capitolo 36

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«NON CI CREDO»
«A chi lo dici! Ma ora smettila di starnazzare»
«IL MIO FRATELLINO HA UN FIDANZATO»
«Ma porca puttana Emma! Se continui ad urlare tra un po' lo saprà anche ogni vecchio sordo nelle vicinanze»

Mentre Richie cercava di calmare sua sorella, Eddie Kaspbrak li ascoltava dal piano di sopra.
Sentirli battibeccare era divertente e in qualche modo stava riuscendo a smorzare l'atmosfera surreale che si era creata quel mattino.

Eddie ascoltava la voce di Richie e pensava "questa è la voce del mio ragazzo", si guardava intorno e pensava "sono a casa del mio ragazzo": stava iniziando ad accorgersi di quante cose fossero cambiate in così poco tempo.
Si sentiva indipendente e orgoglioso, come un bambino che esce di casa da solo per la prima volta, e nonostante ciò che aveva passato con sua madre la sera precedente, la conseguente sensazione di essersi lasciato scivolare dalle mani dalle mani un pezzo piuttosto consistente di quella che fino ad allora era stata la sua realtà, non aveva mai avuto l'impressione di essere libero come in quel momento.
La sua vita era stata sempre indissolubilmente legata a quella di Sonia, Eddie era sempre stato quello con la madre un po' pazza, era qualcosa che era diventato parte di lui. La sopportava nella sua quotidianità e anche se spesso, con vergogna, si era ritrovato a pensare di odiarla, ormai ci si era abituato, non credeva avrebbe più sofferto tanto per colpa sua, eppure l'aveva fatto stare male.
Da una visuale panoramica la situazione non sembrava promettere bene, ma Eddie si stava aggrappando a quella parvenza di libertà come da piccolo avrebbe fatto con la gonna di sua madre.
Quella però non era la gonna di nessuno, nemmeno di Richie, era qualcosa che aveva costituito lui, che si era guadagnato.

Stava bene. Buffo da ammettere, ma stava molto meglio ora che prima, quando le acque erano ancora calme, e non aveva intenzione di lasciarsi turbare dallo stravolgimento di una vita che non gli era mai appartenuta.
Stava bene.
Il bello era che sovrapporre l'immagine del suo migliore amico e quella del suo fidanzato stava risultando più semplice di quanto ci si potesse aspettare: non gli sembrava strano, né innaturale, al massimo l'unica cosa a cui ancora sentiva di non essere abituato era quella surreale libertà di poter dimostrare quel che provava, quello che si era finalmente reso conto di provare, e senza censure.
Faceva uno strano effetto, del resto aveva appena aperto un nuovo capitolo della sua storia, un capitolo che sarebbe stato indubbiamente segnato da sofferenze, perché era chiaro che le ferite provocate dagli sguardi e dalle parole taglienti della gente avrebbero sanguinato, ma per proteggere il sentimento che aveva coltivato nei confronti di Richie avrebbe fatto qualsiasi cosa e ne sarebbe valsa la pena. Per la prima volta provava un sentimento più grande di lui, talmente forte da credere che gli si fosse impresso dentro, che non se ne sarebbe più andato, e che soprattutto non era paura.

Non scrivo da un anno e in questo capitolo non succede assolutamente niente. È pure corto.
Vi do il permesso di odiarmi.
Sono stata un po' male, ma ora sto meglio e ho deciso di pubblicare, anche se l'aggiornamento è un po' misero. Non volevo pensaste che fossi morta, ecco tutto.
Alla prossimaaa

Reddie: Tornando indietro_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora