari non per i vestiti ma sicuramente per i gioielli- disse lui già preoccupato a tutte i manufatti strani e orribili che avevano a casa.
-Dai dammelo, devo provarlo!- disse lei tirandolo ancora e Regulus mollò la presa.
-Okay ma declino ogni responsabilità- disse alzando le mani. Anthea entrò in bagno, lasciando il mantello sul letto.
-Reg- lo chiamò dopo un paio di minuti, apparendo solo con la testa dalla porta.
-Sì- disse lui guardandola con attenzione.
-Ho bisogno che tu faccia un piccolo sforzo. Prova ad immaginare che siamo nel Settecento, Ilvermorny è appena stata fondata e le caviglie scoperte sono la cosa su cui i ragazzi si masturbano- disse e lui fece una faccia schifata. –Dai!- lo rimproverò lei.
-Okay, okay, ci sono, penso- disse confuso.
-Bene, allora potresti avere un piccolo capogiro, sai potresti essere scosso dalla mia bellezza- disse guardando verso il cielo e Regulus rise. –Sei pronto? Preparati- lo avviso.
-Sono pronto- disse convinto, sedendosi meglio nel letto. Anthea spalancò la porta con forza e si mise in posa con un braccio in alto.
-Ta dan!- disse convinta e Regulus la guardò perplesso. –Come mi sta?- chiese divertita sistemandosi il merletto in pizzo sotto al collo.
-Beh...- disse lui incerto, guardandola mentre lei girava su se stessa. –Insomma a te starebbe bene qualsiasi cosa, sei molto bella di tuo...- disse imbarazzato senza guardarla in faccia e lei scoppiò a ridere.
-Posso nasconderlo nell'angolo dell'armadio ora?- chiese facendo ridere anche il ragazzo.
-Decisamente sì- disse convinto. –Basta che non lo metti alla festa di Lumacorno, insomma... mi vergognerei a portarti lì così- disse in uno slancio di onestà e lei rise di gusto. –Per il vestito dico! È orribile, non per colpa tua ovviamente- si corresse subito.
-Tranquillo avevo afferrato, ho già in mente un altro vestito per il Luma- disse prendendo il lembo di un pizzo della manica e osservandolo.
-Ah sì?- chiese lui interessato.
-Sì ma non lo vedrai, ovviamente.- disse risistemando il pizzo. –Ora aiutami a togliere questo coso, i bottoncini arrivano fino in alto- disse girandosi e spostando appena i capelli. Regulus e si avvicinò e le slacciò i tre bottoncini che stavano vicini al collo.
-Fatto...- disse lui imbarazzato.
-Mi tireresti anche giù la zip?- chiese lei con semplicità. Regulus si sentì le guance avvampare. Prese un respiro e tirò giù la lunga cerniera, che arrivava fino alla zona lombare. –Grazie- disse lei girandosi verso di lui e facendo scivolare il vestito a terra. Regulus sgranò gli occhi e cercò di usare tutto il suo autocontrollo per guardarla negli occhi, non voleva neppure sbirciare al di sotto del viso. Anthea sorrideva soddisfatta e mantenne il suo sguardo compiaciuta. –Sei uno dei pochi ragazzi che capisce dove sono gli occhi di una ragazza nuda- disse seria e Regulus ingoiò la saliva.
-Grazie...?- disse debolmente.
-Non vuoi neanche sbirciare un attimo?- gli chiese con un sorriso divertito. Regulus non rispose, ma continuò a guardarla fisso negli occhi. Anthea gli si avvicinò di un passo e gli prese entrambe le mani, posandosele sui fianchi. –Neanche ora?- chiese e lui fece un'espressione sofferente. Fu un attimo, in cui cedette e diede uno sguardo al suo corpo, intravedendo il reggiseno in seta grigio sulla sua pelle pallida. –Beccato- disse lei divertita. Regulus fece uno sguardo colpevole, ma non fece in tempo a dire nulla che Anthea si girò e andò verso il bagno. -Dovrai abituarti a vedermi nuda, sono una a cui non piace andare in giro troppo vestita d'estate- disse lei distrattamente chiudendosi la porta alle spalle. Regulus inghiottì la saliva e si mise una mano sulla guancia: era bollente, doveva calmarsi. -Chi abbiamo alla prima ora?- chiese lei dal bagno.
-Incantesimi- rispose lui cercando di pensare alle lezioni imminenti e non al corpo nudo di Anthea.
-Che palle!- disse lei uscendo dal bagno perfettamente in divisa. Regulus abbozzò un sorriso e alzò le spalle. -Speriamo perda almeno mezzora a parlare dell'attacco di ieri- disse lei prendendo la sua borsa e uscendo dal dormitorio con lui.
-Che attacco?- chiese lui confuso.
-Non hai letto il giornale stamattina? Ieri notte hanno attaccato un intero villaggio babbano, qualcosa come cento morti, orribile- disse lei scuotendo la testa.

A Regulus gli si gelò il sangue, sentendo il panico che saliva. Gli sembrò che il Marchio gli pizzicasse, come per ricordargli che c'era, era lì e gli avrebbe rovinato la vita. Il peso di quel segreto gli faceva venire la nausea, non si era mai sentito così legato a qualcosa, soprattutto a qualcosa che non volesse. Si sentiva colpevole, come se avesse commesso lui uno di quegli omicidi, e il suo avambraccio sinistro fosse il corpo da nascondere. "Tu ucciderai qualcuno" gli ricordò una voce nel suo cervello. "Sei un Mangiamorte, i Mangiamorte devono fare piazza pulita degli indegni" disse una voce molto simile a quella di Dolohov. "Sei morto" disse la voce di suo fratello. Chiuse gli occhi con forza, concentrandosi per far sparire tutti quei pensieri, ma il peso sul petto rimaneva forte e costante.
-Andiamo?- chiese Anthea visto che Regulus si era bloccato all'uscita della sala comune.
-Sì- disse lui con un finto sorriso, si odiava per quella situazione, si era incastrato da solo.
A lezione Regulus aveva la testa da tutt'altra parte. Continuava a pensare alle riunioni con i Mangiamorte di quell'estate, la voce del più vecchio dei Rosier si mischiava nella sua testa con quella di Nott, di Lestrange, di sua cugina Bellatrix che gli ripeteva quanto fosse fiera di lui. "Sapevo che tu non mi avresti deluso" gli aveva detto con uno sguardo orgoglioso che non le aveva mai visto in viso, se non quando parlava del Signore Oscuro. Era così preso dai suoi pensieri che Vitious dovette richiamarlo due volte, inoltre Justin gli mandava degli sguardi eloquenti e muoveva su e giù le sopracciglia ogni volta che lo guardava, cosa che gli fece capire che tutti sospettavano che lui e Anthea avessero fatto chissà cosa e che lui stesse ancora pensando a lei, ma quella versione della storia era decisamente meglio della realtà. 

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