La mia vita sentimentale non è un romanzo

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Senza i fratelli Potter a Hogwarts la vita dei Grifondoro era stata un po' scombussolata. Le ronde erano state modificate e mentre Remus aveva preso il turno di James nei weekend, Frank Paciock faceva la ronda di James il giovedì e Marlene aveva preso il posto di Elektra il sabato. Per la squadra di Quidditch invece la situazione non era stata risolta in così poco tempo, Willow aveva aggiunto un altro allenamento settimanale, sia per allenare i cacciatori in assenza della sua fedele complice di gioco, ma soprattutto per allenare Olive, che non era per niente all'altezza di James, non ancora almeno. Per sopperire alla sua mancanza in campo James stava inviando ad Olive piani di allenamento per migliorare le sue doti di cercatrice.
-Un'altra lettera di James Potter? - chiese entusiasta una delle amiche di Olive, che come tutte le ragazzine di 13 anni, era innamorata persa di James.
-Sì- disse Olive felice aprendo la lettera e rivelandoci solo schemi, neanche una parola da parte del ragazzo.
-Si sa quando torna?- chiese un' altra delle sue amiche.
-No, non penso lo sappiano neanche loro, i genitori sono ancora tanto malati- disse Olive mentre ispezionava con attenzione le pergamene scritte a mano dal ragazzo. Doveva ancora finire di leggerle quando Willow apparì dietro di lei.
-Oh li ha spediti anche a te, bene- disse la ragazza sedendosi accanto a Olive con gli stessi schemi in mano. Tutte le amiche di Olive rimasero in silenzio, mentre Willow sorseggiava del caffè dalla tazza che si era portata dal suo posto. -Pensavo di metterti un allenamento oggi pomeriggio, madama Boom mi ha concesso il campo dalle 7.30 alle 9, così proviamo queste cose di James- disse lei appoggiando gli schemi sul tavolo. Olive fece un'espressione di sofferenza e la sua amica bionda trattenne rumorosamente il fiato.
-In realtà...- cominciò a dire, ma venne interrotta dalla presenza di Colin Killbridge, che si era appostato accanto a Willow, che sedeva a gambe incrociate di traverso sulla panca.
-Buongiorno- disse il Tassorosso con un gran sorriso e Willow si affrettò a girare tutte le pergamene.
-Ciao- disse lei con un sorriso forzato. -Stavamo parlando di Quidditch- disse lanciandogli un'occhiataccia.
-Oh- disse Colin guardando confuso Olive e le altre ragazzine che gli sorridevano un po' troppo ampiamente. -Stasera che fai?- le chiese con un gran sorriso.
-Allenamento extra con Olive- disse lei facendo cenna alla ragazza che sorrise imbarazzata.
-Ma... non hai allenamento oggi...- disse lui perplesso.
-Infatti ho detto allenamento extra- specificò lei e lui rimase perplesso.
-Oh... okay...- disse pensieroso.
-Ci vediamo dopo- disse Willow con fare pratico. Colin si sporse verso di lei e le stampò un bacio sulle labbra, prima che lei si staccasse sbrigativamente, tornando alle sue carte.
-Merlino è così bello!- disse una delle amiche di Olive guardando sognante Colin che si allontanava.
-Io preferivo Sirius Black- disse l'altra sbirciando lungo il tavolo dei Grifondoro, dove poco più in là c'era Sirius seduto accanto a Remus.
-James Potter rimane il migliore- disse l'altra con convinzione.
-Okay la mia vita sentimentale non è un romanzo, basta così, grazie- disse lei guardando Olive. -Mi si è sbavato il rossetto?- le chiese e lei la osservò.
-Un po' qui- disse indicandosi l'angolo sinistro del labbro inferiore e Willow prese un cucchiaio per cercare di specchiarsi e sistemarselo brontolando sottovoce.
-Bene- disse mettendo giù il cucchiaio. -Allora ci vediamo alle 7.30?- disse guardando la ragazza che arrossì appena.
-Non posso in realtà- disse e Willow sgranò gli occhi.
-Cosa vuol dire non puoi?- chiese con fare severo e Olive abbassò lo sguardo.
-Sono in punizione, mi ero dimenticata di fare un tema e alle 8 ho una punizione- disse vergognandosene. Willow sbuffò rumorosamente.
-Con chi hai la punizione? Ti prego non dirmi con Barlow- disse lei esasperata e Olive scosse convinta la testa.
-No, con la McGranitt- disse e Willow tirò un sospiro di sollievo.
-Bene, allora consideralo sistemato- disse raggruppando i vari schemi.
-Come farai a convincere la McGranitt?- chiese stupita la ragazzina bionda.
-La McGranitt tiene al Quidditch più di quanto vuole ammettere, per un allenamento toglierebbe qualsiasi punizione- disse alzandosi. ­-A stasera- disse lanciando un'occhiata a Olive che annuì.
-Secondo voi tratta così Colin Killbridge perché è ancora innamorata di Sirius Black?- chiese una delle ragazza e Olive scosse il capo.
-Colin è carino ma è pressante, da quello che dice lei le sta sempre appiccicato- disse Olive tornando a studiare i suoi schemi di allenamento.
-Ah ma tanto che ti interessa a te? Tu hai James Potter! Magari ora che sei sua amica ci inviteranno alle loro feste!- disse quella entusiasta mentre Olive cercava di concentrarsi sui suoi schemi.

 

Sirius e Remus erano appena usciti dalla lezione di Incantesimi diretti alla sala comune, quando vennero rincorsi da Lily Evans, che aveva abbandonato le sue amiche qualche metro più in là.
-Remus!- chiamò il ragazzo, che si fermò a metà del corridoio, aspettando che li raggiungesse.
-Gran bel lavoro in aula- le disse con un mezzo sorriso, che Lily ricambiò.
-Grazie- disse lei annuendo. -Avete notizie dei Potter?- chiese con fare preoccupato e il sorriso di Remus sparì.
-Stanno ancora molto male, tutti e due- disse in tono serio e Lily annuì.
-Elektra come sta?- chiese e Remus alzò le spalle.
-Lei è forte, ce la farà- disse lui convinto e lei annuì pensierosa.
-James invece?- chiese e Sirius sorrise malizioso.
-Da quando ti preoccupi per James Potter, Evans?- la stuzzicò e lei gli lanciò un'occhiataccia.
-Black non mi sembra il momento di scherzare- disse lei a denti stretti.
-Non sto scherzando io- disse Sirius tranquillamente.
-È pur sempre una persona con dei genitori malati!- si difese lei e Sirius sorrise ancora di più.
-Ti stai intenerendo?- le chiese divertito e Lily lanciò uno sguardo esasperato a Remus.
-Okay, Felpato, basta. James è molto giù di morale, Eve dice che è anche molto scontroso con tutti... non sta bene, insomma- concluse Remus e Lily annuì. Non riusciva ad immaginarsi come poteva essere lo scherzoso e arrogante James Potter triste, la tristezza non era una cosa che apparteneva a lui, o almeno non per quanto lo conoscesse lei.

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